LA LOMBARDIA, “MOTORE” IN CRISI: i dati 2009 confermano il primato della cassa integrazione e la difficile situazione occupazionale anche per il 2010.

a cura del Dipartimento Politiche Contrattuali della CGIL Lombardia

Dati

Aziende in crisi aggiornamento al 15 gennaio
Sintesi dati Aumento CIG 2009 su 2009
Cassa Integrazione CIG Lombardia 2009, variazione percentuale su mese precedente


Le ultime rilevazioni da noi elaborate dicono che il 2009 in Lombardia si è chiuso con dati e prospettive preoccupanti anche per il 2010 per l’occupazione e il sistema produttivo.
Il motore produttivo, l’eccellenza e la stessa economia complessiva della regione risentono dei limiti accumulati in questi anni e degli effetti di una crisi che non è alle nostre spalle, ma che si farà sentire anche nel corso dell’anno appena cominciato.
E se la nostra regione cresce meno dell’Europa e dell’Italia, è ovvio che l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è proporzionalmente più alto della media nazionale.
La crisi porta con sé conseguenze profonde sulle persone e sul tessuto sociale, e cambia, trasforma la nostra regione. Tutti i settori e tutti i territori, pur con differenziazioni, sono stati investiti dalla crisi: il settore manifatturiero - industriale meccanico è il più colpito.
I problemi e i nodi di struttura-specializzazione dell’economia della nostra regione sono venuti così al pettine.
Non è permessa nessuna falsa illusione
: occorre avere consapevolezza che la ripresa sarà lenta, e che ci vorranno tempi lunghi e politiche industriali, economiche e sociali adeguate per recuperare i livelli occupazionali e di qualità, le capacità produttive.
Una Lombardia da non nascondere.
Mentre le ore complessivamente autorizzate a livello nazionale di CIGO, CIGS e CIG in deroga sono 918 milioni, contro i 223 milioni del 2008 (+ 311%), in Lombardia nel 2009 le sole ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria sono state 273 milioni (+492%, erano 46 milioni nel 2008).
12.000 sono le aziende che hanno richiesto la cassa in deroga per oltre 90.000 dipendenti, 53.000 sono i licenziamenti ufficiali (+90%); aumenta al 5,2% il tasso di disoccupazione, aumentano le persone in cerca di un posto di lavoro (circa 100.000 in più), e aumentano le aziende in particolare situazione di crisi.
La diminuzione del significativo tasso di attività lavorativa segna il restringimento della base occupazionale in rapporto alla popolazione.
Aumentano lavoro precario, lavoro nero e numero di aziende nelle quali non si rispettano le leggi e i diritti di chi lavora, mentre il 73% delle nuove assunzioni avviene utilizzando forme contrattuali precarie e a tempo determinato.

 

Sul piano sociale aumentano le tensioni, si allarga la fascia di povertà e i giovani e gli over 50 sono i soggetti più colpiti dalla crisi e in maggior difficoltà.
Molti gli extracomunitari che, indispensabili al sistema produttivo e sociale, lavorano nella condizione di sfruttamento e di clandestinità, mentre aumentano le discriminazioni e gli atteggiamenti razzisti da parte di alcune forze politiche.

Aprire una nuova fase

Nel 2010 occorre aprire una nuova fase, non solo di difesa ma di creazione di nuovi posti di lavoro. Occorre attivare scelte politiche capaci di favorire raggruppamenti e sinergie tra le tante piccole e medie aziende, sostenendo e indicando politiche industriali di mantenimento e di sviluppo dei settori strategici ad alto contenuto tecnologico, e capaci di creare beni e servizi tesi ad anticipare la domanda di mercato.
Per esempio, mentre i brevetti dei paesi OCSE nei settori legati all’energia rinnovabile crescono più del doppio rispetto alla media complessiva (rispettivamente 20% e 10%, ed è bene sottolineare che non si parla di produzione di energia, ma di macchine e tecnologia per produrre energia rinnovabile), la Lombardia è sostanzialmente assente.

