Expo e il lavoro: vigilare oggi, prepararsi al futuro

Le proposte emerse al convegno della Cgil Lombardia al Politecnico. Un primo momento di approfondimento che prepara l'iniziativa del 25 maggio che metterà di fronte tutti gli attori politici, istituzionali ed economici interessati

» riascolta gli interventi - podcast RadioArticolo1 
» presentazione POLIMI

28 aprile 2015 - Si è tenuto al Politecnico di Milano il convegno promosso dalla CGIL Lombardia dal titolo: EXPO E LAVORO. Investimenti, Infrastrutture, Ricerca e Occupazione. Un dibattito ricco con al centro i temi e i problemi della realizzazione dell’evento ma anche le questioni più legate all’attualità. » locandina/programma

Il convegno, realizzato con il contributo del politecnico di Milano, è stato presieduto da Giovanni MINALI, della CGIL Lombardia che ha sottolineato come Expo sia un grande puzzle, un coacervo di contraddizioni. Expo è un cantiere di un milione di metri quadri in cui gli operai si sono fatti carico di portare a termine i lavori su tre turni, 24 ore su 24. Una grande scommessa occupazionale non solo per chi lavorerà durante il sito ma soprattutto lo sarà il post Expo. Gli ingenti investimenti infrastrutturali devono essere il punto di riferimento per costruire una fase in cui la ricerca e gli investimenti produttivi, anche di nuova generazione, diventino elemento per creare lavoro stabile e di qualità. Questo è il primo appuntamento di un percorso di approfondimento che avrà la prossima tappa il 25 maggio con la presenza del ministro Martina, del Sindaco Pisapia, del Presidente Maroni, del rettore dell’Università Vago, del Presidente del CNR Nicolais, del Presidente di area Expo, dell’Assolombarda e del Segretario generale della CGIL Susanna Camusso.

Graziella CARNERI, Segretario CGIL Lombardia, ha aperto la sua relazione ricordando che oggi si celebra la giornata dedicata alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Carneri ha sottolineato che, anche grazie agli accordi raggiunti, per fortuna il lavoro di migliaia di persone per il sito espositivo non ha fatto registrare infortuni. E restando sul terreno degli accordi tra le parti, anche alla luce delle recenti polemiche, ha detto chiaramente che un evento di tale rilievo, che si calcola porterà a Milano venti milioni di persone, non può essere gestito con le energie di sempre. Per questa ragione in occasione di ogni accordo sottoscritto, si è lavorato per quantificare un serio impegno per nuove assunzioni.
E facendo riferimento agli scioperi in vista e durante Expo, Carneri ha sottolineato che non è nel dna della CGIL usare un evento di tale portata per esercitare pressioni su questioni di altra natura.

Il Prof. Paolo GALUZZI, del Dipartimento Architettura e Studi Urbani Politecnico Milano, ha espresso l’esigenza di traguardare il futuro di quest'area dentro la città metropolitana. Parlando a nome di un gruppo di ricercatori del Politecnico e del Pim che stanno collaborando con la CGIL ad un report che dovrà aiutare il sindacato a svolgere un ruolo importante sul futuro delle aree occupate da Expo, ha sottolineato l'intenzione di guardare, anche con occhio critico, alla fase di progettazione e costruzione, e soprattutto a quella dell'utilizzo post evento del sito, con la prospettiva dello sviluppo di attività produttive.
Hai poi rivolto a tutti una raccomandazione: riuscire a valorizzare ciò che esiste, perché questo può contribuire ad un riuso ottimale dell'area. Non c'è la possibilità di una prospettiva immobiliare, allora ci vuole una regia pubblica per operare una trasformazione, anche in termini di destinazioni d'uso, che metta in valore gli stessi investimenti pubblici.

Walter SCHIAVELLA Segretario Generale della Fillea Cgil nazionale ha definito Expo un laboratorio. Facendo un bilancio del cantiere Expo rispetto agli altri cantieri in giro per l'Italia, ci si potrebbe dire soddisfatti, ha detto, ma in realtà così non è. Dopo aver messo in luce le criticità nel sistema di assegnazione degli appalti, ha sottolineato l'urgenza di ripensare l'organizzazione di questi grandi eventi. Ci hanno chiamato Cassandre, ma che non si facesse in tempo a finire per la data indicata l'avevamo detto. Si è iniziato tardi perché troppe cose non erano chiare soprattutto nell'impianto normativo. La lezione oggi è che senza la contrattazione e senza il lavoro, adesso degli edili e domani di tutti gli altri, non si sarebbe potuto ottenere il risultato che si è ottenuto, e cioè che oggi quel cantiere è quasi finito, anche se, pur nel rispetto delle regole, si è dovuto lavorare in tempi accelerati. Adesso, chi ritarda i protocolli d'intesa per la fase di gestione che si apre dovrebbe cambiare atteggiamento, perché senza intermediazione sociale un evento di quel genere non si gestisce. Expo è un laboratorio anche sul terreno della coesione sociale, ma ci vogliono partecipazione e coinvolgimento degli attori sociali nelle scelte, che debbono rimettere al centro il tema delle città come motori di uno sviluppo sostenibile.

Graziano GORLA, Segretario Generale della CdLM di Milano ha fatto il punto dell'azione sindacale in riferimento a Expo: un bilancio che ieri è stato tracciato anche insieme a Cisl e Uil, con l'elaborazione di un report consegnato alla Carta di Milano. Il report è un contributo unitario che indica nei diritti del lavoro, nella legalità, nella lotta al lavoro nero gli elementi che completano il tema del nutrimento del pianeta, che si nutre anche col lavoro. Il bilancio su Expo è contraddittorio, ha poi aggiunto: positivo rispetto alla fase di costruzione, più problematico ora nella fase di gestione, soprattutto sul terreno degli accordi per la legalità nei rapporti di lavoro. Il percorso degli accordi è cominciato nel 2007, ma oggi nel sito mancano ancora alcune garanzie. Per questo i sindacati confederali milanesi hanno chiesto al Prefetto di ripristinare i controlli e di condurre un'indagine all'interno dell'area. I 960 dipendenti hanno condizioni differenti di lavoro. Poi ci sono i volontari che sono 7500. Finora sono state realizzate solo tre intese, mentre restano senza certezze gli appalti per la sorveglianza e per la pulizia. Anche nei padiglioni e negli stand (circa 500 presenze) restano indefiniti i rapporti di lavoro e l'applicazione dei CCNL e delle regole del nostro paese. Solo con Cascina Triulza si è raggiunto un accordo. Restano comunque quelli che noi chiamiamo i contratti pirata.

Massimo BONINI, Segretario Generale della Filcams Cgil di Milano, ha aperto il suo intervento annunciando che la categoria che rappresenta non farà nessuno sciopero il Primo Maggio; ha poi ripreso il tema della fase degli accordi per la gestione di Expo, nella quale si registrano forti ritardi, a partire dalla pulizia. E’ stato appena firmato un accordo con tre imprese, alcune delle quali però non danno sufficienti garanzie, e ha ribadito che anche sul piano della sicurezza si registrano ritardi preoccupanti.
Nei padiglioni ci sono lavoratori che arrivano dai paesi di origine e che in termini di rapporto di lavoro sfuggono al controllo del sindacato. Molte delle società del terziario che gestiscono il lavoro a Expo appartengono da sempre alla zona grigia, mentre è difficile individuare i contratti pirata che anche a suo avviso vengono utilizzati. Si registrano difficoltà comunque con le controparti che mostrano una certa ritrosia nelle trattative. Qualche segnale positivo viene invece da alcune, poche singole aziende come Metro Cash ad Carry, Rinascente, la Veneranda Fabbrica del Duomo. Stiamo chiedendo un forte impegno per far applicare le regole e avremo il nostro bel da fare per inseguire le criticità.

Florindo OLIVERIO, Segretario Generale della Funzione Pubblica Cgil Lombardia ha messo in luce i due indirizzi contrapposti che si scontrano, uno di basso profilo, che vede Expo come semplice vetrina per le aziende verso l'estero, l'altro che la legge come possibilità di una via alta di sviluppo dell'intero sistema paese, a forte governance pubblica. Un significativo accento è stato posto alle questioni legate alla sicurezza, che non vanno sottovalutate come si è fatto al Tribunale di Milano per ragioni legate alle lunghe file per passare attraverso i controlli. Ha poi parlato dell’impegno pubblico. Non è tutto rose e fiori: i servizi ispettivi ingaggiati dall’antimafia, il Centro Servizi della Pubblica amministrazione (che il governo avrebbe potuto usare per configurare l’unificazione dei servizi, ma non ci sono progettualità e risorse), il personale sanitario di ruolo o assunto ad hoc, con scarsi finanziamenti dalla Regione Lombardia, che sostiene di aver messo a disposizione molte risorse, ma in realtà ha previsto ben poco, il che non fa ben sperare rispetto all'affluenza di oltre venti milioni all'evento. Expo, da formidabile occasione per il paese di ripensare le sue linee di sviluppo, si sta rivelando la bolla su cui le istituzioni rischiano il flop.

Stefano MALORGIO, Segretario Generale della Filt di Milano ha esordito parlando dello sciopero di oggi indetto dai sindacati di base. Cgil Cisl Uil sanno che non possono assumersi l'onere di indire uno sciopero nel periodo di Expo, ma siamo in un campo che pullula di piccole sigle che si permettono qualunque cosa. Per il 15 maggio è stato indetto un altro sciopero dalla stessa sigla, e io penso che si stia giocando col fuoco, facendo correre il rischio a tutti che qualcuno intervenga con l'accetta. Un tema non eludibile, da affrontare per tempo. Lo sciopero di oggi è stato indetto dalla Cub ben prima che si firmasse l'accordo Expo, ma poi si è detto che era contro quell'accordo che è stato firmato da tutte le sigle che hanno una rappresentanza Rsu, e votato da tutte le Rsu. Mi chiedo se sia possibile che i cittadini milanesi vengano tenuti ostaggio di uno sciopero indetto da una piccolissima sigla.
Mai prima la categoria si era trovata di fronte ad un evento della dimensione temporale di Expo. C'è da chiedersi se il nostro sistema di trasporto, che è fragile, riuscirà a reggere questo carico di lavoro per sei mesi. La gestione dell'evento dev'essere necessariamente unitaria e molto equilibrata. Noi abbiamo lavorato per allargare lo spazio occupazionale, e in questo senso sono stati realizzati accordi importanti, come quello Atm, con 500 nuovi posti di lavoro la metà dei quali stabili, e consistenti riconoscimenti economici. Nel sistema aeroportuale la situazione è abbastanza sotto controllo e non richiede accordi specifici.

Claudio SUPERCHI Segretario Generale della Flai Cgil Lombardia ha concentrato il suo intervento sulla lotta al caporalato, che è il problema più grave per la categoria. La lotta alla legalità per la Flai è di vitale importanza. Con l'Osservatorio Placido Rizzotto si sono unite tante forze diverse per studiare l'espansione del fenomeno anche dentro l'economia legale. Le mafie in agricoltura si spartiscono i proventi illeciti facendo cartello e assicurandosi il massimo del guadagno. Su questo il sindacato ha realizzato molte campagne, "stop il caporalato" ha favorito anche la definizione di nuove norme contro un fenomeno che anche al nord ha assunto dimensioni molto preoccupanti. Questo ha a che fare con la qualità del cibo e dei prodotti, con la lotta all'abbandono del territorio, con il benessere animale e con la sicurezza alimentare. E' paradossale che nell'anno di Expo questo settore sia arrivato ad un punto di non ritorno per la crisi e i tagli prodotti. La tutela del settore e l'eccellenza alimentare del nostro paese si stanno perdendo nell'indifferenza generale. Ci auguriamo, ha concluso, che Expo sia un'occasione di lavoro dignitoso.


Tobia SERTORI Segretario Generale della Flc Lombardia si è soffermato, anche in vista di Expo, sul ruolo che la ricerca ricopre e può ricoprire in Lombardia. Il settore sta vivendo una grave crisi per i tagli e i successivi riordini. Expo avrà bisogno della ricerca, sia nel campo dell'uso del territorio che in altri campi. Ed Expo è l'occasione per fare in modo che la Lombardia torni ad essere la locomotiva industriale e diventi un grande Hub, centro di ricerca tecnologica nel campo alimentare. La ricerca non è però solo quella finalizzata all'industria, ma anche quella di base che si occupa proprio del nutrimento del pianeta. Le ricadute della ricerca sono fondamentali per affermare un nuovo sviluppo, ma gli enti di ricerca hanno subito tagli così profondi che il finanziamento riesce a coprire solo gli stipendi dei dipendenti, impedendo di assicurare un contributo di qualità. 

La Lombardia ha un'alta vocazione e un'alta produzione agricola. L'Expo può essere un'occasione per questo settore per un rilancio legato all'innovazione. E’ necessario però avere una regia unica che permetta di governare con qualche criterio la spesa, anche quella regionale. Servono risorse aggiuntive ma serve anche spendere bene le risorse che ci sono.

Tirando le conclusioni di un dibattito che ha visto il contributo delle categorie più direttamente interessate ad Expo e al dopo Expo, Fabrizio SOLARI Segretario nazionale CGIL ha sottolineato l’importanza di Expo per tutto il paese, anche in termini di programmazione territoriale. Centrale è il tema di cosa fare dopo e di come mettere in comune questa esperienza. E' bene misurarci su questo, ma il bilancio lo faremo un po' più in là; intanto valutiamo quel che è successo e qual è l’insegnamento da trarne. La vicenda Expo ha avuto tre fasi: quella del tempo perso, quella dell’infiltrazione malavitosa con le ricadute in termini di immagine, e il terzo, quello degli sforzi che hanno permesso di aprire l'evento. Tre fasi che hanno protagonisti diversi. I ritardi, ha detto dichiarando una certa semplificazione Solari, sono sostanzialmente addebitabili a una politica e ad un governo che si sono identificati più nelle figure di mediatori d’affari che di progettisti del futuro di un bene comune. Questo avvenne all’inizio del percorso di Expo, in una competizione anche tra istituzioni dello stesso colore che ha fornito un'immagine di degrado della politica, ridotta a una sorta di vigile urbano di lusso preoccupato soprattutto di cosa ci si può guadagnare e di chi può guadagnarci di più. Poi c’è stata quella che sembra ormai una maledizione biblica per la quale non ci può essere appalto pubblico senza tangenti in questo paese – a questo proposito, nei prossimi giorni presenteremo le firme per la nostra proposta di legge sugli appalti. E’ toccato dunque al magistrato di turno provare a salvare una situazione compromessa. Infine è arrivata la fase dell’apertura dei cancelli, alla quale hanno contribuito in molti, ma nella quale il lavoro ha avuto un ruolo determinante, si è adattato e ha consentito di recuperare rispetto a una situazione complicata, permettendo al paese di non fare l'ennesima brutta figura. Questo è stato possibile grazie ai lavoratori e perché in Italia abbiamo Organizzazioni Sindacali che sanno contrattare, che non si sono limitate alla denuncia, che pure c'è stata. Ma è mai possibile - si è chiesto Solari - che ciò che c'è di buono debba manifestarsi solo nelle fasi di emergenza? Ha poi accennato a una riflessione sulle scelte di fondo che questo paese sta compiendo. Si ha l’impressione che vada affermandosi ancora una cultura molto invasiva, trasversale, insidiosa riassumibile nell'ognuno per sé, Dio per tutti. Una prassi nella quale la politica perde il senso di se stessa, decidendo in solitudine e approfittando del momento per compiere delle scelte che non hanno controllo sociale. Se oggi assistiamo a uno sciopero delle dimensioni di quello di oggi del trasporto pubblico locale, seppure proclamato da una sigla minore, è proprio perché è passato il messaggio che siccome c'è Expo, che è un’occasione unica, si può ottenere molto di più. Mancano i freni inibitori perché non c 'e' il valore comune, è questo il rischio della fase. E’ una cultura che fa prevalere l'egoismo contro l'interesse comune: non è giusto che sui giornali si parli solo del rischio di sciopero dei lavoratori della Scala e non si parli dei tre turni di quelli che hanno costruito Expo.

La questione è farsi carico dei problemi, e chi come noi se ne fa carico, ha tutto il diritto di gridare che non solo non siamo la forza che ostacola il cambiamento, ma che noi lo vogliamo il cambiamento, con tutte le nostre forze. Il punto è in quale direzione di marcia, e come questo cambiamento viene vissuto. Noi siamo dalla parte della novità, ma che sia rispettosa della realtà degli uomini e delle donne che vogliamo rappresentare, ha concluso Solari.

Milano 28 aprile 2015

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies