La Carovana Antimafie è arrivata in Lombardia. 

Intervento di Graziella Carneri al Consiglio Regionale della Lombardia

Oggi a Milano, riunione del Consiglio Regionale dedicata all'impegno che la Carovana Antimafie sta portando in tutte le città e regioni italiane

Per CGIL CISL UIL Lombardia nel corso della riunione ha preso la parola Graziella Carneri, della segreteria regionale della CGIL, che ha detto:
"Abbiamo voluto caratterizzare la partenza della Carovana con una riflessione flash sugli appalti che, visti dal punto di vista dei lavoratori, rappresentano pienamente dalla negazione di diritti fondamentali, dall'insicurezza. Periferie quindi spesso nascoste, lavoratori talvolta invisibili, o sarebbe meglio dire che si preferisce, che fa comodo non vedere.
Talvolta riguarda anche noi, riguarda anche le istituzioni.
Ci fa piacere ed è importante partire da qui, dalla sede del Consiglio regionale, perché il ruolo delle istituzioni è fondamentale non solo per il contrasto alla criminalità e alle mafie, ma anche per provare a superare i problemi che caratterizzano gli appalti.
Nel caso degli appalti la Regione può svolgere un duplice ruolo:
1) in qualità di soggetto che legifera, soggetto decisore rispetto a norme, regole, controlli ecc; l'istituzione può e deve avere anche il compito di favorire la diffusione di una cultura della legalità e della buona occupazione
2) in quanto soggetto committente (di peso) per molti appalto, in via diretta o indiretta tramite le società di proprietà o partecipate.

Due dati: gli appalti pubblici rappresentano il 15% del Pil (dato al ribasso), quindi pezzo importante della nostra economia, se ben gestiti, e volano di possibile rilancio; ma (lato oscuro), ci sono stime che ci dicono che sul valore complessivo delle opere pubbliche la corruzione vale il 40%!
Ma quando si parla di appalti pubblici, non pensiamo solo alle grandi opere che sono state a lungo terreno fertile di infiltrazioni della criminalità organizzata. Oltre alle grandi opere c'è un diversificato e ampio mondo dei servizi di vario genere.
Su questo fronte il fenomeno delle terziarizzazioni e/o esternalizzazoni dei processi produttivi di beni e servizi che negli ultimi decenni ha segnato significativamente l'evoluzione dei modelli economici e organizzativi, ha riguardato anche la pubblica amministrazione.
Credo che anche le ultime inchieste giudiziarie, prima Roma poi Milano, ci dicano come non ci sia ambito, settore o territorio che sia Esente da gnomoni malavitosi.
Cosa ci dice la nostra esperienza sul campo soprattutto in questi ultimi anni?
La diminuzione delle risorse disponibili in generale, i tagli dei governi ai ministeri e agli enti locali, la spendine review, le politiche di bilancio(restrittive) di Regioni, province e comuni, e la crisi e le politiche di risparmio anche delle aziende private, sono calate come una mannaia sul sistema degli appalti, aumentandone le criticità.
In particolare si è innescata o accentuata una competizione tutta giocata sul l'abbattimento dei costi che, in settori dove ci sono pochi margini di innovazione tecnologica si ripercuote evitabilmente sui costi e sulle condizioni di lavoro e apre le porte ad aziende o cooperative di dubbia serietà che riescono ad offrire servizi a prezzi improbabili solo a fronte dello sfruttamento della manodopera e della violazione di leggi e contratti. Frammentazione, precarietà, disagio economico sono le condizioni che purtroppo caratterizzano oggi il mondo del lavoro in appalto, in un quadro di diffusa illegalità: mancati o ritardati pagamenti degli stipendi, evasione contributiva e fiscale, riduzioni sempre più pesanti delle ore di lavoro con riduzione di salario, sottrazione dei diritti più elementari, compreso quello alla salute e alla sicurezza (non a caso anche gli infortuni e le morti sul lavoro riguardano nella maggioranza dei casi, lavoratori delle ditte in appalto), lavoro nero; a ciò si aggiunge l'incertezza per la continuità dell'occupazione nei frequenti cambi di appalto.
Le lavoratrici e i lavoratori degli appalti hanno un rapporto di lavoro solo formalmente a tempo indeterminato, nella sostanza vivono in condizioni di precarietà costanti, perché il cambio di appalto e' un dato di fatto e non c'è norma che tuteli appieno il loro posto di lavoro: non esiste un vincolo preciso per l'impresa che esce dall'appalto nel tenersi i lavoratori, e non esiste un vincolo per l'impresa che subentra.
Solo alcuni CCNL sono riusciti ad introdurre qualche garanzia, ma le imprese in questi anni si sono ingegnate nel trovare le modalità per aggirarle.
Non è questo il luogo ne' l'occasione per tornare su un problema che abbiamo affrontato (e non risolto) con Regione Lombardia - approfitto per dire che quanto successo con il cambio di appalto del servizio di gestione delle postazioni di lavoro per l'attività formativa e gli effetti prodotti sui lavoratori rappresentano un esempio concreto del fatto che certe cose o storture capitano non solo nei luoghi periferici ma anche al centro e troppo spesso dentro le istituzioni, e questo non può lasciarci indifferenti!
Ecco perché serve un punto di riferimento forte nella legislazione nazionale, ma serve un impegno e un'assunzione di responsabilità ampia e, ripeto, il ruolo delle istituzioni e delle amministrazioni locali e' di primaria importanza. È' un mondo da bonificare, e con questa consapevolezza noi chiediamo anche a Regione Lombardia un impegno su questo fronte. Un impegno che, rispettando le prerogative proprie di questa istituzione, si possa concretizzare attraverso sia la definizione di linee di indirizzo, sia, in modo più concreto, in interventi specifici per disciplinare le gare d'appalto.
Il tema appalti, per quanto riguarda CGIL CISL UIL non rappresenta un inedito, e segnerà anche la nostra azione futura, ma la Carovana Antimafie, scegliendo questo tema e questo luogo, per l'avvio del viaggio in Lombardia, ha scelto di provare a portare al centro, assieme a tante altre, anche questa periferia fatta di lavoratori che, quasi sempre stanno peggio di altri.

Milano 6 ottobre 2015

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