Cgil lombardia: un provvedimento negativo della regione lombardia sui disabili
COMUNICATO STAMPA
CGIL LOMBARDIA: UN PROVVEDIMENTO NEGATIVO DELLA REGIONE LOMBARDIA SUI DISABILI
La III commissione della Regione Lombardia ha varato ieri il progetto di riorganizzazione dei Servizi per i disabili. Ancora una volta le OO.SS confederali sono state escluse dalle scelte, pur avendo presentato una richiesta di audizione.
Consideriamo quanto avvenuto grave, segno della volontà della Regione, del resto mai celata, di tenere ai margini le Organizzazioni Sindacali Confederali; ci viene così negato il nostro ruolo di rappresentanza vera di centinaia di migliaia di persone e, fatto più grave, si nega la possibilità di un confronto di merito teso solo a garantire la qualità dei servizi da erogare.
Sta di fatto che, con questo provvedimento, le condizioni dei disabili non vedono nessun miglioramento.
Nel merito della proposta avanzata dalla Regione sulla costituzione dei CDD (Centri Diurni per persone con disabilità) e dei CSS (Comunità alloggio Socio Sanitarie) ci preme sottolineare alcune questioni:
Ø La Delibera di Giunta stabilisce che per i soli disabili gravi, l’onere della spesa sia coperto dalla sanità per il 70%. Tutti coloro che ne saranno esclusi dovranno accedere a strutture diurne socioassistenziali a totale carico delle famiglie e dei comuni.
Ø Ancor più grave ciò che avviene nel caso di coloro che vengono ospitati nelle CSS: trattandosi di disabili gravi,
andava confermata una copertura da parte della sanità del 70% della spesa; invece la nuova delibera regionale riduce la copertura al 60%.
Ø Inoltre, nella definizione degli standard gestionali e delle tariffe il carico assistenziale per le persone disabili untrasessantacinquenni è equiparato a quello delle persone anziane, come se l’età equiparasse i bisogni.
Ø Anche sul fronte del personale, riteniamo inaccettabile che gli standard gestionali per i CDD vengano garantiti con l’utilizzo fino al 20% di personale volontario, mentre in passato tale personale veniva considerato aggiuntivo all’organico dei dipendenti professionali.
Ø Infine l’uso del voucher nelle CSS, risponde ancora una volta, alla logica di assegnare al mercato la risposta dei bisogni dei cittadini. Non siamo in presenza di un finanziamento per il potenziamento della rete dei servizi, ma di un provvedimento che tende a sostituire i servizi pubblici con l’intervento privato, il tutto a scapito della qualità dei servizi stessi. Senza considerare il fatto che, per i casi più gravi, solo il pubblico detiene competenze in grado di fornire un’assistenza sanitaria adeguata e riesce a farvi fronte con le attuali, limitate risorse.
Per tutte queste ragioni avvieremo fin dal mese di settembre una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli operatori, degli utenti dei Servizi e incontri con le Amministrazioni Locali per modificare un provvedimento che rischia di scaricare su famiglie e comuni i costi del servizio.