COMUNICATO STAMPA

SCIOPERO GENERALE DI OTTO ORE VENERDI’ 25 GIUGNO ANCHE IN LOMBARDIA.

MANIFESTAZIONE REGIONALE A MILANO DA PORTA VENEZIA A P.ZZA DUOMO, ASSEMBLEE E ATTIVI IN PREPARAZIONE.

DICHIARAZIONE DI STEFANO LANDINI DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA

Sale la mobilitazione della Cgil in vista dello sciopero generale, che “in Lombardia – dice Stefano Landini della segreteria Cgil – sarà di otto ore, con una manifestazione regionale dai Bastioni di Porta Venezia a Piazza del Duomo il 25 giugno- per protestare contro la manovra ingiusta, iniqua e pericolosa varata dal Governo. Numerose le assemblee nei luoghi di lavoro, nei territori e nelle leghe dei pensionati previste in preparazione di questa importante giornata di mobilitazione.

La maggioranza - prosegue Landini - prima ha negato la crisi, ora affronta l’emergenza economica nel peggiore dei modi: senza equità e con provvedimenti che deprimono ancora di più l’economia.

Da tempo sarebbe stato necessario favorire la crescita, sostenere un piano per il lavoro, chiedere a tutte e a tutti di contribuire a partire dai redditi più alti, dai grandi patrimoni e dalle imprese”.

Il Governo ha scelto di colpire solo i lavoratori e le lavoratrici, pubblici e privati, i precari le pensionate e i pensionati:

• blocca i contratti pubblici, anche quelli già rinnovati, e gli scatti di anzianità nella scuola

• taglia i trasferimenti alle Regioni e ai Comuni: meno risorse per lo sviluppo, meno prestazioni e servizi sociali, più costi per anziani, pensionati e fasce deboli.

• ferma per un anno la pensione per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici e riduce la salvaguardia per coloro che sono in mobilità

• chiude il 40% degli enti di ricerca

• congela il turnover e licenzia la metà dei precari in tutta la pubblica amministrazione accanto al blocco della contrattazione di secondo livello e all’anticipo del pensionamento a 65 anni delle lavoratrici pubbliche

 

La Cgil ritiene che le priorità e gli obiettivi siano altri, in particolare:

• lotta all’evasione fiscale, che oggi ammonta a 120 miliardi di euro all’anno, e avvio della riforma fiscale abbassando la tassazione sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni;

• tassare rendite e grandi patrimoni;

• definire una nuova politica industriale, del terziario e dei servizi;

• varare un piano per il lavoro a favore, in particolare, dei giovani e delle donne, incentivando le assunzioni a tempo indeterminato e cancellando le tante precarietà presenti nei settori pubblici e privati;

• intervenire sugli sprechi e riformare il settore della conoscenza: in particolare si ritiene urgente avviare un piano formativo investendo nella scuola e nell’università;

• rendere flessibile il patto di stabilità per i comuni virtuosi per avviare i cantieri, in particolare quelli sulle piccole opere.

 

Sesto San Giovanni 11 giugno 2010
 

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