Fino a quando stranieri in italia? manifestazione nazionale cgil cisl uil - roma 18 dicembre 2004


MANIFESTAZIONE NAZIONALE CGIL CISL UIL
ROMA 18 DICEMBRE 2004

Fino a quando stranieri in Italia?

Sono sotto gli occhi di tutti, li vediamo nelle strade, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle campagne.
Li vediamo condividere con noi la vita di tutti i giorni. Condividono con noi la precarietà e l’incertezza di un posto di lavoro; condividono con noi un sistema di welfare minimo; condividono con noi i disagi di una scuola pubblica che si vuole ridimensionare.
Condividono molto del nostro vivere, ma non hanno diritti da far valere.
Sono le oltre 2.500.000 di persone immigrate/i che vivono nel nostro paese.
Sono legate alla permanenza nel nostro paese ad un contratto di lavoro che nel corso degli anni si è trasformato da tempo indeterminato, a determinato fino ad arrivare alle forme ultra flessibili della legge 30 o dei contratti da socio lavoratore.
Una modalità queste ultime non riconosciute dalla legge Bossi Fini sull’immigrazione e che non consentono di avere un regolare permesso di soggiorno.
Vivono in una condizione di precarietà continua anche se da anni contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo del nostro paese.
Le scuole, le fabbriche, il territorio parlano dialetti di tutto il mondo, ma non li vogliamo vedere.
Sono persone prive di diritti, ma lo sottolineo sono persone.
Li guardiamo con sospetto, impauriti, contagiati da una campagna mediatica che nega l’evidenza e cioè che, come ha dimostrato l’ultima sanatoria, sono in Italia per lavorare e dare dignità ad una vita che tale non è dal paese da cui provengono.
Ma è ora di superare il dualismo “io e l’altro” “noi e loro”, dobbiamo recuperare la centralità del valore della persona in un rapporto di prossimità e insieme riaffermare il valore dei diritti per tutti.
Il 18 dicembre è l’occasione che aspettavamo da tempo,a Roma quel giorno per le strade testimonieremo un nuovo modello società.
“Il futuro dell’Europa e di ogni parte di essa dipende dalla nostra abilità e la nostra buona volontà di imparare a vivere con la diversità culturale…capace di generare una serie varie e senza fine di cambiamenti”. “Il futuro non può essere “un campo di battaglia di “culture”impegnate in reciprochi scontri”(Zygmunt Bauman)
Insieme, dunque, per il pieno riconoscimento di quei diritti, oggi negati, per dare dignità a donne e uomini che vivono nel nostro paese.


Giorgio Roversi
CGIL Lombardia

Sesto San Giovanni, 2 dicembre ’04

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