CGIL LOMBARDIA

UFFICIO STAMPA

CGIL LOMBARDIA: SUL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE, AUMENTI TARIFFARI E PROMESSE MANCATE.

La qualità del servizio nel Trasporto pubblico locale lombardo non migliora, intanto si avvicinano gli aumenti decisi dalla Giunta Regionale.

Ritardi, soppressioni, porte che non si chiudono, carrozze o troppo fredde o troppo calde.

I disagi riservati a pendolari, utenti e lavoratori non concedono tregua; contestualmente, con delibera 1204 del 29 dicembre 2010, la Giunta lombarda ha deciso l’aumento straordinario delle tariffe.

Questa traduzione dei tagli della Finanziaria 2011 non era obbligata; la Cgil Lombardia ha ribadito più volte che altre vie d’uscita potevano essere ricercate per salvaguardare un servizio pubblico strategico per la sostenibilità economica, occupazionale e ambientale della nostra regione.

Ciò nonostante, con la delibera straordinaria approvata, che ha messo in standby il regolamento tariffario scaturito dal “Patto di riforma” del TPL che legava gli incrementi tariffari al miglioramento del servizio, dal 1° febbraio 2011 per pendolari e utenti ai disagi si sommerà l’aumento del 10% delle tariffe e dal 1° maggio, anticipato rispetto a quanto preannunciato nell’ambito del confronto prenatalizio al Tavolo TPL, quello ulteriore del 10%.

Le conseguenze economiche andranno ad incidere pesantemente sui redditi delle persone. Se prendiamo in considerazione una tratta di media lunghezza (90-100 km) per un abbonamento mensile tra servizi automobilistici di linea e servizi ferroviari di seconda classe si passa da una spesa di Euro 181,00 a una spesa di Euro 217,20 mentre sulla stessa tratta per un abbonamento annuale si passa da Euro 1758,50 a Euro 2110,20.

Anche l’aumento tariffario del 1° maggio è legato al raggiungimento di incrementi di qualità del servizio con l’introduzione di parametri definiti dalla Regione: “quali”?

Quanto alle agevolazioni deliberate, rispetto a quanto preannunciato dall’Assessorato, risultano ridimensionate e indifferenziate. Infatti gli aumenti non tengono conto della crisi sociale in atto, le agevolazioni ignorano le differenze quantitative e le sofferenze che gravano sui redditi in particolare quelli medio-bassi.

Anche l’integrazione tariffaria, promessa più volte, rimane disattesa: la delibera non mantiene i contorni annunciati e, anziché per l’intera Regione, viene prevista soltanto in ambito cittadino.

Ora le amministrazioni locali dovranno procedere; a loro spetterà la scelta di applicare quanto deliberato dalla Regione.

Quali saranno le conseguenze di decisioni il cui effetto è dilazionato nel tempo, sarà da verificare. Di certo sarà pesante e gravoso sulla già provata condizione sociale ed economica di tanta parte della popolazione lombarda e non favorirà la pace sociale.

Sesto San Giovanni, 13 Gennaio 2011

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