CGIL LOMBARDIA: OGGI A BRESCIA L’ASSEMBLEA REGIONALE DEI QUADRI IN PREPARAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 14 NOVEMBRE A ROMA. GLI INTERVENTI DI BASEOTTO E CAMUSSO

Si è svolta oggi a Brescia l’Assemblea regionale delle delegate e dei delegati, delle pensionate e dei pensionati della Cgil Lombardia, in preparazione della manifestazione nazionale di Roma del 14 Novembre prossimo. “Contrastare la crisi e rinnovare i contratti: un binomio inscindibile a difesa dell’occupazione, dei diritti e dei redditi”: su questa parola d’ordine, nel corso dell’intera mattinata, dopo la relazione di Nino Baseotto, Segretario Generale della CGIL Lombardia, e prima delle conclusioni di Susanna Camusso, Segretario nazionale della CGIL, si è sviluppato un dibattito ricco e articolato al quale hanno portato il loro contributo delegate e delegati delle aziende più colpite dalla crisi, pensionate e pensionati, dirigenti delle Camere del Lavoro e delle categorie.

“La Cassa Integrazione a settembre aumenta in Lombardia del 495%, mentre i licenziamenti, dovuti a mobilità o liste 236, a ottobre 2009 aumentano di quasi il 24% rispetto al medesimo periodo del 2008”. Nino Baseotto, aprendo l’incontro, ha ricordato i dati della crisi, e il rischio che migliaia di imprese vengano spazzate via: “siamo alle soglie di un baratro sociale. Questo è un Governo che ha scientemente scelto e sceglie una strada precisa; per noi profondamente sbagliata, ma precisa. Ha scelto il mercato e le sue logiche come strada maestra per uscire da una crisi che viene da loro raccontata sotto tanti aspetti, ma mai sotto quello più reale e drammatico che è di vera e propria emergenza sociale. Ha scelto di difendere alcuni ceti sociali e i loro privilegi, a scapito di tutti gli altri.

Noi abbiamo messo al centro del rapporto non facile con le controparti e con la Regione il contrasto alla crisi.

L’estensione a tutti degli ammortizzatori in deroga, la riprotezione di un grande numero di precari della scuola sono risultati certo parziali, ma comunque molto importanti, che proiettano i propri benefici anche sul prossimo anno che non sarà meno difficile di quello attuale.

Un dato molto significativo: a fine ottobre, in Lombardia, sono 9.297 le domande di Cassa Integrazione in deroga decretate per un totale di 71.571 lavoratrici e lavoratori coinvolti.

A testimonianza dell’utilità e positività dell’Accordo che abbiamo raggiunto e della necessità di darvi continuità.

Così come, proprio ieri pomeriggio, abbiamo raggiunto, unitariamente e insieme alle tre Federazioni di categoria dei pensionati, con la Regione Lombardia l’accordo in materia di non-autosufficienza, che è partito da una piattaforma costruita unitariamente dai sindacati dei pensionati.

Tutte cose che, sino ad ora, abbiamo realizzato e stiamo facendo quasi sempre insieme a Cisl e Uil, applicando qui come altrove un principio elementare: si può essere divisi su molte cose, ma di fronte alla crisi e in difesa di welfare e occupazione proviamo a trovare forme comuni di iniziativa, proviamo a far pesare tutto il Sindacato confederale e non solo parti di esso.

Sono convergenze che non cancellano o attenuano le differenze, lo scontro duro che è in atto sui temi cruciali, a partire dai rinnovi contrattuali.

Ma sono convergenze necessarie, essenziali e che, soprattutto, si realizzano sempre sul merito delle cose, su obiettivi che di volta in volta riusciamo a condividere.

Così è nata la “Marcia per il lavoro” di sabato scorso a Milano. A livello regionale abbiamo condiviso con Acli, Arci e Cisl, ma non con la Uil, posizioni ed obiettivi di merito, a partire dall’opportunità della mobilitazione e ci siamo mobilitati.

Il successo di quella giornata, dice che il senso di quell’iniziativa è stato capito e condiviso.

Nessuno ha rinunziato alle proprie posizioni o ha capitolato su qualcosa, ma abbiamo concordato di unire gli sforzi per contrastare questa crisi, e lo abbiamo fatto coinvolgendo anche due grandi Associazioni espressioni importanti della società civile lombarda.

Ora è urgente definire politiche capaci di generare nuova occupazione e determinare le condizioni per la ripresa: politiche industriali tese all’innovazione e l’immediato via libera alle opere infrastrutturali da subito cantierabili.

Misure di contrasto alla crisi è ciò che chiederemo anche il 14 novembre, a Roma, con una nuova manifestazione nazionale della sola Cgil per la riuscita della quale tutti noi siamo impegnati.

Dunque i sindacati divisi ovunque sui contratti, uniti in quasi tutte le aziende ed i territori per difendere welfare e occupazione, uniti con la Cisl nella Marcia per il lavoro, divisi quando si tratta di mobilitarsi nazionalmente e di rivendicare che il Governo faccia la sua parte e la faccia in modo radicalmente diverso dall’attuale. Certo la contraddizione esiste.

