Immigrati: la cgil lombardia a sostegno del diritto di voto ai cittadini immigrati.


COMUNICATO STAMPA

LA CGIL LOMBARDIA A SOSTEGNO DEL DIRITTO DI VOTO AI CITTADINI IMMIGRATI. LA CONVIVENZA CIVILE COME SEGNO DI CIVILTÀ, BASTA CON L’INTOLLERANZA LEGHISTA


“Voteremo la candidata di Forza Italia a condizione che inasprisca le norme sulle persone immigrate clandestine. Voteremo la signora Colli solo se negherà il voto alle persone immigrate.”
E’ questo che la Lega chiede alla candidata di Forza Italia come condizione per sostenerla al prossimo ballottaggio.

Cosa altro potevamo aspettarci da un partito che ha promosso la legge Bossi - Fini?
Cosa altro potevamo aspettarci da un partito che considera il cittadino immigrato esclusivamente come braccia da sfruttare?

Alimentare le tensioni, aumentare l’emarginazione sociale, individuare sempre nel diverso il nemico da combattere: questo è il modello leghista.

Non importa se gli uomini e le donne immigrate stanno contribuendo significativamente alla ricchezza della nostra regione; non importa se la loro presenza è fondamentale in molte famiglie: questo per la Lega non merita rispetto.

Per la Lega chi è clandestino è un potenziale criminale e chi è in regola non è degno dei diritti di cittadinanza.

Non importa se la clandestinità è una condizione e non un reato: una condizione spesso imposta drammaticamente. Non importa se la legge Bossi-Fini non ha risolto i problemi, anzi ne ha creati di nuovi.

Per la Lega e per la candidata Colli il 14% della popolazione milanese, perché questa è la percentuale dei cittadini immigrati a Milano, non esiste, non ha diritti, è invisibile.

Per la Cgil Lombardia il diritto di voto amministrativo ai cittadini immigrati è la condizione per offrire una speranza a chi, pur inserito da anni nel mondo del lavoro, nella scuola, nella società, per ora ha sentito dal mondo della politica solo dei no.
Per la Cgil Lombardia il voto ai cittadini immigrati è la strada per vincere il clima di intolleranza che la Lega cerca di alimentare e che non ha giustificazione alcuna.

Sesto San Giovanni 18 giugno 2004

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