CGIL Varese

PARTE LA CAMPAGNA IO RIATTIVO IL LAVORO A VARESE
50mila firme per una legge di iniziativa popolare per la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate

«50 mila firme entro maggio. Ma anche una grande campagna di sensibilizzazione per spiegare all'opinione pubblica che la mafia coinvolge tutti quanti, perché l'attività mafiosa sottrae risorse all'intero sistema economico del Paese».

 Vincenzo Moriello, responsabile Politiche legalità e sicurezza per la Cgil Lombardia, ha introdotto con queste parole la presentazione della campagna Io riattivo il lavoro questa mattina alla Camera del Lavoro di Varese. «Le aziende confiscate alla mafia sono un bene di tutti - avverte Moriello - e quando falliscono è il fallimento dello stato, dal punto di vista dell'economia e dell'occupazione». Per questo anche a Varese si è costituito questa mattina il Comitato provinciale di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che restituisca queste imprese all'economia sana del territorio.
La Lombardia è la terza regione per numero di aziende confiscate, nella nostra provincia sono in tutto 83, 42 soltanto a Varese. Dal sequestro alla confisca passano circa otto anni e il 90% delle imprese sequestrate fallisce, lasciando i lavoratori senza occupazione né salario. Calcolando una media empirica di circa 5 lavoratori per azienda si stima che possano essere complessivamente circa 80mila i lavoratori italiani vittime di questo fenomeno. «È inaccettabile e non possiamo proprio permettere che i lavoratori perdano il posto e rimpiangano quando l'impresa era gestita dalla mafia - ha sottolineato Marinella Magnoni, segretaria organizzativa della Camera del Lavoro di Varese - occorre quindi mettere in atto tutti gli strumenti per avere un'informazione tempestiva e fare una mappatura dettagliata delle imprese e dei lavoratori coinvolti dalle confische».
La proposta di legge che la Cgil di Varese sostiene insieme a Libera, Arci, Acli, Avviso Pubblico, ANM, Osservatorio sulle mafie Lombardia e Uisp è articolata attraverso dieci parole d'ordine:

TRASPARENZA: costituzione di una banca dati presso l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC). Attraverso il monitoraggio delle aziende sequestrate e confiscate sarà possibile tutelarne la posizione sul mercato.
UFFICIO ATTIVITA' PRODUTTIVE e SINDACALI: presso l'Agenzia Nazionale, l'ufficio dovrà fornire il supporto necessario a scongiurare il fallimento delle aziende sequestrate e confiscate e tutelarne i livelli occupazionali.
VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO: creazione di Tavoli provinciali permanenti presso le Prefetture coinvolgendo tutti gli operatori economici, con l'obiettivo di restituire all'economia sana dei territori una nuova possibilità di sviluppo
TUTELA DEI LAVORATORI: la recente riforma Fornero ha abolito l'accesso agli ammortizzatori per i lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate. Noi chiediamo invece di garantire a tutti i lavoratori vittime del sistema mafioso un sostegno al reddito e un percorso di reinserimento lavorativo. Inoltre, chiediamo possa essere applicata un'aliquota contributiva scontata per le imprese che assumono questi lavoratori.
LEGALITA' DELLE IMPRESE: misure a sostegno della legalità per le nuove imprese che si costituiscono: estendere e rafforzare il rating di legalità, agevolazioni fiscali per chiunque commissioni loro lavori e forniture, convenzioni specifiche con le pubbliche amministrazioni.
RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE: istituzione di un Fondo di rotazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico finanziato da una parte delle liquidità confiscate alla criminalità.
NO AL LAVORO NERO: per favorire l'emersione del lavoro irregolare si prevedono agevolazioni fiscali per la regolarizzazione e incentivi per la messa in sicurezza delle imprese.
UN CONCORDATO ANTICRISI: l'attuale legislazione prevede come priorità la liquidazione delle imprese che abbiano precedentemente accumulato debiti. Per scongiurare il fallimento e tutelare lavoratori e creditori chiediamo invece che la liquidazione dei debiti possa essere effettuata dopo la confisca definitiva, come prevede la Legge Marzano per le aziende in crisi.
USO SOCIALE DELLE AZIENDE: incentivare, attraverso agevolazioni fiscali, la costituzione di cooperative dei lavoratori disposti a rilevare l'azienda
FORMAZIONE DEI LAVORATORI: attraverso specifiche convenzioni con i fondi interprofessionali le istituzioni possono favorire un adeguato percorso di aformazione e aggiornamento dei lavoratori.

«Il principio che sta dietro questa legge - ha spiegato Davide Salluzzo di Libera Lombardia - è che lo stato deve garantire ai cittadini quello che le mafie concedono come favore. La legalità, questo deve essere molto chiaro, è uno strumento per affermare giustizia». Anche l'Arci provinciale, rappresentata questa mattina da Mauro Sabbadini ha ricordato: «L'Arci appoggia questa campagna perché ormai da anni ha sviluppato una particolare attenzione alla lotta per la legalità democratica. Questa campagna in particolare ha una connotazione rilevante per fare capire il nesso diretto tra la creazione di lavoro e il recupero delle attività mafiose, un nesso che è anche quello tra la legalità e lo sviluppo». «Il problema essenziale è fissare delle priorità nell'agire anche per le associazioni - ha aggiunto Ruffino Selmi, Acli Varese - e la legalità non può che essere la principale». «Le associazioni sono scese in campo - ha concluso Alessandra Pessina, Uisp Varese e Lombardia - adesso facciamo scendere in campo i cittadini e attrezziamo l'esercito della legalità».

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