Cgil lombardia: tutti i dati sull'obiezione di coscienza al convegno sulla 194.


COMUNICATO STAMPA

CGIL LOMBARDIA: TUTTI I DATI SULL'OBIEZIONE DI COSCIENZA AL CONVEGNO SULLA 194.

Si e' svolto oggi, in un'affollatissima aula dell'Università' Statale di Milano, il convegno dal titolo: "194. UNA LEGGE GIUSTA. AUTODETERMINAZIONE E PREVENZIONE PER CONTRASTARE L'ABORTO", organizzato dalla Cgil Lombardia. Assente il Ministro Rosy Bindi per sopraggiunti impegni, al dibattito, aperto da una relazione di Lella Brambilla della segreteria della Cgil Lombardia, sono intervenuti Mauro Buscaglia, primario di ginecologia dell'ospedale San Carlo di Milano - che ha lanciato una raccolta di firme su un appello dei medici e degli operatori in difesa della legge 194 - Michele Grandolfo, Dirigente dell'Istituto Superiore di Sanità, Donatella Albini, ginecologa dell'Ospedale Mellini di Chiari, Alessandra Kustermann responsabile del servizio diagnosi prenatale della Mangiagalli di Milano, Marisa Fiumano' direttrice del Laboratorio freudiano per la formazione degli psicoterapeuti di Milano, Marilisa D'Amico ordinario di Diritto Costituzionale all'Università' di Milano, Fabio Parazzini, ricercatore dell'Istituto di Ricerche farmacologiche "Mario Negri", Marisa Guarneri Presidente della Casa delle donne maltrattate, Marilena Adamo Capogruppo del Pd al Comune di Milano, Katia Zanotti, parlamentare della Sinistra Arcobaleno. Ha concluso i lavoro Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil Lombardia.

Un'indagine presentata in occasione del convegno fornisce dati allarmanti sull'obiezione di coscienza in 67 ospedali lombardi: su un totale di 546 medici ginecologici che operano in quelle strutture pubbliche, 364 sono obiettori (pari al 66,7 %) e 146 non obiettori. In altre parole 7 medici su 10 sono obiettori, 46% gli anestesisti e 31% il personale paramedico (in allegato le tabelle).

Gli interventi degli esperti hanno messo in luce, affrontando aspetti diversi, da quello medico a quello psicologico, giuridico e sociale, la gravità dell'attacco alla legge 194 e in primo luogo all'autodeterminazione delle donne.

Lella Brambilla, nella sua relazione, ha sottolineato come si stiano intrecciando, nella discussione aperta in queste ultime settimane sulla 194 diverse motivazioni.

C’è chi in nome di convinzioni etico-religiose vorrebbe una legislazione che affermasse la contrarietà all’aborto in quanto tale e chi, con motivazioni scientifiche, vorrebbe introdurre delle limitazioni, nell’applicazione della normativa, alla libertà di scelta della donna ed al rapporto tra la donna ed il medico.

Scienza ed etica sono dunque alla base della contesa, ma in essa, accanto a strumentalizzazioni da “cattiva politica”, vive un confronto anche molto aspro sul concetto di laicità, sul rapporto fra fede e normazione legislativa, è dunque in gioco, se si guarda al cuore del problema, il concetto e la pratica della laicità dello Stato.

La Cgil Lombardia ritiene la 194 una legge valida, alla luce dei risultati conseguiti, che hanno visto una drastica riduzione degli aborti, nel rispetto della salute e dell’autodeterminazione della donna, una legge che non ha bisogno di essere messa in discussione, ma piuttosto di interventi finalizzati alla sua piena attuazione, per affermare le sue potenzialità sul terreno della prevenzione e della procreazione consapevole.

La Cgil Lombardia vuole, con questo convegno, offrire un contributo di approfondimento e di confronto, affrontando i diversi aspetti del problema, sotto il profilo culturale, medico-scientifico e legislativo, con il contributo di rappresentanti del mondo politico, del mondo scientifico, di intellettuali, di operatori ed operatrici dei servizi sociosanitari impegnati nell’attuazione delle leggi sull’Ivg e sulla maternità consapevole.

