CGIL LOMBARDIA UFFICIO STAMPA

FIRMATO NUOVO ACCORDO "PATTO PER LE POLITICHE ATTIVE 2011" TRA REGIONE LOMBARDIA E PARTI SOCIALI. DICHIARAZIONE DI FULVIA COLOMBINI DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA.

Nella tarda serata di venerdì 25 marzo 2011 è stato firmato l'accordo sulle politiche attive collegate agli Ammortizzatori sociali in deroga denominato "Patto per le politiche attive 2011".

L'accordo, che è frutto di un positivo e intenso confronto al tavolo regionale, dettaglia e delinea le nuove modalità per le politiche attive del lavoro, portando a compimento le intese già contenute nell'Accordo Quadro sugli Ammortizzatori in deroga, firmato il 25 febbraio scorso.

"La Cgil Lombardia si dichiara soddisfatta dei contenuti complessivi dell'Accordo che è stato firmato dalle tre Organizzazioni sindacali confederali e dalle parti sociali imprenditoriali, perchè sono state concordate importanti novità e punti qualificanti", questo il giudizio di Fulvia Colombini della Segreteria.

"La Confindustria, prosegue Colombini, che si era riservata la firma dell’Accordo Quadro, ha dichiarato al tavolo, in conclusione del confronto, che si riserva di esprimere un giudizio definitivo sul complesso delle intese nei prossimi giorni, ma che il lavoro fatto al tavolo di confronto, che ha portato alla definizione del nuovo accordo, viene giudicato positivamente dalla delegazione trattante.

La Segreteria della Cgil Lombardia ritiene importante - dice ancora Colombini - che Confindustria firmi l'accordo, per la piena rappresentatività dello stesso, augurandosi che le riserve vengano sciolte al più presto”.

I punti di qualità del testo, che non si è limitato a qualche ritocco del vecchio ma innova in modo deciso, facendo tesoro dell'esperienza accumulata nei due anni precedenti, sono i seguenti:

- accesso diversificato alle politiche attive: per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti di aziende che dichiarano una crisi congiunturale, non ci sarà obbligo generalizzato di politiche attive, ma possibilità di concordarle tra le Parti con finanziamenti privati specifici e individuati di comune accordo; per le aziende che dichiarano una crisi strutturale, cessazione anche parziale di attività, procedura concorsuale, fallimento, scatta l'obbligo di definire con le Organizzazioni Sindacali un percorso di politiche attive che i lavoratori saranno tenuti a seguire;

- per la definizione dei contenuti di politiche attive avranno centralità assoluta gli accordi sindacali aziendali che dovranno stabilire i percorsi collettivi e individuali, i finanziamenti utilizzati, gli Enti formativi e di servizi al lavoro che dovranno realizzarle e, nel caso di richiesta di rinnovo di Cassa integrazione in deroga, le Parti procederanno all'esame congiunto dei percorsi effettuati;

- i percorsi obbligatori riguarderanno anche le persone che hanno perso il lavoro ed entrano nelle liste di "mobilità in deroga"; in questo caso la definizione dei percorsi spetta ai tavoli territoriali costituiti tra Province e Parti sociali, e tutte le lavoratrici e i lavoratori che si trovano in questa condizione sono garantiti fino a 9 mesi di politiche attive finanziate e finalizzate a nuova occupazione;

- aumenta il ruolo del territorio, perchè le Province potranno stipulare accordi specifici con le Parti sociali per definire gli orientamenti circa i fabbisogni professionali e formativi del territorio, coerenti con le ipotesi di sviluppo locale e orientare l'offerta formativa degli Enti accreditati. Gli accordi territoriali potranno essere recepiti negli accordi aziendali in modo da rendere efficaci ed esigibili i percorsi di politica attiva del lavoro. Riteniamo che questa possibilità sia utile soprattutto per le piccole imprese, dove difficilmente l'imprenditore possiede una capacità di visione più generale;

- le fonti di finanziamento potranno essere diversificate: risorse private delle aziende e/o dei Fondi Interprofessionali e della bilateralità, sia in via esclusiva che in cofinanziamento con le risorse pubbliche di Stato, Regione, Province;

- la Regione, per garantire l'accesso a tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno l'obbligo di attivazione, mette a disposizione 20 milioni di Euro dal 1° aprile al 31 dicembre 2011;

- i percorsi cofinanziati con risorse pubbliche e private, che rappresentano una delle novità più importanti, otterranno una premialità che consiste nella possibilità di ottenere l'autorizzazione alla Cassa in deroga con un'unica decretazione che copra tutto il periodo fino al 31 dicembre 2011, in modo tale da consentire percorsi più lunghi ed efficaci per le persone;

- lo strumento individuale, in fase di predisposizione, è una nuova Dote, che sarà contrattata nei prossimi giorni tra la Regione e le Parti sociali, che si articolerà in due interventi specifici: Dote Ricollocazione destinata a chi ha perso il lavoro o è in procinto di perderlo, finalizzata a trovare una nuova occupazione; Dote Riqualificazione per coloro che hanno necessità di ridefinire, cambiare, accrescere il proprio profilo professionale;

- per la Dote Ricollocazione, sono previsti una serie di servizi preliminari e obbligatori che saranno riconosciuti economicamente all'Ente che prende in carico la persona e una componente che sarà riconosciuta come premialità nel momento in cui la persona sarà rioccupata;

- nell'Accordo è previsto un tavolo permanente di monitoraggio tra le parti firmatarie finalizzato a verificare l'efficacia dei percorsi di politiche attive connessi agli Ammortizzatori sociali in deroga.

 

“Questo accordo - conclude Fulvia Colombini - è una sfida per tutti: per la Regione, che dovrà consentire che lo strumento della Dote, pensato originariamente solo come intervento individuale, venga governato, orientato collettivamente e verificato nella sua efficacia; per il sindacato, che dovrà accrescere le proprie capacità negoziali sui percorsi di politiche attive del lavoro e di accompagnare i lavoratori in crisi; per le imprese, che dovranno impegnarsi nelle previsioni della congiuntura e orientare le persone verso l'uscita dalla crisi; per le Province, che dovranno riappropriarsi dei ruoli a loro affidati sul territorio in materia di lavoro e che in questi anni, tranne alcune lodevoli eccezioni, hanno svolto al di sotto delle necessità; per la bilateralità e i Fondi Interprofessionali, che dovranno imparare a svolgere azioni di sistema e in coordinamento con gli altri attori sul territorio, superando alcune autoreferenzialità del passato.

La Cgil Lombardia si impegnerà, sia a livello regionale che con le sue strutture del territorio e di categoria, per ottenere risultati utili all'occupabilità e alla ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori colpiti dalla crisi”.

Sesto San Giovanni 28 marzo 2011

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