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Comitato Direttivo CGIL Lombardia – 11 aprile 2011
Ordine del Giorno approvato all'unanimità alla riunione del Comitato Direttivo
Nel Nord Africa e in Medio Oriente si stanno sviluppando crescenti mobilitazioni che rivendicano con forza il superamento di regimi autoritari e dittatoriali e l’affermazione di sistemi democratici improntati alla giustizia sociale ed al rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali.
Deve essere colta e valorizzata la novità del protagonismo di tanti giovani e donne che si mobilitano con un obiettivo preciso: libertà, democrazia, lavoro.
Le brutali repressioni con centinaia di vittime in Libia, Bahrein, Egitto, Yemen, Siria e Tunisia richiedono alla comunità internazionale, ed in particolare all’Europa, una ferma risposta a sostegno di quei popoli.
Se la risoluzione del Consiglio di Sicurezza è stato il primo tentativo di risposta alla repressione del regime libico, essa è stata interpretata da alcuni Stati in termini estensivi innescando un escalation bellica pericolosa e dagli esiti imprevedibili.
Nel ribadire che il ricorso alle armi non serve a dirimere le controversie internazionali né ad affermare i valori della democrazia, la CGIL chiede che l’iniziativa torni alla politica ed alla diplomazia, attraverso il pieno coinvolgimento dell’Unione Africana e della Lega Araba, favorendo un ruolo umanitario e di interposizione da parte dell’ONU, in coerenza con la Costituzione italiana.
Il Comitato Direttivo ritiene indispensabile la cessazione di qualsiasi azione militare e di qualsiasi atto di repressione contro il popolo libico e richiede alla comunità internazionale il sostegno all’apertura di negoziati che favoriscano la transizione dello stato libico verso l’affermazione della democrazia e del rispetto dei diritti umani e civili.
Nel contempo il Comitato Direttivo denuncia la indegna gestione dei profughi e dei migranti da parte del Governo italiano. Una gestione ispirata a meschini calcoli politici ed elettorali da parte del Governo e della Lega Nord ha causato condizioni disumane dei profughi provenienti dal Nord Africa e “reclusi” sull’isola di Lampedusa. La stessa ipotesi governativa di predisporre mega tendopoli come quella di Manduria ripropone,
di fatto, uno stato di segregazione e di abbandono ed è destinata a creare ulteriori tensioni fra i profughi e con le popolazioni locali.
E’ al contrario indispensabile riaffermare la necessità di accoglienza e solidarietà verso profughi e migranti puntando ad un’accoglienza diffusa e per piccoli gruppi che coinvolga le Regioni e le comunità locali e che utilizzi le risorse europee già disponibili.
La CGIL Lombardia invita tutte le proprie Strutture, a partire dalle Camere del Lavoro Territoriali, a proseguire nell’azione di sensibilizzazione e mobilitazione in un rapporto costante con lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, e con le altre organizzazioni della società civile.
Il Comitato Direttivo della CGIL Lombardia fa appello a tutte le Strutture affinché si produca uno sforzo straordinario per la riuscita dello sciopero generale del prossimo 6 maggio. La scelta di affidare ai Territori la definizione delle modalità dello sciopero indica la volontà di mettere in campo una mobilitazione capillare che sappia coinvolgere l’insieme dei lavoratori e dei pensionati.
Nell’attuale fase politica e sindacale, la CGIL rappresenta un baluardo sociale per la riunificazione del mondo del lavoro, contro la politica economica del Governo ed in difesa dei diritti contrattuali e delle persone così duramente attaccati dallo stesso Governo e da Confindustria, in presenza anche di scelte sbagliate, oltre che subalterne da parte dei gruppi dirigenti di CISL e UIL. Va in questo senso contrastata e battuta la politica degli accordi separati.
Lo sciopero generale serve ad evitare un ulteriore arretramento sul terreno dei diritti, delle tutele, della democrazia nel nostro Paese, sostenendo le posizioni e le proposte che la CGIL ha costruito a questo scopo in questi anni e che attendono di essere realizzate.
Al centro vanno posti i temi della dignità e del valore del lavoro, dello sviluppo eco sostenibile, della crescita di salari e pensioni, della riforma fiscale, della difesa del welfare e della tutela prioritaria delle persone fragili ed anziane, recuperando risorse per le non autosufficienze, della democrazia e della rappresentanza.
È indispensabile effettuare una campagna straordinaria di assemblee nelle aziende e sul territorio per illustrare gli obiettivi della giornata di lotta e le proposte della CGIL,
raggiungendo il maggior numero possibile di lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati, giovani e precari.