La CGIL Lombardia desidera infine, in questa discussione, riaffermare il valore di un “diritto mite”, di uno Stato pienamente laico nel quale convivono opzioni culturali, politiche e religiose diverse, senza che la loro convivenza limiti i diritti delle persone, a partire da quelli delle donne.

Susanna Camusso, concludendo i lavori del convegno ha rivolto innanzitutto un appello alla politica “perché la presenza altissima di medici obiettori negli ospedali pubblici è anche il frutto delle nomine politiche nel campo della sanità. E’ proprio necessario - si è chiesta - che la valutazione delle professionalità debba essere condizionata dagli schieramenti politici?”

Il sindacato assume in prima persona questa questione anche in considerazione del fatto che i carichi di lavoro dei pochi medici non obiettori, la loro “segregazione” oggettivamente forzata in un solo tipo di attività, l’ivg, pone anche questioni di carattere contrattuale.

“Chiediamo ad esempio che si facciano nuove assunzioni di medici non obiettori ( e non solo medici, visto che possono obiettare anche anestesisti e paramedici), in tutte le strutture sanitarie pubbliche nelle quali non è garantita l’applicazione della 194”.

In merito al dibattito in corso e alla campagna sulla moratoria Susanna Camusso ha espresso l’opinione che “chi parla della vita in quei termini in realtà ha paura della morte, o forse insegue il mito dell’immortalità. In realtà non si pensa più alla qualità dell’esistenza, ma al suo mero prolungamento, e questo riguarda anche il tema delle cure palliative e del modo della sanità pubblica di affrontare la questione del termine della vita. Sta passando l’idea pericolosa di una sanità che non cura, non previene ma semplicemente prolunga la vita anche solo per puro accanimento”. Il segretario generale della Cgil Lombardia ha poi posto un quesito di carattere etico giuridico ma anche simbolico: “perché mai nei confronti di un minore si esercita per legge una responsabilità genitoriale che invece non viene minimamente non solo contemplata ma presa in considerazione nel caso di un feto, che diventa così una sorta di “terra di nessuno”?

Ha poi aggiunto: “noi difendiamo la legge 194 come diritto non perché consideriamo come tale l’aborto - tant’è che nel titolo del convegno abbiamo parlato di autodeterminazione e prevenzione per contrastare l'aborto – ma perché per noi è un diritto l’autodeterminazione e la libertà delle donne.

Qualunque intervento che renda possibile questa libertà, contribuisce a costruire un mondo migliore per tutti. In questo senso penso che, al di là delle formulazioni giuridiche, si debba parlare di autodeterminazione anche nel caso dell’aborto terapeutico, perché è proprio nel porsi il problema e nel nella decidere di praticare la diagnosi prenatale, c’è una chiara espressione della volontà e delle domande di una donna”.


In allegato le tabelle – parziali – della presenza dei medici obiettori negli ospedali lombardi.



Sesto San Giovanni 29 febbraio 2008


Primi risultati della ricognizione della presenza dei ginecologi obiettori e non obiettori negli ospedali della Lombardia


PROVINCIA OSPEDALI NON OBIETTORI OBIETTORI SU TOTALE MEDICI

Provincia di BERGAMO
1 Ospedali Riuniti di Bergamo 4 19 23
2 Ospedale Treviglio TUTTI 13
3 Ospedale di Calcinate TUTTI 4
4 Ospedale di San Giovanni Bianco (di cui 1 libero professionaista) TUTTI 5
5 Ospedale Bologni di Seriate 4 6 10
6 Ospedale di Clusone 1 6 7
7 Ospedale di Alzano Lombardo 2 7 9

Provincia di BRESCIA
8 Ospedale civile di Brescia 4 36 40
9 Ospedale di Chiari 8 2 10
10 Ospedale di Iseo TUTTI
11 Ospedale di Manerbio 6 4 10
12 Ospedale di Desenzano del Garda 1 8 9
13 Ospedale di Gavardo 4 5 9
14 Ospedale di Valle Camonica di Esine 1 6 7

