La crisi occupazionale in lombardia. una ricognizione della situazione nei territori della regione. dichiarazione di susanna camusso


La crisi occupazionale in Lombardia. Una ricognizione della situazione nei territori della regione. Dichiarazione di Susanna Camusso

Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil Lombardia, in merito alla situazione occupazionale nella nostra Regione ha detto:”La pubblicazione dei dati elaborati dalla commissione regionale per l’impiego non fa che confermare, purtroppo, le nostre convinzioni. Da tempo infatti andiamo denunciando il declino industriale che in Lombardia-considerata uno dei motori d’Europa-sta conoscendo punte drammatiche che nessun invito all’ottimismo da parte della Regione può smentire. Non a caso da mesi chiediamo alla Regione di aprire un confronto su quali politiche per lo sviluppo e la qualificazione dell’apparato produttivo della Lombardia.

Se la Giunta regionale mostra di sentirsi tranquilla che la ripresa avverrà entro l’anno, noi siamo invece fortemente preoccupati, gli stessi report regionali indicano una tendenza negativa e temiamo che l’ottimismo nasconda l’assenza di proposte e una scelta reiterata e sbagliata di illudersi che il mercato possa regolare e risolvere i problemi.

L’analisi della situazione occupazionale in Lombardia evidenzia difficoltà in tutti i settori industriali e la presenza di punti di crisi anche nei settori dei servizi.
I dati confermano la grave situazione di crisi del settore tessile, che da solo vede la perdita di migliaia di posti di lavoro, del meccano tessile, del settore metalmeccanico.
E vogliamo sottolineare, a ulteriore conferma della gravità della situazione, che anche nelle piccole aziende e nell’artigianato la crisi si fa pesantemente sentire; anche per questo l’assenza di politiche regionali produce danni e mostra tutta la miopia di questa Giunta.

Significativo è il dato relativo al ricorso alla Cassa integrazione straordinaria nel 2003, che risulta in sensibile aumento rispetto al 2002, con una vera e propria impennata nel mese di dicembre, come si può vedere nell’articolazione territoriale.

La situazione nelle province della Lombardia, pur con specificità di carattere territoriale, conferma il dato generale”. Questo è il risultato di una ricognizione territorio per territorio:


BERGAMO
I posti di lavoro a rischio sono circa 10000, dei quali oltre il 70% nel settore Tessile, nella Ceramica e nel settore della Carta, con il blocco della produzione alla Cartiera CIMA, dove sono attualmente occupati 150 lavoratori.
Anche nel territorio di Bergamo le procedure di mobilità e di Cassa integrazione ordinaria e straordinaria sono in aumento rispetto al 2002.

BRESCIA
La crisi generale del settore tessile a Brescia ha avuto pesanti ripercussioni con la chiusura della Marzotto e della Bulgari e il ridimensionamento degli organici alla Nk, alla Grignasco e al Cotonificio Ferrari, con una perdita complessiva di circa 1000 posti di lavoro.
Nel settore metalmeccanico, dopo le crisi aziendali che hanno interessato realtà come Ocean, Rovetta Presse, Idra Presse, ATB, in parte risolte, il 2003 ha visto un forte aumento della Cassa integrazione straordinaria.
Nel settore casalinghi e posaterie, tradizionalmente solido dal punto di vista occupazionale, si cominciano a sentire gli effetti della forte concorrenza cinese.ù
Per quanto riguarda l’andamento della Cassa integrazione, i dati INPS evidenziano nel 2003, per l’insieme del settore industriale, una diminuzione (-14%) della Cassa integrazione ordinaria e un sensibile incremento (586%) della Cassa integrazione straordinaria, con una punta del 2246% nel mese di dicembre 2003 su dicembre 2002.
Il significato di questo dato, già di per sé critico, dovrà essere ulteriormente verificato alla luce dell’andamento dei primi mesi del 2004.

BRIANZA
Le difficoltà occupazionali riguardano tutti i settori e coinvolgono realtà produttive significative e decine di piccole e medie aziende.Nel settore del tessile sono aperte vertenze occupazionali alla Tessuti Elastici, GVD, Nobilitazione Tessuti, che occupano complessivamente circa 300 lavoratori e l’intero settore delle Tintostamperie è interessato da procedure di Cassa integrazione ordinaria.
Il settore del mobile vede la presenza di problemi occupazionali alla Tecno, con il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria per un anno per 130 lavoratori, alla Busnelli, per 70 lavoratori e in decine di piccole aziende.
Alla Njlstar-ex Snia, la Cassa integrazione straordinaria riguarda circa 300 lavoratori.
Nel settore metalmeccanico sono circa 15 le aziende con vertenze occupazionali, tra le quali Alcatel e Celestica, con circa 1000 lavoratori interessati da mobilità o cassa integrazione su un totale di 5000 posti di lavoro.

