CGIL LOMBARDIA
UFFICIO STAMPA

CGIL LOMBARDIA: ALMENO L’8 MARZO LA REGIONE LOMBARDIA DICA TUTTA LA VERITA’ SULLE DONNE.

DICHIARAZIONE DI FULVIA COLOMBINI E DI ELENA LATTUADA, DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA.

Fulvia Colombini ed Elena Lattuada, della Segreteria della Cgil Lombardia, in risposta alle dichiarazioni dell’Assessore alla Famiglia e alla solidarietà sociale della Regione Lombardia, hanno dichiarato: “nemmeno quando in tutto il mondo si celebra la Giornata dell’8 marzo l’Assessore Boscagli coglie l’occasione per dire tutta la verità sulla condizione delle donne che vivono e lavorano nella nostra regione.

Dichiara infatti che quanto a pari opportunità la Lombardia sarebbe ai primi posti della graduatoria del nostro Paese, il tasso di occupazione sarebbe del 60% e sarebbero stati raggiunti gli obiettivi di Lisbona. Non è così: il tasso, al 31 dicembre 2009, è al 57%, quindi l’obiettivo di Lisbona dev’essere ancora raggiunto, tenendo conto che nell’ultimo anno questa percentuale è rimasta stabile a causa della crisi.

Bisognerebbe dire che anche nella nostra regione il numero delle cessazioni dal lavoro nel primo anno di vita del bambino rimane molto alto, e supera le 5000 unità nel 2009, sintomo di un grande disagio delle lavoratrici che non riescono a conciliare il lavoro professionale e quello di cura. Infatti il 70% di queste dimissioni riguardano coloro che hanno dichiarato l’esigenza di accudire i figli.

Quanto agli effetti della crisi, dal 2008 al 2009 uno dei fenomeni più preoccupanti è il continuo aumento delle lavoratrici iscritte alle liste di mobilità, che comprendono anche molte giovani.

Infine, a proposito dell’offerta di servizi per la prima infanzia, che secondo l’Assessore Boscagli sarebbe in crescita, teniamo a sottolineare che, nonostante le recenti deliberazioni che consentono l’utilizzo dei fondi già stanziati dal Governo Prodi, l’offerta non è ancora adeguata. In particolare non è adeguata nel rispondere alle domande di flessibilità nell’utilizzo, legate ai modelli organizzativi e di orario di lavoro che il mercato oggi richiede.

Si sarebbe potuto dire – concludono le due sindacaliste – che c’è ancora molta strada da fare, e su questo sarebbe stata senz’altro utile una dichiarazione d’intenti e di impegno da parte della Regione e di chi la governerà nel prossimo futuro”.

Sesto San Giovanni 8 marzo 2010

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