Conferenza stampa oggi alla Casa della Cultura di Milano con la presentazione dei dati aggiornati sulla crisi e dell'attivo di mercoledì 23 gennaio con Susanna Camusso a Bergamo.

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15/01/2013

Conferenza stampa della Cgil Lombardia oggi a Milano per presentare gli ultimi dati su Cassa integrazione, licenziamenti, mobilità, cassa in deroga e disoccupazione relativi a tutto il 2012, e per anticipare i contenuti dell’attivo regionale delle delegate e dei delegati, delle pensionate e dei pensionati della Cgil Lombardia che si terrà mercoledì 23 gennaio dalle 9,30 alle 14 al Creberg Teatro, in Via Pizzo della Presolana, a Bergamo.

L'attivo sarà aperto da una relazione di Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia, e concluso da Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil; oltre agli interventi di delegate e delegati dei luoghi di lavoro, è previsto quello del Candidato Presidente della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli.

Alcuni brevi brani sul tema del lavoro verranno letti dall’attrice Elisabetta Vergani.

Con la conferenza stampa di oggi la Cgil Lombardia ha lanciato un nuovo allarme sugli effetti della crisi sul tessuto produttivo ed economico della regione, e  ha anticipato le proposte del sindacato a chi governerà  nei prossimi anni, per rilanciare la crescita e l’occupazione.                           

Nino Baseotto, presentando l’importante appuntamento dell’attivo dei delegati e dei pensionati del 23 gennaio a Bergamo con Susanna Camusso e il candidato Presidente della Regione Umberto Ambrosoli, ha sottolineato le ragioni di"un’interlocuzione che ha alla base l'obiettivo della CGIL di mettere al centro del confronto politico i temi del lavoro e della crescita, attraverso un dialogo, rispettoso dei rispettivi punti di vista, soprattutto con chi si candida marcando discontinuità dalle politiche e dai comportamenti in voga nei lunghi anni delle Giunte Formigoni.

Ha ricordato il giudizio severo che laCgil più di ogni altro ha espresso negli ultimi mesi "non solo sulle politiche delle giunte Formigoni, ma anche e soprattutto rispetto al fatto che il Presidente non abbiamai voluto compiere un passo a lato dopo che la Regione ha conosciuto livelli di degrado etico e morale senza precedenti, che hanno gettato discredito sulle istituzioni e sulla politica, accrescendo la sfiducia dei cittadini.

Sul terreno delle politiche per la crescita,ha aggiunto Baseotto, la Giunta uscente presenta un bilancio fallimentare,al di là dei facili proclami. Responsabilità del Presidente ed anche deisuoi alleati leghisti, che tra le altre cose potevano contare sull'Assessoratoallo sviluppo economico.

Chi ha "la Lombardia in testa" dovrebbe spiegare il niente di fatto dei propri uomini, altrimenti delle due l'una: o si ha la testa fra le nuvole o quella testa non è adatta a governare la Regione.

Annunciare ad esempio che il 75% delle tasse pagate resteranno in Lombardia rappresenta non solo un’idea discriminatoria che presuppone una logica di contrapposizione e di guerreintestine tra territori che può spaccare e devastare la coesione sociale, ma unalucida bugia.

Maroni, che è stato parte importante delgoverno che più di ogni altro ha tagliato risorse agli Enti locali, sa infattiche si tratta di una proposta irrealistica, sostenendo la quale si rischia solo di stimolare egoismi e di alimentare attese effimere che andando per fortuna deluse accrescerebbero l’antipolitica e la sfiducia deicittadini.

Di due cose parla Ambrosoli che ciinteressano molto: la discontinuità con le esperienze di governo passate e lacentralità del lavoro e dell'impresa. E a lui vogliamo dire che, sapendo che laCgil non ha mai fatto sconti a nessuno, cercheremo un’interlocuzione seria erigorosa, presenteremo delle proposte concrete sui temi del lavoro, dello sviluppo, della legalità, e sapremo dire i nostri si e i nostrino.

Noi chiediamo ora - ha concluso Baseotto - che la campagna elettorale esca dalla fase di discussione sugli schieramenti edentri nel vivo dei contenuti, sapendo che il lavoro è il punto fondamentale per far ripartire l’economia".