L’Accordo separato sul modello contrattuale è uno strappo di gravità inaudita, e quello dei meccanici è davvero un brutto contratto, sia per la parte economica che per le modalità con le quali è avvenuto, con l’esclusione cioè della Fiom da parte di Federmeccanica e però anchecon la precisa scelta di Fim e Uilm, e delle loro Confederazioni, di continuare e concludere la trattativa contrattuale senza alcun confronto con i lavoratori e le lavoratrici, oltre che con la più importante e rappresentativa organizzazione sindacale dei meccanici, quale è la Fiom.

Con l’aggravante di negare a quegli stessi lavoratori e lavoratrici il diritto ad esprimersi sul contratto attraverso il voto referendario.

Sono alle porte i contratti di Edili e chimici. Si inizia male, con piattaforme separate per scelta deliberata di Cisl e Uil.

Alimentaristi e Telecomunicazioni hanno dimostrato che quella non è la via obbligata; per questo abbiamo di fronte a noi un obiettivo ineludibile: riconquistare un modello condiviso ed esigibile di regole contrattuali, riconquistare ciò che il 22 gennaio ci hanno tolto con l’Accordo separato.

Noi non possiamo accettare l’idea che la democrazia la si possa esercitare solo quando siamo tutti d’accordo; al contrario: la parola va data a lavoratrici e lavoratori sempre, a maggior ragione quando vi siano differenti opinioni tra i gruppi dirigenti delle singole Confederazioni.”

“La divisione che attraversa la società nasce dalla crisi ed è alimentata dal Governo – ha detto Susanna Camusso, Segretario nazionale della CGIL concludendo l’assemblea regionale – basta ripercorrere le scelte compiute nell’ultimo anno. Penso ai migranti, penso al Mezzogiorno d’Italia, che questo Governo vuole affossare definitivamente. Ma come si fa a pensare al futuro di una parte del Paese se per l’altra parte non ci sono risposte? - si è chiesta.

Pensiamo a quali sono state le scelte finanziarie, a quale messaggio si è dato con lo scudo fiscale, che si è rivelato una forma di riciclaggio del denaro illecito.

Il messaggio che si è dato è che nel nostro Paese può prosperare l’area del lavoro nero e di quello sommerso.

E il clima di divisione, di violenza, di disagio che si respira nel nostro Paese, deve farci riflettere sul fatto che c’è bisogno di più contrattazione, di fare in modo che il sindacato possa svolgere appieno il suo ruolo di organizzazione, di definizione e di tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Che dire allora della vicenda del contratto dei meccanici? Ha detto ancora Camusso.

“Quel contratto è un’offesa all’intelligenza del sindacato, e oltre a produrre un vulnus sul piano della democrazia, contiene un principio grave di delega alle imprese - perché l’ha fortemente voluto Federmeccanica - e di rinuncia al proprio ruolo da parte delle Organizzazioni Sindacali che l’hanno sottoscritto”.

“Bene dunque il conflitto che la categoria sta agendo, e la CGIL è al suo fianco in questa battaglia, ma bene anche tutti quei contratti che apertamente non applicano l’intesa di gennaio sul modello contrattuale e che unitariamente si riescono a sottoscrivere, come quello dell’alimentazione, delle telecomunicazioni, dei cartai firmati in questi giorni. La sigla di questi contratti dimostra che si possono fare, e rappresentano un contributo anche per i lavoratori metalmeccanici per riconquistare il loro contratto.

Noi il 14 novembre, con la manifestazione nazionale vogliamo parlare al Paese, ha concluso Susanna Camusso, e vogliamo che a parlare siano le tante lavoratrici e i tanti lavoratori delle centinaia di aziende grandi e piccole - per noi ogni vertenza ha la stessa importanza - colpite dalla crisi.

Vogliamo lanciare un segnale forte contro la divisione, l’individualismo e il particolarismo verso i quali la crisi spinge.

E su questo terreno sfidiamo anche le altre Organizzazioni Sindacali: se nella Finanziaria non ci saranno risposte sui redditi, siete disposti a scendere in piazza con la CGIL? Noi intanto diciamo che siamo contro il provvedimento sull'Irap per almeno tre buone ragioni: le imprese hanno già avuto, ora tocca alle lavoratrici e ai lavoratori; si stanno sottraendo alle Regioni già troppe risorse che più o meno direttamente dovranno essere compensate dai cittadini, perché concedere anche questa? E infine, non si può continuare a governare con gli spot applicando cerotti qua e là. Il Governo deve dire chiaramente cosa vuol fare per contrastare la crisi.”

Nel corso dell’assemblea è anche stato approvato un ordine del giorno che, in vista della data del 25 novembre, ripropone l’impegno della CGIL Lombardia contro la violenza sulle donne.

Sesto San Giovanni 4 novembre 2009

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