I dati della Cassa a dicembre

I dati del mese di dicembre e dell’anno 2009 indicano che la crisi economica sta diventando strutturale, e l’andamento degli ammortizzatori sociali è uno specchio di questo fenomeno.
La CIG totale del 2009
rispetto a quella del 2008 è cresciuta del 492%. 273 milioni di ore nel 2009, a fronte dei 46 milioni del 2008. Circa 33 milioni di ore autorizzate nel dicembre 2009, a fronte dei 6 milioni del 2008. Complessivamente l’ordinaria cresce del 627% e la straordinaria del 330%.
Purtroppo non si registra nessuna significativa frenata delle ore di cassa autorizzate, mentre crescono in modo preoccupante le ore di cassa integrazione straordinaria.
In particolare è il settore industriale manifatturiero a intercettare la pesantezza della crisi. La CIG totale per l’industria cresce rispetto al 2008 del 708%, seguita da una crescita del 314% nell’artigianato. Gli altri settori interessati sono il commercio (+470%) e l’edilizia (+164%).
Esaminando gli andamenti della crisi dal punto di vista delle richieste di cassa mensili nel 2009, si può osservare una differenziazione nella quantità tra i mesi, ma si evidenzia anche una crescita mensile costante rispetto ai corrispettivi mesi del 2008.
I settori maggiormente interessati dalla cassa sono il metallurgico (+1.674%), il legno (+989%), la meccanica (891%), la lavorazione dei minerali non metalliferi (659%), la chimica e il petrolchimico ((497%) e le attività economiche connesse con l’agricoltura (690%).
Tutti gli altri settori presentano una crescita pur significativa ma al di sotto della media regionale: tessile (197%), abbigliamento (275%), carta e stampa (284%), trasporti e comunicazioni (164%), servizi (349%), commercio (470%).

La profondità della crisi si osserva inoltre dall’inversione di tendenza tra la CIG ordinaria e quella straordinaria, tra l’altro già osservata nel mese precedente.
A livello territoriale presentano una crescita al di sopra della media regionale Lecco (1223%), Brescia (653%), Como (663%), Cremona (785%), Lodi (673%), Milano - inclusa la provincia di Monza e Brianza - (580%), Mantova (633%). Al di sotto della media regionale troviamo invece Pavia (403%), Sondrio (222%), Varese (263%).


Se utilizziamo come parametro l’incidenza della sola cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) sulla popolazione lavorativa dipendente, si osserva come il tasso potenziale di crescita della disoccupazione appaia più rilevante nei territori di Varese (10%), Lecco (9 %), Brescia e Como (7%).
Una riflessione che dovrebbe sviluppare un dibattito molto più attento circa le politiche industriali e le politiche attive e formative territoriali e regionali, finalizzate alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla ricollocazione di coloro che il posto di lavoro l’hanno perso.
Anche l’utilizzo della cassa in deroga - che come abbiamo già ricordato interessa oltre 90.000 lavoratori e circa 12.000 piccole aziende e il settore artigiano - sottolinea la peculiarità e la delicatezza della situazione lombarda e del suo sistema produttivo.
Il problema è di favorire e creare, con politiche pubbliche e scelte adeguate, nuovi posti di lavoro, e di rilanciare i consumi interni con politiche salariali e fiscali in favore del lavoro dipendente e dei pensionati: questioni cruciali non affrontate adeguatamente dal Governo nazionale e dalla Regione.
La CGIL continuerà l’impegno e la mobilitazione sul fronte della crisi per difendere occupazione e diritti; confermiamo la necessità di un ripensamento e di un rinnovamento del modello industriale lombardo e chiediamo alla Regione, insieme alle altre forze sindacali, l’apertura di un tavolo di confronto permanente sulla crisi, per interventi di struttura, attraverso politiche pubbliche che non si limitino al pur importante sostegno di misure di difesa come la cassa in deroga, ma favoriscano e indirizzino una politica industriale innovata e di qualità, diano impulso all’innovazione, alla ricerca e sviluppo anche attraverso un più significativo rapporto con le università, impegnino con trasparenza risorse per la costruzione di una rete di infrastrutture di sostegno che valorizzi l’occupazione, garantendo al lavoro legalità e sicurezza e consentano sinergie in grado di creare nuova occupazione e di uscire dalla crisi.


Sesto San Giovanni 18 gennaio 2010
 

 

 

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