CGIL LOMBARDIA

Ufficio Stampa

SERVIZIO IDRICO: LA CGIL CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE

LA NUOVA GIUNTA LOMBARDA INTENDE RIPROVARCI?


La Cgil Lombardia partecipa al presidio indetto per oggi dal Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l’Acqua Pubblica, a Milano davanti al Pirellone, contro l’ipotesi di legge della Giunta regionale che anticipa l’applicazione del decreto Ronchi sulla privatizzazione delle pubblic utility, e in particolare dell’acqua.
La Cgil ribadisce la battaglia intrapresa dai referendari per la difesa dell’acqua pubblica, che ha raccolto più di 1 milione e quattrocentomila firme.

Vogliamo credere che questa Giunta non abbia dimenticato l’esito del tentativo di forzare la privatizzazione dell’acqua attraverso l’esproprio della titolarità decisionale riservata ai Comuni in materia di servizio idrico, che vide la Giunta precedente fare un passo indietro (L.r. n.1 del 2009), costretta dalla forte mobilitazione che accolse la Legge Regionale n.18 del 2006. Su quella legge intervenne anche la Corte Costituzionale con la sentenza n° 307/2009, giudicando illegittimo il principio della separazione tra gestione ed erogazione del servizio idrico. Vogliamo credere che sull’onda del Decreto Ronchi e dell’abolizione delle ATO introdotta con la Legge nazionale n° 42 del 26 marzo 2010, non si facciano ulteriori forzature.
L’acqua è un bene pubblico e non disponibile.
L’abolizione delle Ato (Ambiti Territoriali Ottimali), introdotta nella discussione parlamentare da un “colpo di emendamento”, ha di fatto liquidato un’esperienza senza che intervenisse alcuna valutazione sulla sua validità o meno, come se, disfare, non meno che fare, fosse senza costi economici e sociali. L’imposizione di questa scelta, trova una spiegazione nell’intento di allontanare dai Comuni - più vicini a cittadine e cittadini, reali detentori dell’acqua come bene pubblico - la titolarità delle decisioni e, in questo modo, di velocizzare il processo di privatizzazione.

Se non per privatizzare e indebolire i livelli democratici, perché affidare oggi i poteri che erano degli Ato, alle Province? Non convince nemmeno la tesi che la cessione di parte del patrimonio pubblico possa in qualche modo favorire entrate finanziarie capaci di compensare i tagli realizzati da Tremonti. In questa direzione basterebbe sostenere i Comuni, e rivedere i limiti del patto di stabilità interno, così lontani dalle indicazioni europee sugli investimenti e sulla concorrenza.

La Cgil Lombardia, contro i troppi interessi sull’acqua, guidati da logiche d’affari e di potere, lontani dal favorire una gestione sobria del patrimonio pubblico, così vitale e limitato come l’acqua, ribadisce il suo impegno contro la privatizzazione e per la reale partecipazione democratica alle decisioni.

Sesto San Giovanni 4 agosto 2010
 

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