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LA CRISI IN LOMBARDIA: SEGNALI ANCORA NEGATIVI, LO CONFERMANO I DATI INPS DI APRILE 2013. LA CASSA COMPLESSIVAMENTE CRESCE DEL 19%, L’ORDINARIA DEL 32%, LA STRAORDINARIA DEL 69%. DIMINUISCE LA DEROGA DEL 63%. CRESCONO I LICENZIAMENTI (L.223) DEL 14% E LE RICHIESTE DI INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE (2%). Il 2013, lo confermano i dati rielaborati dal Dipartimento Politiche Contrattuali della CGIL Lombardia, sarà prevedibilmente l’anno più duro della crisi economica internazionale, mentre si consolida la crisi industriale dell’Italia e della Lombardia. Le prospettive di crescita del PIL del nostro Paese per il 2013 sono molto più basse della media europea. Da troppi anni il Paese e la Lombardia non crescono. Dal 2007 l’Italia e la nostra regione hanno bruciato rispettivamente 10 e 11 punti di PIL. Il nodo della Lombardia resta quello di creare lavoro e di riprogettare una struttura produttiva innovata e di qualità, senza la quale sarà tecnicamente impossibile creare le condizioni per la crescita e lo sviluppo del Paese, insieme all’occupazione. E’ un allarme, rimasto irresponsabilmente inascoltato, che abbiamo lanciato da tempo: in questi 5 anni di crisi abbiamo perso il 25% del tessuto produttivo, abbiamo il crollo del manifatturiero di oltre il 20%, registriamo l’aumento della disoccupazione e la riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali. I DATI Ricordiamo che l’ASPI (Assicurazione Sociale per l’Impiego), è l’istituto che con la riforma Fornero sostituirà a regime il trattamento ordinario di disoccupazione e l’indennità di mobilità in modo graduale a partire dal 1° gennaio 2013. Le tabelle che inviamo ricomprendono anche i dati ASPI che si assesteranno al termine del periodo di transizione. I dati relativi all’ASPI e all’indennità di disoccupazione ordinaria, pur essendo strumenti diversi e difficili da mettere a confronto in questa fase di transizione,
hanno in comune il fatto di essere un sostegno al reddito dei lavoratori licenziati. Il dato preoccupante è che aumenta ancora il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mentre la riduzione della cassa in deroga non segna certo un’ipotetica ripresa ma il cambiamento della situazione in conseguenza delle tante chiusure di attività e di aziende e della riduzione del tessuto produttivo, in particolare nel comparto artigiano, del commercio e delle PMI. E anche i licenziamenti con la l.223/91 e il ricorso all’indennità di disoccupazione ordinaria e all’ASPI risultano essere in aumento. La cassa: crescono ancora la straordinaria e l’ordinaria. Complessivamente, nel mese di aprile 2013 si registra una crescita delle ore autorizzate di CIG del 18,50% (90.259.878 ore), una crescita della cassa ordinaria del 31,98% (40.453.927 ore), della cassa straordinaria del 68,82% % (42.196.049 ore), mentre, per le ragioni che abbiamo sottolineato, si riduce la cassa in deroga del 62,91% (7.609.902 ore) Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa, ma i più colpiti sono quelli dell’energia (91,45%), degli impianti di installazione per l’edilizia (81,75%), dell’industria edile (67,59%), della meccanica (36,85%). Le province più colpite, cioè quelle che si collocano al di sopra della linea regionale (18,50%) sono: Bergamo (62,03%), Varese (43,08%), Pavia (40,52%), Lecco (35,98%). Se invece consideriamo il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato, cioè il numero “aggiuntivo” di persone senza lavoro, troviamo: Lecco al 9,31%, Varese al 9,14%, Brescia al 6,79%, Bergamo al 6,58%, Como al 6,11%, Pavia a 4,14%, Milano al 2,55%, Cremona al 2,53%, Mantova al 2,47%, Lodi all'1,81%, Sondrio all'1,64%. La media regionale si colloca a 4,62%. I LICENZIAMENTI I licenziamenti, regolati per legge attraverso l’indennità di mobilità 223/91, tra il periodo gennaio-aprile 2013 e quello gennaio-aprile 2012, aumentano del 14,
22%, con 9.870 licenziamenti in totale; i licenziamenti di aprile sono 1.996. La nuova tabella indennità di disoccupazione più ASPI indica che tra gennaio-aprile 2013 sono pervenute 63.104 domande, con un aumento ipotizzabile dell’1,6%. Le domande di indennità di disoccupazione pervenute risultano essere 24.512, quelle relative all’ASPI 38.592. Ricordiamo che con l’introduzione del ASPI, in questa fase transitoria alcuni dati non sono facilmente paragonabili, siamo in presenza di una nuova situazione dovuta all’abolizione della lista provinciale per la mobilità derivante dalla legge 236/93, e al fatto che alla sottocommissione regionale non pervengono più le richieste e le informazioni su questi licenziamenti. La linea generale è quella di un aumento della disoccupazione in ragione della perdita dei posti di lavoro. Un fenomeno del tutto coerente con la crescita della disoccupazione e il crollo del sistema produttivo. Infatti ricordiamo che la crescita del tasso di disoccupazione, lo ha portato ormai vicino al 9%; un dato che supera addirittura il 15% se aggiungiamo tutti coloro che sono in cassa e hanno smesso di cercare un lavoro. Ribadiamo che dinanzi alla crisi di sistema occorre intervenire per sostenere i settori industriali e commerciali, i consumi, difendere lo stato sociale e affrontare efficacemente le questioni strutturali del Paese reale, a partire dalle mancate politiche industriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alle infiltrazioni mafiose, devono essere affrontate e risolte per dare al Paese e alla Lombardia una prospettiva di salvezza. La CGIL, nella convinzione che senza il lavoro non c’è futuro per il Paese, ha presentato un “Piano del lavoro” da porre al centro dell’attenzione e delle scelte del Governo e del Parlamento. E’ sempre più urgente ridare centralità al valore del lavoro e alla sofferenza sociale, che non può più aspettare l’indicazione di soluzioni urgenti, in netta discontinuità con le politiche depressive e neoliberiste dei governi precedenti.
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