IL SALUTO DELLA CGIL LOMBARDIA A FRANCA RAME 

“Mi vergogno per i giovani disoccupati, precari, cassintegrati, disperati, per gli immigrati. E le donne: umiliate, offese, sfruttate, adoperate. Le donne in cima a tutto. Uomini, donne, su la testa, difendiamo la nostra dignità!”. Noi vogliamo ricordarla così, mentre pronuncia queste parole sul palco della manifestazione del 13 febbraio 2011 a Milano, in piazza Castello, in coppia come sempre con Dario Fo, il suo compagno di tutta una vita. E nelle tante occasioni di impegno e di lotta per la libertà femminile, per la pace, contro la guerra, contro lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, per la difesa dei diritti dei migranti, per cambiare la politica, per dare una speranza alle giovani generazioni.
Sempre in prima fila, nella sua Milano operaia alla quale tanto ha dato con quel suo incessante, generoso impegno politico nel movimento democratico e antifascista; un impegno che tanto le è costato in termini professionali e in termini personali, con l’odiosa violenza consumata sul suo corpo e sulla sua dignità nel 1973, quando venne rapita e violentata da un gruppo di criminali neofascisti. Un episodio che ha avuto il coraggio e la forza di portare in scena anni dopo con “stupro”, offrendo un contributo prezioso - uno tra i primi e più autorevoli - alla lotta contro la violenza maschile sulle donne.
Artista e donna eccezionale, amata e rispettata per il suo impegno sociale e protagonista, insieme a Dario Fo, per oltre cinquant’anni, della scena teatrale nazionale e internazionale, con successi importanti come il Premio Nobel nel 1997 e con pesanti censure, come l’esclusione dalla Rai durata quindici anni, e conclusasi nel 1977 con il ritorno sulla scena televisiva pubblica di "Mistero Buffo". Con la sua scomparsa il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori perde un’amica, un’artista e una compagna di eccezionale valore, intelligenza e passione politica.
Eletta senatrice nel 2006, proposta come Presidente della Repubblica, Franca Rame rassegnò però le dimissioni in polemica con la deriva politica che il Paese stava vivendo. Emblematica la frase con la quale si congedò, e con la quale vogliamo ricordarla: “In verità basterebbero poche parole, prendendole a prestito da Leonardo Sciascia: «Non ho, lo riconosco, il dono dell'opportunità e della prudenza, ma si è come si è”.
Le donne e gli uomini della CGIL Lombardia la ricordano con grande rimpianto, e si stringono con affetto a Dario, a Jacopo Fo e alla loro famiglia.

Sesto San Giovanni 29 maggio 2013
 

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