CGIL LOMBARDIA - FP LOMBARDIA

Brunetta chiama……..Formigoni risponde!

I tagli nella sanità lombarda ridurranno i servizi

Il Ministro Brunetta, nei giorni scorsi, ha annunciato, con toni trionfalistici il taglio di trecentomila posti di lavoro nella pubblica amministrazione fino a tutto il 2013.

Nulla di nuovo, si potrebbe affermare, in quanto le scelte del Governo negli ultimi anni sono state improntate ad un sistematico “smantellamento” della Pubblica Amministrazione e dei servizi erogati. E’ utile però ricordare che quei tagli, oltre a non dare futuro a migliaia di giovani donne e uomini in cerca di lavoro, anche professionalizzato, provocano una ricaduta importante sul funzionamento e l’efficienza dei servizi pubblici.

Un esempio? Regione Lombardia, accogliendo per prima il suggerimento del Ministro, ha deliberato, nella riunione di Giunta di due giorni fa, i piani di assunzione - i cosiddetti “fabbisogni d’organico”- per l’anno 2011 per le Aziende Ospedaliere e le ASL della nostra Regione.

 

Appaiono, a prima vista, come numeri importanti:

* nelle Aziende Ospedaliere: 2.591 assunzioni per le qualifiche di infermieri, tecnici ed amministrativi e 953 figure mediche;

* nelle 15 ASL: 308 assunzioni per le qualifiche tecniche e 156 assunzioni di medici;

Peccato che questi stessi numeri siano stati ridotti da Regione Lombardia anche fino al 75% rispetto al fabbisogno dichiarato dai singoli responsabili di Aziende Ospedaliere o ASL!

Con questi numeri non si stabilizzeranno i tantissimi precari e precarie che da anni aspettano un posto di lavoro dignitoso, non verrà coperto il turn-over per pensionamenti previsto e ancor più prevedibile dopo la manovra finanziaria di agosto; non verranno, in molti casi, garantiti i servizi sanitari e socio-sanitari nella nostra regione.

E ancora: come si coniuga questa scelta con il Piano Socio-Sanitario Regionale, all’approvazione del Consiglio Regionale nelle prossime settimane, che stando alle dichiarazioni degli Assessori è stato costruito all’insegna dell’efficientamento del servizio sanitario regionale? Se tutto passa attraverso la riduzione dei costi del personale, piuttosto che il continuo ricorso al personale delle cooperative per coprire servizi, o ancora attraverso l’esternalizzazione dei servizi, crediamo che si possa parlare, più che di efficienza dei servizi, di taglio dei costi!

Dichiariamo tutta la nostra preoccupazione: queste scelte avranno ricadute pesanti soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione, produrranno un peggioramento, e crediamo in qualche caso anche la chiusura di alcuni servizi, magari proprio quelli di cui si sente maggiormente il bisogno nel territorio, mentre peggioreranno le condizioni di lavoro del personale sanitario e medico, precario e non.

Crediamo che la scelta non possa essere quella annunciata: a nostro avviso ci sono spese e sprechi che si possono tagliare a favore della qualità dei servizi, per la stabilizzazione dei precari, per qualificare il ruolo pubblico nella gestione sanitaria e socio-sanitaria nella Regione Lombardia.

Investire in salute non può che essere una priorità, così come investire in servizi può significare, per i cittadini e le cittadine, rispondere ai bisogni, soprattutto per le fasce più fragili o per coloro già pesantemente colpiti dalla crisi economica.

La Regione più virtuosa per qualità ed efficienza del suo sistema sanitario, come più volte richiamato dal suo Presidente, si allinea cosi alle scelte del Governo Berlusconi: sono dunque questi i tanto sbandierati valori dell’autonomia e del federalismo?

 

Sesto San Giovanni 28 ottobre 2010

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