In questo senso, lo sciopero è l’occasione per confermare i rapporti con i movimenti delle donne, per la pace, dei giovani ed a difesa della Costituzione.
Il Comitato Direttivo sottolinea l’importanza che lo sciopero abbia successo a partire dai luoghi di lavoro dove occorre creare le condizioni per una massiccia astensione dal lavoro, fino ad arrivare alla realizzazione di manifestazioni territoriali ampie, partecipate, combattive e serene in ogni comprensorio della Lombardia. La riuscita dello sciopero è anche determinante per la continuità della nostra mobilitazione. Il Comitato Direttivo della Cgil Lombardia è riconvocato lunedì 9 maggio per valutare nel merito l’andamento della giornata di lotta del 6/5.
La mobilitazione dei giovani di sabato 9 aprile è stato un segnale importante al quale ha contribuito fortemente la CGIL, da sempre impegnata contro la precarietà e per una buona occupazione.
Oltre alla grande manifestazione di Roma, in ben otto piazze della Lombardia si sono prodotte le iniziative dei giovani e questo è un segnale molto importante e positivo, che testimonia come – anche nella nostra Regione – esista un diffuso disagio sociale che non trova risposte.
Milioni di cittadini hanno sottoscritto la richiesta di referendum, che si terranno il 12 e 13 Giugno, per difendere l’ambiente, la sicurezza e la qualità della vita, lo hanno fatto raccogliendo le firme con una straordinaria esperienza dal basso nel quasi totale silenzio degli organi di informazione.
Grazie al lavoro di tanti uomini e donne nella prossima primavera l’intero popolo italiano, in Italia ed all’estero, sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà per dire no alla privatizzazione dei beni comuni e per difendere l’ambiente, la qualità della vita e lo sviluppo economico e sociale contro la logica del profitto e delle privatizzazioni.
Parlare di acqua come bene comune significa mettere anche nel nostro Paese i bisogni di tutti davanti ad ogni altra considerazione e riportare il ruolo delle istituzioni pubbliche a gestire ed orientare l’uso di risorse fondamentali per lo sviluppo economico,
a cominciare dall’agricoltura e dall’industria, ed il risanamento e la difesa dell’ambiente. Si tratta di un problema che riguarda tutta l’Italia, dal Nord al Sud, come dimostra la grave carenza idrica ed il dissesto idrogeologico, con frane ed alluvioni che ogni hanno affliggono grandi aree del nostro paese. L’acqua è un bene essenziale e non è una risorsa infinita, deve essere difesa e preservata nell’interesse di tutti.
In merito all’energia nucleare la CGIL Lombardia riconferma la netta contrarietà al Piano Energetico Nucleare predisposto dal Governo: la CGIL considera quella del nucleare una politica regressiva nei confronti dello sviluppo energetico sia per gli alti costi economici, che ricadrebbero sui cittadini, sia perché rimane una tecnologia non sicura come i tragici fatti del Giappone hanno purtroppo nuovamente dimostrato. La non sicurezza riguarda sia il ciclo produttivo così come la gestione delle scorie nucleari, che – oltre che di difficile smaltimento - restano radioattive per migliaia di anni.
La CGIL sostiene con forza le energie rinnovabili, che unitamente al risparmio e all’efficienza energetica, possono creare vero sviluppo e crescita occupazionale diffusa e di qualità.
È grave che, mentre quasi tutti i Paesi più avanzati si interrogano sulla questione energetica ed i suoi costi, investendo risorse ingenti nella ricerca e nelle energie rinnovabili, il nostro Governo è fermo, incapace di promuovere una politica nuova in campo energetico e solo attento a camuffare i propri intendimenti per – come ha detto la Ministra dell’ambiente – “non perdere le elezioni”.
La politica neoliberista, le privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi essenziali hanno prodotto soltanto l’impoverimento di larga parte delle popolazioni, il continuo dissesto del territorio, ridotto il potere dell’Amministrazione pubblica ed ha arricchito pochi gruppi finanziari aggravando la crisi economica, sociale, ecologica e della democrazia nella quale siamo tuttora immersi.
Per questo, la CGIL, unitamente ai Comitati sorti in tutti i territori, sarà impegnata sugli obiettivi referendari, per il raggiungimento del quorum e per la difesa dei beni pubblici.
Sesto San Giovanni, 11 aprile 2011
Approvato all’unanimit à
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