In una nota mandata stamattina a tutte le strutture, la Segreteria della CGIL Lombardia ricorda che “lo scorso 18 febbraio il Comitato Direttivo della CGIL ha deciso, con voto unanime, che la risposta ai provvedimenti del Jobs Act fosse da individuare prima di tutto nella contrattazione. Contrattazione nazionale, decentrata, territoriale e sociale, inclusiva di tutte le figure precarie e professionali, a partire dal sistema degli appalti e a tutela del lavoro povero: è questo il terreno su cui determinare e posizionare l'azione sindacale e l'asse centrale dell'iniziativa di tutta la CGIL, ricercando, nel contempo, le possibili convergenze unitarie. 

Contestualmente - sottolinea ancora la nota della Segreteria della CGIL Lombardia - si è deciso di promuovere un “nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori” per estendere diritti e tutele, su cui misurare il consenso, attraverso la consultazione certificata degli iscritti e delle iscritte alla CGIL, coscienti che raggiungere tale obiettivo non è né semplice né facile e, nel contempo, rendendo vincolante per tutti il loro giudizio. Per tutto questo non è condivisibile la proposta avanzata in questi giorni dal Segretario Generale della FIOM di una "nuova coalizione sociale" che sposta, come risulta evidente, su un altro terreno la discussione e l'azione sindacale, ridimensionando il ruolo e l'azione contrattuale e mutando, oggettivamente, anche le iniziative di piazza delle prossime settimane. Rafforzare la rappresentanza generale e confederale del lavoro - conclude la nota - è innanzitutto terreno di iniziativa sindacale, come peraltro dimostrano i risultati delle recenti elezioni delle RSU non solo della pubblica amministrazione, a partire da un prioritario legame e vincolo con lavoratori, lavoratrici, pensionati e con un forte profilo autonomo dalla politica e dai partiti”. 

 Milano, 16 marzo 2015