La cgil e la flc cgil lombardia hanno avuto ragione a criticare la legge regionale n. 19/2007 sulla scuola.


COMUNICATO STAMPA






LA CGIL E LA FLC CGIL LOMBARDIA HANNO AVUTO RAGIONE A CRITICARE LA LEGGE REGIONALE N. 19/2007 SULLA SCUOLA.

DICHIARAZIONE DI FULVIA COLOMBINI DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA E DI CORRADO EZIO BARACHETTI SEGRETARIO GENERALE DELLA FLC CGIL LOMBARDIA





La Regione Lombardia si appresta a modificare la legge n. 19/2007 "norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia".



La Legge in questione era stata da noi fortemente criticata perché contenente una serie di articoli che, accentuando l'autonomia regionale, creavano un "modello scolastico lombardo" parallelo e in conflitto con quello nazionale, e in contrasto con le leggi vigenti.



Come CGIL e FLC abbiamo sempre sostenuto che il diritto allo studio e i conseguenti percorsi formativi devono essere regolati nazionalmente, pertanto la pretesa della Giunta Formigoni di creare " la scuola lombarda" andava contrastata.



La giustezza delle nostre critiche trova oggi conferma nelle modifiche che la Regione introdurrà nella Legge. Su quest'ultima il Ministro Fioroni, Ministro dell'Istruzione del precedente Governo Prodi, aveva presentato istanza di incostituzionalità davanti alla Corte Costituzionale, condividendo la nostra posizione.



Verranno eliminati dalla legge la maggior parte degli elementi di autonomia e, in particolare, per gli istituti di formazione professionale si ritornerà correttamente a far riferimento a standard definiti a livello nazionale, ovvero torna in questo modo a valere la competenza esclusiva dello stato.



Vogliamo però sottolineare un elemento di contrarietà, rispetto alle modifiche proposte, circa la creazione di un nuovo Albo cui potranno iscriversi soggetti no-profit operanti nel campo istruzione, formazione e lavoro. Questi enti sfuggiranno ad ogni valutazione generale senza il coinvolgimento né del Consiglio regionale, né degli organi consultivi, né delle parti sociali, e avranno un rapporto diretto solo con l'assessorato, di fatto sfuggendo a qualsiasi processo condiviso di programmazione, accreditamento, valutazione.



Invitiamo la Regione ad aprire il confronto con tutti i soggetti interessati evitando scelte unilaterali, perché il diritto allo studio, a tutti i livelli, rappresenta uno dei diritti individuali più preziosi e di fondamentale importanza per lo sviluppo sociale ed economico del paese.





Sesto San Giovanni, 26 novembre 2008

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