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Per non dimenticare: le iniziative della cgil lombardia in occasione della giornata della memoria 2004. un dibattito la sera di lunedi’ 26 e uno spettacolo il 28 gennaio.Per celebrare la giornata del 27 gennaio, la Cgil Lombardia ha voluto affrontare in modo un po’ diverso e piuttosto inconsueto per noi, il tema della memoria, delle deportazioni e dell’Olocausto.
Per questo abbiamo pensato di dare vita a due iniziative, una di dibattito organizzata solo da noi e l’altra teatrale, in collaborazione con la Società Umanitaria e patrocinata-cosa che ci sembra di grande rilievo- dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
La sede del dibattito, che si terrà lunedì 26 gennaio alle ore 20,30, è la Camera del Lavoro Metropolitana Di Milano in Corso di Porta Vittoria 43.
Lo spettacolo sarà mercoledì 28 gennaio alle ore 21 presso l’Auditorium della
Società Umanitaria, in Via Daverio 7, a Milano.
Il convegno sarà intitolato “ banalità del male, radicalità del bene. Hannah Arendt, Etty Hillesum, Laura Conti: tre donne di fronte alla deportazione”.
Hannah Arendt è l’autrice del resoconto del processo a Eichmann e di un’indagine filosofica di grande spessore che ha al centro il male rappresentato dal nazismo e dalle atrocità del genocidio.
Etty Hillesum, è una giovane ebrea che ha scritto un intenso diario alla vigilia della deportazione la cui radicalità è elemento essenziale di una testimonianza mistica che fa spazio e prevede, anche nella propria interiorità, tanto il bene quanto il male.
La terza figura di donna che verrà ricordata, di estremo rigore morale e intellettuale, è quella di Laura Conti, deportata a Bolzano per il suo impegno politico antifascista e, successivamente, appassionata ambientalista.
Tre figure di donne, diverse tra loro, che testimoniano la sofferenza ma anche la profondità e la fecondità di un lavoro interiore che da quella sofferenza si è elevato per restare nella memoria e farla più ricca.
Esiste un punto di vista femminile dalla cui angolatura guardare al genocidio?
E di quali valori di rigore, radicalità, profondità è portatore?
Come, partendo da qui, si può tentare di restituire spessore alla politica, di ridare dignità a contenuti e valori che stanno progressivamente perdendo la loro centralità?
La Cgil Lombardia ha voluto provare ad arricchire gli ambiti tradizionali della pratica sindacale, offrendo un luogo di confronto che possa portare un contributo di valore al dibattito e alla vita culturale e politica della nostra città e della regione.
Al dibattito, che sarà presentato e coordinato da SUSANNA CAMUSSO, partecipano l’ex senatrice GIANCARLA CODRIGNANI, il ricercatore e giornalista MARCO DERIU e la psicanalista junghiana e scrittrice NADIA NERI.
SPETTACOLO
La sera di mercoledì 28 gennaio alle 21 è presso l’AUDITORIUM della Società Umanitaria-Via Daverio 7 a Milano verrà realizzato lo spettacolo di Gabriella Schina, con la regia di Pia Di Bitonto “Etty Hillesum: la ragazza che non sapeva inginocchiarsi”, con la partecipazione dell’attrice Anna Cianca, della nota cantante di testi ebraici Evelina Meghnagi che ha curato anche le musiche, e dei musicisti Domenico Ascione (chitarra) e Alice Warshaw (violino).
Lo spettacolo, che realizziamo in collaborazione con un’istituzione prestigiosa del mondo culturale milanese come la Società Umanitaria, ha, come ricordavo all’inizio, il patrocinio
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Per la prima volta a Milano, nel 2002 ha avuto un grande successo nelle scuole romane e al Teatro Del Vascello, dove è stato rappresentato.
“La ragazza che non sapeva inginocchiarsi” prende il titolo dal modo in cui Etty Hillesum amava definirsi. Nata nel 1914 in Olanda, da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, Etty Hillesum muore ad Auschwitz nel novembre del 1943. Il suo Diario, iniziato il 9 marzo 1941 ad Amsterdam, insieme alle Lettere, ci racconta gli ultimi anni della sua vita.
Il testo è drammaturgicamente montato su due piani: quello del ricordo - il mondo interiore di Etty, l’amore per Julius Spier, le condizioni di vita nel campo di Westerbork, il proprio percorso psicologico e spirituale- e quello del presente - l’imminente deportazione per Auschwitz insieme ai suoi genitori.
Etty è continuamente alla ricerca di sé attraverso un instancabile lavoro interiore, interroga il “male” e con rara capacità lo fronteggia sino alla fine gettando una luce sugli eventi nefasti della storia.
Come il suo popolo e la sua famiglia è braccata a morte attraverso l’Europa, ma il “ferreo convincimento che nonostante tutto la vita è bella” accompagnerà la sua fine.
L’ambientazione si muove in una scena spoglia, abitata da pochi elementi che evocano un treno di deportati o un angolo del campo di smistamento di Westerbork, il fango delle baracche, i “lupini viola” oltre il filo spinato. Etty si muove tra il tempo del ricordo e quello presente in un’atmosfera rarefatta talvolta sospesa, in un sogno allucinato scandito su una trama musicale di tradizione ebraica, dove il canto mostra l’animo di Etty e lo accompagna nei suoi faticosi passaggi e acquisizioni.
Vi alleghiamo l’invito delle due iniziative sperando anche in un vostro impegno attivo per farle conoscere e, naturalmente, nella vostra partecipazione.
Sesto San Giovanni 22 gennaio 2004
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