CGIL LOMBARDIA
UFFICIO STAMPA

"Dote Conciliazione": giusto l'obiettivo, sbagliato lo strumento.
Dichiarazione di Fulvia Colombini della Segreteria CGIL Lombardia

Sentiamo la necessità di intervenire sulla polemica nata tra la Regione Lombardia e il Consigliere Regionale Sola sulla "Dote Conciliazione" perché entrambi parlano delle supposte posizioni della Cgil. Riteniamo opportuno essere noi a dire come la pensiamo, senza delegare altri a portavoce.

La Cgil ha avanzato alla Regione Lombardia, a gennaio dell'anno in corso, nell'ambito del "Comitato Strategico Donna Lavoro Famiglia" una serie di proposte sul tema conciliazione e politiche di genere, partendo dal dato di fatto che nel quinquennio trascorso oltre 25.000 donne lombarde hanno dato le dimissioni dal posto di lavoro nel primo anno di vita del bambino, data l'impossibilità a conciliare il lavoro con la cura e data la scarsa condivisione della cura all'interno dei nuclei famigliari. Questo dato denuncia in modo inequivocabile come vi sia la necessità da parte delle istituzioni di supportare il lavoro delle donne, aiutare le necessità di conciliazione e condivisione e favorire la libera scelta in tema di natalità, correlata alla partecipazione al mercato del lavoro.

Le nostre proposte sono varie e articolate e possono essere visionate entrando nel sito web della Cgil Lombardia www.cgil.lombardia.it.
La Regione avendo a disposizione 6.700.000 euro dal Ministero delle Pari Opportunità ha messo in atto dei progetti territoriali in capo alle Asl per predisporre alcuni interventi di conciliazione tra cui la "Dote Conciliazione ", misura non discussa nei suoi aspetti realizzativi con le parti sociali.

La "Dote Conciliazione", per come l'abbiamo vista dal bando risulta criticabile per molti aspetti che elenchiamo:

- viene riconosciuta solo entro i 12 mesi di vita del bambino, mentre le necessità di conciliazione vanno ben oltre questo limite -saranno selezionate solo 300 donne per ogni provincia, quindi nessuna commisurazione con la popolazione e le necessità effettive

- la misura, per come è congegnata si conclude al 31 dicembre 2011, quindi ha carattere di pura estemporaneità mentre la conciliazione richiede politiche strutturali

- sono escluse le donne che lavorano a part-time, mentre sappiamo che il lavoro a metà tempo è la prima misura conciliativa che deve essere favorita e diffusa in alternativa alla perdita dell'impiego

- sono escluse le lavoratrici di grandi aziende e sono ammesse le libere professioniste e le imprenditrici senza che siano chiari i motivi delle esclusioni e delle inclusioni

- è rivolta esclusivamente alle madri e non anche ai padri

- per ottenere la dote conciliazione la donna deve rinunciare all'aspettativa che è un suo diritto

Sappiamo inoltre che a Bergamo e a Cremona il sindacato non è stato per nulla coinvolto nella stesura del Piano territoriale di conciliazione e per questo abbiamo protestato.

In altri territori c'è stato qualche coinvolgimento maggiore, ma senza la possibilità di modificare l'impostazione degli strumenti, che vengono decisi direttamente dalla Regione. Anche in questo caso abbiamo chiesto un coinvolgimento sostanziale e non solo formale, ma ciò non è, al momento, avvenuto. Abbiamo anche chiesto che i territori possano far emergere le loro specificità per poter mettere in atto misure efficaci e concrete.

Abbiamo appreso che la Regione intende destinare ulteriori 10 milioni di Euro alle politiche di conciliazione. Bene e allora che siano resi disponibili e vediamo insieme come spenderli.
La Cgil pensa che sia necessario definire interventi di tipo strutturale, concordati con le parti sociali nelle finalità e nelle modalità realizzative e di applicazione, altrimenti si rischia l'effetto annuncio senza nessun miglioramento reale sulla vita delle donne e delle famiglie e in più si spende molto male il denaro pubblico.

Chiediamo politiche di conciliazione vere e su questo siamo disponibili a confrontarci e a portare il nostro contributo di idee e di esperienza.

No alla politica dell'annuncio e dell'immagine.

Sesto San Giovanni, 17 giugno 2011
 

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies