REGIONE LOMBARDIA: VA BENE RIDURRE I TICKET, MA ATTRAVERSO UN CONFRONTO CON LE OO.SS CHE INDIVIDUI I CRITERI PER SALVAGUARDARE LE FASCE PIU’ DEBOLI.
DICHIARAZIONE DI MELISSA OLIVIERO DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA

“Apprendiamo da una notizia di agenzia, commenta Melissa Oliviero della segreteria della CGIL regionale, che l’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia, avrebbe annunciato la volontà della giunta di ridurre i ticket per coloro che, per difficoltà economiche, non possono accedere al servizio sanitario. Fin qui, nulla da eccepire, la CGIL Lombardia è senz’altro d’accordo a porre rimedio alla tendenza alla rinuncia da parte delle famiglie alle necessarie prestazioni sanitarie, a causa degli oneri sempre più alti che sono posti a loro carico: è un problema evidenziato da numerosi istituti di ricerca (ad esempio il Censis).
Tuttavia bisognerebbe uscire dal vago e formulare alle organizzazioni sindacali delle proposte concrete, dal momento che da tempo abbiamo chiesto unitariamente un incontro all’Assessore Mantovani per poter aprire un confronto su questo tema, e più in generale sulla riforma del Servizio sanitario lombardo, che siamo interessati a rendere più equo, più efficiente e più efficace anche con il nostro contributo, nell’interesse dei nostri rappresentati e di tutti i cittadini lombardi.
Nella nostra regione già le recenti decisioni di passare alcune prestazioni specialistiche dal ricovero, e quindi dalla gratuità, agli ambulatori con pagamento del ticket, hanno creato per molti una situazione di difficoltà. L’attuale sistema di esenzione dalla compartecipazione considera, continua Melissa Oliviero, accanto all’esenzione per patologia, solo poche condizioni di carattere economico-sociale: disoccupati, cassintegrati, lavoratori in mobilità, per i quali peraltro, si sono ridotte le esenzioni introducendo limiti di reddito (27.000 euro per i disoccupati) con uno degli ultimi atti della giunta Formigoni; per i pensionati al minimo e sociali, oltre ai cittadini over65 con un reddito familiare inferiore a 38.500 euro. Riteniamo dunque che sia necessario prevedere un criterio di esenzione rapportato al reddito, in modo da rendere più equo il sistema di compartecipazione, e restiamo in attesa di una convocazione in tempi rapidi di una riunione specifica presso l’Assessorato”. 

Sesto San Giovanni 22 novembre 2013 
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