LA CGIL LOMBARDIA ESPRIME IL PIÙ PROFONDO CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI CARLO LONGHINI

CARLO LONGHINI prestigioso dirigente sindacale prima degli edili, poi dei chimici di cui fece parte anche della Segreteria regionale e di quella nazionale, fino ad essere – nel 1981 - eletto nella Segreteria della CGIL Lombardia fino alla fine degli anni ’80, quando si ritira in provincia di Mantova e coltiva le sue passioni: la scultura e la scrittura. Di Carlo ricorderemo sempre l’autorevolezza del vero sindacalista, unita ad una straordinaria umanità e sensibilità e quella pacata concretezza che ne hanno fatto un punto di riferimento ascoltato e rispettato. Ha rappresentato un esempio per tante donne e tanti uomini della CGIL. Alla moglie Bruna e a tutta la sua famiglia va il forte e commosso abbraccio di tutte e tutti.
Le compagne e i compagni della CGIL Lombardia

Il testo di Nino Baseotto (Segretario generale CGIL Lombardia) alla commemorazione di Carlo Longhini

Carlo Longhini nasce nel 1939 e da studente milita nella Federazione Giovanile Comunista, la FGCI, di cui diventa uno dei dirigenti appena dopo il 1960.
Presto però passa alla CGIL.
Il primo incarico che ricopre è nella segreteria della Camera del Lavoro mandamentale di Cesano Maderno.
A Cesano Maderno incontra Carlo Gerli, un dirigente con il quale si troverà a collaborare strettamente qualche anno più tardi.
Successivamente viene chiamato ad operare nei chimici, come funzionario in zona Bicocca a Milano, dove segue industrie importanti come la Pirelli, anche durante l'autunno caldo.
Sono anni convulsi ed importanti: Carlo fa un lavoro paziente per costruire le prime piattaforme di reparto, studia con passione e puntigliosità le modifiche utili al miglioramento dell'organizzazione del lavoro, si segnala come un pioniere di tematiche che diverranno poi oggetto di importanti accordi aziendali.
È insomma un protagonista, in prima linea negli anni di grande espansione del Sindacato dei Chimici.
Nel 1968 viene chiamato nella Segreteria della FILCEP, la Federazione dei chimici, che proprio in quegli anni si unifica con il settore del vetro-ceramica, dando vita alla FILCEA.
Lavora a stretto contatto appunto con Carlo Gerli, occupandosi tra le altre cose della politica dei quadri e fa crescere una nuova, giovane classe dirigente, tra cui emergono quadri destinati ad assumere ruoli apicali in CGIL, come Sergio Cofferati, Carlo Ghezzi e Paolo Lucchesi.
Nascono in quegli anni non solo legami politici forti, ma anche rapporti personali di amicizia destinati a durare nel tempo.
A Carlo Ghezzi, Carlo confidava la propria determinazione a sottoporsi all'intervento chirurgico, mentre, dopo l'intervento, telefonava a Sergio Cofferati per raccontare della prova superata, per dirgli che si sentiva meglio e che nutriva fiducia per il futuro.
Nel 1974 passa alla Segreteria nazionale della FILCEA, occupandosi sempre di organizzazione e collaborando a stretto contatto con Brunello Cipriani.
Sono gli anni intensi dell'unità sindacale e della nascita della FULC, la Federazione Unitaria dei Lavoratori Chimici.
Nel 1980, dopo la Conferenza di Montesilvano, che sancisce la riforma organizzativa della CGIL con la nascita dei comprensori, Carlo è eletto segretario regionale della FILCEA lombarda.
Ormai è un dirigente autorevole, conosciuto e rispettato non solo in FILCEA, ma in tutta la CGIL.
E infatti, un anno dopo, Antonio Pizzinato lo chiama nella Segreteria della CGIL Lombardia, dove si occupa ancora una volta di organizzazione.
Nel 1989 lascia la Segreteria regionale della CGIL per andare a presiedere "Progetto e Sviluppo", l'Associazione per la Cooperazione internazionale promossa dalla CGIL.
E mi fa davvero particolarmente piacere annunciare qui, nel momento in cui salutiamo per l'ultima volta Carlo, che - d'intesa con la Segreteria nazionale della CGIL - Progetto e Sviluppo diverrà entro brevissimo tempo una Associazione promossa e diretta proprio dalla CGIL Lombardia.
E sarà per noi un onore intitolare a Carlo la prima opera che realizzeremo come Progetto e Sviluppo.
Dopo aver declinato la proposta di un nuovo incarico di direzione sindacale a livello milanese, nel 1994 decide di ritirarsi qui in provincia di Mantova, a Buscoldo di Curtatone, dove è nato e dove coltiva le sue due grandi passioni: la scultura prima di tutto e lo scrivere.
Ho conosciuto Carlo quando approdò in CGIL Lombardia; lui dirigente prestigioso, io giovane funzionario in Camera del Lavoro di Milano.
In quegli anni, le figure del Segretario generale ed anche del Segretario organizzativo erano ancora viste, loro malgrado, come quelle di capi potenti e inavvicinabili, che incutevano al tempo stesso ammirazione e timore in noi compagni e compagne più giovani.
Quando, appena incaricato di lavorare come funzionario all'ufficio organizzazione della CGIL milanese, mi trovai a partecipare ad una riunione che fu conclusa proprio da Carlo, quell'alea di timore nei confronti del suo ruolo e della sua persona venne subito meno, sostituita da un mix tra indiscutibile autorevolezza ed una grande, straordinaria umanità.
Carlo mi salutò con quel suo sorriso buono, chiedendomi come mi trovavo a svolgere compiti di carattere organizzativo ed incoraggiandomi: non lo avevo mai incontrato prima di persona, eppure mostrò di conoscere bene ciò che avevo fatto in CGIL prima di approdare all'ufficio organizzazione.
Da lui capii come, tra le qualità di un dirigente, debba esservi una grande attenzione alle persone, soprattutto ai più giovani che spesso hanno bisogno di essere rassicurati ed incoraggiati.
Al tempo stesso, Carlo era rigoroso dal punto di vista politico, senza mai rinunziare a ricercare strade e soluzioni nuove e migliori.
Amava la CGIL e ne considerava l'unità interna un bene prezioso. Fu quindi naturale che, nel 1984, dopo la drammatica rottura di San Valentino sulla questione della scala mobile, Carlo fosse in prima fila nell'organizzare la grande partecipazione dei lavoratori e dei pensionati lombardi alla manifestazione nazionale del 24 marzo, ma parimenti si adoperasse - come il resto del gruppo dirigente - per ricomporre la frattura tra comunisti e socialisti della CGIL.
Amava la scultura, la lettura e lo scrivere. Dal 2005 al 2012, ha pubblicato alcuni libri, raccontando le lotte antifasciste e contadine, le vicende del movimento socialista della sua terra, spingendosi a ricostruire figure e fatti del cosiddetto biennio rosso mantovano, tra il 1919 ed il 1920.
Questa sua passione per l'arte, la cultura, la ricerca storica dice di un compagno, di un dirigente che amava approfondire, che non si fermava mai alla superficie delle cose.
Carlo è stato a tutto tondo un uomo, un dirigente della CGIL: lo ricordiamo e lo ricorderemo sempre così.
Non sarebbe possibile per alcuno di noi scindere la figura di Carlo Longhini da quel tratto di storia della CGIL di cui è stato uno dei protagonisti.
Alla sua famiglia, a sua moglie Bruna, ai figli Mauro e Valentina vanno il cordoglio e l'abbraccio di tutte e tutti noi.
La notizia della sua morte ci ha trovati impreparati: sarà dura alla prossima manifestazione qui a Mantova o in qualche altro centro della provincia, non poterlo salutare, non poter ricambiare quel suo sorriso buono, quel suo calore umano così forte e spontaneo.
Il destino ce lo ha portato via troppo presto e con commozione chiniamo oggi le nostre bandiere per salutarlo un'ultima volta.
Grazie Carlo per ciò che hai dato alla tua CGIL: sei stato un esempio ed un riferimento per tanti. Con la tua dedizione e la tua militanza, la tua intelligenza, la tua curiosità e la tua voglia di fare hai alimentato quel lungo, inesauribile fiume che è la storia della nostra Organizzazzione.
La CGIL piange oggi un grande compagno: ti ricorderemo e cercheremo sempre di essere degni del tuo esempio.
Ciao Carlo, riposa in pace. 

