FILT CGIL MILANO E LOMBARDIA SU SCIOPERO CUB ATM


Il dato di adesione dello sciopero (che si attesta attorno al 45% con punte in Metropolitana) testimonia indubbiamente un malessere che va compreso.

Esiste un tavolo di monitoraggio sempre aperto con l'Azienda, e in quella sede andremo a verificare che problemi ci sono e come risolverli. La strumentalizzazione dei contenuti dell'Accordo richiede oggi qualche chiarimento allo stesso e una nuova tornata di informazione ai lavoratori. Lo faremo con incontri specifici nei prossimi giorni.

Ma quali sono le ragioni vere per le quali ai cittadini milanesi è stato impedito oggi di muoversi e di andare a lavorare?

Lo sciopero è stato dichiarato dalla sigla CUB (che non ha partecipato alle elezioni della RSU e non partecipa alle trattative) prima che l'accordo Expo fosse sottoscritto il 12 Aprile. Non solo. Il CUB ha già dichiarato un nuovo sciopero per il 15 Maggio, senza neanche voler aspettare gli esiti della loro prima azione. Questo alimenta o no qualche sospetto sulle vere motivazioni della mobilitazione di oggi?

L'accordo per EXPO con ATM è stato sottoscritto da tutte le Organizzazioni presenti al tavolo (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa, Orsa, UGL, SAMA) e dal coordinamento RSU di ATM. L'accordo è stato votato a larghissima maggioranza dalle RSU di ATM (che sono state elette a ottobre con la partecipazione dell’80% degli aventi diritto). Le regole vigenti in tema di contrattazione, prevedono che gli accordi aziendali siano votati dalle RSU dove esistenti, a differenza dei contratti nazionali che devono essere vagliati dai lavoratori.

Con le leggi vigenti però è possibile scioperare contro un accordo firmato e approvato secondo le regole da parte di chi, come il CUB, quelle regole decide di non riconoscerle.

Questo è il motivo per il quale nell’Accordo non è prevista alcuna moratoria sullo sciopero che varrebbe solo per i firmatari dell’Accordo stesso e che oggi non hanno scioperato.

È facile dichiarare sciopero così. Un accordo viene chiuso e votato, un altro soggetto (che non ha partecipato alla trattativa) rilancia chiedendo di più (senza tra l'altro alcuna richiesta formale). Ci chiediamo se sia moralmente corretto però far pesare questa gara al rilancio, su cittadini inermi.

Ma cosa prevede veramente l'accordo. Sono garantite 500 nuove assunzioni. Sul piano della sicurezza si prevede una impiego di 100 dipendenti che vigileranno nelle stazioni della MM e nei posti sensibili. A tutti i lavoratori (anche a quelli che avranno un minor aggravio di lavoro da Expo) viene riconosciuta una somma di 150 euro. Per coloro ai quali (operai inclusi) viene richiesta una flessibilità, si riconosce una indennità specifica.

Due sono gli elementi di flessibilità vera, dai quali comunque viene esclusa ogni forma di obbligatorietà dello straordinario, che rimane volontario:
• una limitazione del periodo di ferie a 15 gg minimo, da godere dentro il periodo del semestre;
• Lo spostamento di 6 giornate di riposo aggiuntivo nell'arco del semestre o, a richiesta del lavoratore, la rinuncia alle stesse. Quindi al massimo 6 giorni di lavoro in più in sei mesi.
Per tali elementi i lavoratori ATM ricevono un corrispettivo che, ad esempio linea 1 al parametro 190, vale circa 1200 euro in più nei sei mesi

A questo si aggiunga che
• se si lavora il Primo Maggio si riceve una somma che, tra accordi precedenti e accordo Expo, vale per un macchinista della M1 (parametro 190) più di 300 euro;
• la maggiorazione prevista per lo straordinario passa dal 10% al 20%. L’incidenza di questo elemento è molto consistente considerando gli straordinari che normalmente e volontariamente vengono fatti.
• Tutta una serie di indennità di disagio ulteriori complesse da spiegare.

Noi, assieme agli altri firmatari, pensiamo di aver fatto un buon accordo. Si può sempre fare meglio. Non vi è dubbio. Noi pensiamo che lo si debba fare senza far saltare il bilancio dell’Azienda, nella quale i lavoratori dovranno continuare a lavorare anche dopo Expo, sapendo che un’Azienda con i bilanci in ordine dà più garanzie ai lavoratori di un’Azienda in deficit.

È indubbio però che con scioperi di questo tipo, in questo periodo, qualcuno si è assunto la responsabilità di avallare un intervento che possa ulteriormente restringere la possibilità di utilizzare lo strumento dello sciopero.

Milano, 28/04/2015
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