Provincia di COMO
15 Ospedale Sant'Anna di Como 1 15 16
16 Ospedale di Cantù e Mariano Comense TUTTI

Provincia di CREMONA
17 Ospedale Cremona 3 10 13
18 Ospedale Oglio Po di Vicomoscano 2 7 9

Provincia di LECCO
19 Ospedale di Lecco 2 13 15
20 Ospedale di Merate (interviene su chiamata un medico dell'Ospedale di Vimercate ) TUTTI

Provincia di LODI
21 Ospedale Maggiore di Lodi 3
22 Ospedale Delmati di Sant’Angelo Lodigiano
(il reparto di Ginecologia viene tenuto aperto dai ginecologi di Lodi) TUTTI
23 Ospedale Civico di Codogno 2 7 9

Provincia di MILANO
24 Ospedale L. Sacco di Milano
25 Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano 3 16 19
26 Ospedale San Paolo di Milano 9 10 19
27 Ospedale San Carlo Borromeo di Milano 8 4 12
28 Ospedale di Monza 2 21 23
29 Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo 2 6 8
30 Ospedale di Carate 7 11 18
31 Ospedale di Giussano (un anestesista non obiettore) *
32 Ospedale di Desio 3 16 19
33 Ospedale di Vimercate 5 8 13
34 Ospedale di Vaprio d'Adda (insieme a Vimercate)
35 Ospedale Sesto san Giovanni 5 5 10
36 Ospedale Commenda e Regina Elena (Mangiagalli) 24 46 70
37 Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano
38 Ospedale Civile di Legnano
39 Ospedale di Magenta 2
40 Ospedale di Cuggiono 1
41 Ospedale Salvini di Garbagnate Milanese
42 Ospedale Caduti Bollatesi di Bollate 1
43 Ospedale di Circolo di Rho 5 12
44 Ospedale Macedonio Melloni di Milano 9
45 Ospedale Predabissi di Melegnano 2 9
46 Ospedale Cernusco sul Naviglio TUTTI
47 Ospedale Melzo – Gorgonzola TUTTI

Provincia di MANTOVA
48 Ospedale Civile di Asola 2 7 9
49 Ospedale Civile Destra Secchia di Pieve di Coriano 3 6 9
50 Ospedale Carlo Poma di Mantova 3 11 14

Provincia di PAVIA
51 Ospedale Policlinico San Matteo di Pavia TUTTI 14
52 Ospedale di Broni
53 Ospedale di Voghera 3 7 10

Provincia di SONDRIO
54 Ospedale Eugenio Morelli di Sondalo 1 6 7
55 Ospedale di Sondrio 2 8 10
56 Ospedale id Chiavenna 2 5 7

Provincia di VARESE
57 Ospedale di Circolo Filippo del Ponte di Varese 4 8 12
58 Ospedale di Cittiglio 4 4 8
59 Ospedale di Busto Arsizio 1 9 10
60 Ospedale di Tradate 1
61 Ospedale di Saronno 2 9 11
62 Ospedale C. Ondoli di Angera TUTTI 6
63 Ospedale Sant'Antonio Abate di Gallarate TUTTI
64 Ospedale di Gallarate TUTTI 19


"Per garantire l'applicazione della Legge 194 negli ospedali dove i ginecologi sono tutti obiettori di coscienza, vengono
chiamati a praticare l'IVG ginecologi con rapporto di lavoro libero professionale (""gettonista""), o vengono dirottate le pazienti in altre strutture, o vengono spestati ginecologi non obiettori da un presidio all'altro nella stessa Azienda Ospedaliera."

* Nel Ospedale di Giussano non c'e' il reparto di Ginecologia, pertanto non sono previsti ginecologi ma, essendo presente un anestesista non obiettore, le IVG vengono svolte con medici ginecologi con rapporto di lavoro libero professionale

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