 

Il messaggio di Susanna Camusso, Segretario generale della CGIL

Alla famiglia di Carlo,
Alle compagne ed ai compagni della Camera del Lavoro di Mantova e della Lombardia

Ho conosciuto Carlo quando era già in CGIL regionale, una stagione che a pensarci oggi, sembra diversa e lontana, stagione feconda, non priva di elementi di crisi, stagione nella quale si elaborano quelle convinzioni che ci hanno guidato, noi di una generazione più giovane, che scopriva il valore di essere parte del movimento operaio e della CGIL.
Carlo e' sempre stato pacato, determinato, guidava nei ragionamenti. Magari non era così ma lo ricordo tranquillo.
Forse perché così l'ho visto nelle ultime occasioni e ogni volta volevo ringraziar lo per quel suo essere in punta di piedi, affettuoso e rispettoso della nostra organizzazione, non ex, parte.
Carlo ha dedicato molto tempo, a ricostruire profili ed avvenimenti della storia del socialismo contadino, figure delle lotte e della libertà della sua terra, della nostra storia.
Curiosità, ricerca, appartenenza, tratti che ben lo descrivono e lo rendono caro alla nostra organizzazione.
Sempre difficile dire addio a chi sentì parte della tua storia e della tua formazione, senti che mancherà un sorriso, una parola.
Per questo preferisco sapere che vi è storia politica, sindacale comune, che abbiamo attraversato insieme un tratto, che quel reciproco conoscersi e riconoscersi non si cancellerà .
Ciao Carlo....

Susanna Camusso 
Roma, 16 giugno 2013

 
 
 
 
 
 
 

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