Aziende confiscate alle mafie: in tanti firmano la proposta di legge della CGIL. Dichiarazione di Vincenzo Moriello della CGIl Lombardia 

Oltre 500 le firme raccolte oggi a Bergamo sulla proposta di legge per il rilancio produttivo ed occupazionale elaborata dalla CGIL, insieme ad Arci, Libera, Avviso Pubblico, Lega delle cooperative ed Associazione nazionale magistrati.

I banchetti per la raccolta delle firme erano stati allestiti all’interno del al Creberg Teatro, che ospitava l’attivo regionale di delegati e pensionati per discutere, alla presenza di Nino Baseotto, Umberto Ambrosoli e Susanna Camusso, del un nuovo “PIANO DEL LAVORO” per uscire dalla crisi e favorire lo sviluppo e la crescita economica e sociale, elaborato dalla CGIL nazionale. 
Le Aziende confiscate alle mafie in via definitiva sono 1639. Sono coinvolti tutti i settori produttivi, in particolare: terziario (45%), edilizia (27%), agroalimentare (8%). La Lombardia ha il primato nel Nord Italia con 211 aziende, e sul piano nazionale si colloca subito dopo la Sicilia e la Campania. 
Un fenomeno destinato a crescere perchè è in aumento il numero di aziende in Lombardia inquinate dalla criminalità organizzata come emerge anche dalle recenti indagini della magistrata e dal bilancio di responsabilità sociale 2012 presentato nei giorni scorsi dal Tribunale di Milano. 
Le aziende confiscate sono un patrimonio di tutti sottolinea Vincenzo Moriello, responsabile legalità della CGIL Lombardia: “con questa proposta di legge la CGIL e le altre associazioni vogliono favorire il loro recupero nell’economia legale, salvaguardando la continuità produttiva e i livelli occupazionali. Allo stato attuale il 90% delle aziende confiscate fallisce per una serie di problemi che sorgono fino dal momento del sequestro, ed a questi problemi che la proposta di legge prova a porre rimedio, affinché vi sia una diffusa percezione sociale sulla necessità ed utilità di un irriducibile contrasto all’economia criminale”.

La raccolta di firme proseguirà fino alla fine di maggio ed in Lombardia coinvolgerà tutte le province. 

Bergamo 23 gennaio 2013

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