COMO
Nel territorio di Como le situazioni di crisi interessano tutti i settori, determinando il ricorso alla mobilità per circa 500 lavoratori, con punte di 292 nel settore Chimico, Gomma Plastica e Cosmetico (Fiap, Parker, Avon), 111 nel settore Metalmeccanico (Metso Paper, Ranco, Diana, Previero), 32 nel settore dei Mobili (Redaelli, Simar, Imel), 47 nel Tessile (Mantero, Sdc, Tessilriva, Scotti) e 9 nei Servizi (Dsm, Ghioldi).
Dalla lettura dei dati relativi alla Cassa integrazione emerge un incremento della gestione ordinaria nel 2003 rispetto al 2002 e un ricorso alla Cassa integrazione straordinaria quattro volte superiore al 2002, concentrato quasi interamente nel tessile.

CREMONA
La provincia di Cremona sta attraversando, a partire soprattutto dal secondo semestre 2003, un momento particolare di crisi nel settore metalmeccanico, con circa 1.000 posti di lavoro a rischio.
Altri settori in difficoltà sono il tessile, dove persiste la contrazione produttiva e occupazionale in corso da anni e l’agro-alimentare, in particolare nel settore lattiero-caseario, dove, anche per effetto della crisi Parmalat, si registrano i primi sintomi di una possibile situazione di crisi.

LECCO
Tra mobilità, Cassa integrazione straordinaria e ordinaria, sono oltre 700 i lavoratori coinvolti in vertenze occupazionali, in particolare nei settori tessile e metalmeccanico.

LEGNANO
La crisi del settore tessile è visibile anche nel territorio di Legnano e coinvolge, oltre alla Manifattura di Legnano, decine di piccole e piccolissime aziende.
Negli altri settori, oltre alla chiusura della Rimoldi-Necchi, sono in corso vertenze occupazionali alla Pharmacia ( la cessione della quale alla Congregazione dei figli dell’Immacolata Concezione apre spiragli di soluzione che vanno però tutti verificati in corso d’opera), alla Iar Siltal, alla Novaceta, per complessivi 2100 posti di lavoro.

LODI
Oltre alla crisi della Parmalat, sono interessati da vertenze occupazionali anche i settori industriali del tessile, metalmeccanico e chimico, coinvolgendo circa 200 lavoratori.

MANTOVA
Il settore metalmeccanico è quello maggiormente colpito, con procedure di mobilità causate da chiusura o delocalizzazione dell’impresa, mentre nel tessile la crisi di settore investe decine di piccole aziende con il ricorso alla Cassa integrazione

MILANO
Oltre alla Alfa-Fiat di Arese e alla Tecnosistemi, i problemi occupazionali coinvolgono anche la Sede Pharmacia, e qui valgono le stesse considerazioni che si facevano su Legnano, la Technicolor di San Giuliano Milanese, il settore tessile, con la Krizia e la Erreuno e il settore del commercio, con la vertenza della Postalmarket e la chiusura della Vergin, che complessivamente riguardano oltre 3000 posti di lavoro.
Il 4° trimestre 2003 sembra registrare un aggravamento della situazione occupazionale, come dimostrano i dati relativi agli iscritti alle liste di mobilità, cresciuti del 26,1% sullo stesso periodo del 2002 e l’andamento della Cassa integrazione, che se diminuisce del 28,7% nella gestione ordinaria, vede un forte incremento della straordinaria, cresciuta del 106,9%.

PAVIA
A Pavia il settore maggiormente in difficoltà è il meccano-calzaturiero ma le situazioni di crisi e di ridimensionamento occupazionale investono tutti i settori dell’industria e coinvolgono anche il commercio e il Ministero della difesa, con una perdita di oltre 1000 posti di lavoro.

SONDRIO
Nel territorio di Sondrio la crisi finanziaria del Gruppo Olcese ha portato allo stato di crisi dello stabilimento I Cotoni di Sondrio, con circa 160 lavoratori, vanno inoltre segnalati gli effetti della crisi generale del tessile-abbigliamento con il ridimensionamento occupazionale all’interno di piccole e piccolissime e processi di crisi e di delocalizzazione nel settore metalmeccanico.
Anche a Sondrio si registra un incremento del ricorso alla Cassa integrazione straordinaria nell’ultimo trimestre 2003.

VALLECAMONICA-SEBINO
I settori più colpiti sono il tessile e il metalmeccanico, sia con procedure di licenziamenti collettivi, che con un forte incremento della Cassa integrazione.

VARESE
Nel territorio di Varese la crisi occupazionale investe tutti i settori, coinvolgendo un nome noto come il biscottificio Lazzaroni, sul quale permangono forti incognite sul futuro produttivo.
Nel Luinese gli effetti della crisi generale del tessile e i problemi territoriali legati alla carenza di infrastrutture stanno provocando una grave situazione di crisi industriale, che trova conferma nell’incremento delle procedure di mobilità ben oltre la media degli ultimi anni.
I problemi occupazionali toccano anche il trasporto aereo, con la vertenza della Air Europe contro i 66 licenziamenti comunicati dall’azienda.
In generale i dati sulla Cassa integrazione risultano i più alti degli ultimi cinque anni.
Anche l’Artigianato varesino presenta difficoltà, come dimostrano i dati forniti dall’Associazione Artigiani relativamente al 4° trimestre 2003, con un calo della produzione del 5,37% sul 4° trimestre 2002 e con un –8% rispetto al 4° trimestre 2002 sia per quanto riguarda il fatturato che gli indici occupazionali.

Sesto San Giovanni marzo 2004

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