"Il 2012, in Lombardia come nel resto delPaese, non è stato l’anno della ripresa della crescita, come avrebbe dovuto essere secondo i pronostici del governo e di molti osservatori, ha detto Giacinto Botti, della segreteria regionale Cgil presentando i dati della crisi in Lombardia. Al contrario gli effetti della crisi si sono fatti sentire con particolaregravità.

I numeri relativi agli ultimi quattro anni confermano, purtroppo, che la strada perritornare quantomeno alla situazione economica e occupazionale pre crisi sarà lunga e complicata, e saranno necessarie politiche economiche e sociali alternative rispetto a quelle recessive messe in campo sinora a livello europeoe nazionale".

 

I dati Inps di dicembre 2012, rielaborati dal Dipartimento politiche contrattuali della CGIL Lombardia, confermano una crescita della cassa integrazione complessiva, con un +7,47% rispetto all’anno precedente.

Aumentano cassa in deroga (10,04%) e cassa ordinaria (51,86%), mentre si riduce del 21,03% la cassa straordinaria.

Aumentano anche costantemente i licenziamenti, intesi come risoluzione di rapporti di lavoro, con messa in indennità di mobilita e di disoccupazione come previsto dalle leggi.

Nel 2012 siamo giunti a 61.675licenziamenti, con una crescita del 26,09% rispetto al 2011.

Questi datisegnalano ancora una volta la profondità della crisi, la sua trasformazione el’andamento oscillante dei suoi effetti, e riconfermano le caratteristiche e ilimiti di struttura del sistema economico regionale: il tessuto produttivo e occupazionale della Lombardia, dall’inizio della crisi, sta subendo unasignificativa riduzione (circa il25%), mentre ladisoccupazioneè in crescita (i datiufficiali indicano che nel 2012 è arrivata ad oltre il7%,e si prospetta un aumento che lafarà salire ad oltre l’8%nel2013.

Lungo èl’elenco delle aziende e delle attività in difficoltà o in procinto di chiusura:uno stillicidio continuo e inarrestabile.

Una vera e propria emergenza rimasta per ora senza risposte, mentre si aggravano le ricadute della crisi sulle persone e le famiglie italiane e lombarde.

Con lepolitiche recessive e depressive adottate finora, non si esce dal tunnel, sicomprimono domanda interna e consumi, mentre i tagli previsti alla spesapubblica e al sistema sociale faranno pagare un prezzo altissimo ai cetipopolari, al mondo del lavoro e ai pensionati, finendo per prosciugare laripresa e lo sviluppo.

In questa fasedi definizione delle “agende” elettorali, occorre mettere al centro dell’azionepolitica e delle scelte economiche il valore del lavoro.

Senzapolitiche industriali, nazionali e regionali, di investimento e di indirizzopubblico in economia, finalizzate a favorire innovazione, ricerca, sviluppo ecrescita non si costruisce una prospettiva per il futuro del Paese e delle nuovegenerazioni.

 

I DATI

Secondo i datidi dicembre2012,anche in una regione colpiù alto numero di imprese manifatturierecome la Lombardia, siamo ancora dentro una crisi che condizionafortemente il sistema produttivo e occupazionale. Si tratta di dati coerenti conle avvenute trasformazioni, le riorganizzazioni e le ristrutturazioni delleaziende e con le specializzazioni produttive e il tessuto sociale dei singoliterritori che tutti, senza eccezioni, soffrono pesanticonseguenze.

Ci sono stimeche indicano una perdita, in questi quattro anni, di circa il25%del tessuto produttivo.

La stessacassa integrazione, in aumento nel mese di dicembre 2012, è lo specchio dellacaduta della domanda e della produzione industriale, nonché delle oscillazionidi un mercato ancora soggetto alla crisi.

Complessivamente nel 2012 siregistra una crescita delle ore autorizzate di CIG del7,47%(238.363.723 ore), una significativacrescita dellacassa ordinariadel51,86%(97.988.774 ore) e dellacassa in derogadel21,03%(57.285.447ore); diminuisce lacassa straordinariadel21.03%(83.089.502ore).

La cassain deroga rappresenta, ormai stabilmente, qualcosa come il24%del totale, e nel 2012 circa13.000imprese con oltre90.000lavoratori hanno utilizzatoquesto strumento di sostegno al reddito senza il quale le aziende avrebberoproceduto ai licenziamenti.

Oltre il 40% sono imprese del settoreartigiano. Il 41%, a dimostrazionedel peggioramento di queste situazioni di tutti i settori produttivi e delterziario, ha richiesto gli ammortizzatori per la prima volta.

Tutti isettori registrano tassi di crescitadellacassa, ma i più colpiti sono: elettricità, gas e acqua (194,29%), servizi(42,09%), commercio all’ingrosso (39,27%), attività connessa alla chimica(35,05%), trasporti-comunicazioni (33,88%), carta-editoria (31,12%),intermediari (30,30%), legno (17,16%).

Il comparto più colpito è quello dell’artigianato con un più 27,04%.

Leprovince più colpite, cioè quelle che si collocano al di sopra della linea regionale (7,47%)%), sono:Sondrio(51,78%), Bergamo (34,10%), Cremona (28,82%), Mantova (26,60%), Varese(25,32%), Lodi (10,41%), Pavia (7,53%). Al di sopra della linea, cioè leprovince meno colpite, sono: Lecco (7,04%), Como (2,66%), Brescia (-6,28%),Milano (-6,78%).

Se invece consideriamo il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato, cioè il numero “aggiuntivo” dipersone senza lavoro, troviamo: Varese al 7,52%, Lecco al 7,30%, Brescia al6,05%, Como al 5,73%, Bergamo al 5,08%, Cremona al 3,94%, Mantova al 3,52%,Pavia al 3,24%, Lodi al 2,91%, Milano al 2,22%, Sondrio al 2,13%. La mediaregionale si colloca al 4,07%. (vedi tabelle)

 

I LICENZIAMENTI

Complessivamente i cosiddettilicenziamenti, cioè indennità di mobilità e di disoccupazione, nel 2012crescono, rispetto al 2011, del26,09%; il totale complessivo dei licenziati quest’anno è di ben 61.765.

I datiufficiali indicano in 19.405 i licenziati con la legge 223/91 (indennità di mobilità), con un aumentopercentuale del 12,83% sul 2011, mentre i licenziati col la legge 236/93 (indennità di disoccupazione) sono 42.196,conun aumentodel 33,11%.

I frontalierisono 164,con un aumento de l90,70%.

Datisignificativi e preoccupanti, che testimoniano di come in molte realtà la cassaintegrazione non sia stata in grado di contenere l’occupazione o di evitare lachiusura.

Il tasso didisoccupazione lombardo è in crescita continua, e ha ufficialmente superato il7%.

Inoltre i datidelle comunicazioni obbligatorie (Cob) dicono di un numero di accessi al mercatodel lavoro costantemente inferiore alle cessazioni,con una conseguente riduzione della base occupazionale.

Dal primoluglio 2011 al 30 giugno 2012c’è uncalo del meno 7%delle assunzioni,mentre le cessazioni nello stesso periodo si attestano ameno 2,2%.

La positivacontrotendenza rispetto ai dati nazionali è quella relativa alle trasformazionidei contratti in contratti a tempo indeterminato, che aumentano del13%; tuttavia permane il dato negativoche negli anni 2011 e 2012 le assunzioni a tempo determinato sono state nellamisura di circail 75%.

"Crediamo che dinanzi alla crisiglobale,ha concluso la suaesposizione Botti, le cui cause non sono state aggreditené superate, occorra intervenire per sostenere i settori industriali ecommerciali, i consumi, difendere lo stato sociale e affrontare efficacemente iproblemi strutturali del Paese reale, a partire dalle mancate politicheindustriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alleinfiltrazioni mafiose, devono essere affrontati e risolti, per dare al Paese ealla Lombardia una prospettiva di salvezza, di ripresa e di sviluppo che sianofondate su basi reali e non sulla propaganda mediatica.

La CGIL, nellaconvinzione che senza il lavoro non c’è il futuro per il Paese, presenta unpiano per il lavoro, affinché il lavoro ritorni al centro dell’attenzione edelle scelte future del Governo e del Parlamento che usciranno dalla prossimatornata elettorale".

Cristina Pecchioli, Ufficio Stampa CGIL Lombardia

Sesto San Giovanni 15 gennaio 2013
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