SULLA CASA UN PROVVEDIMENTO ANTICRISI CHE DIMENTICA LA CRISI.
E LA CASA!

Dichiarazione di Oriella Savoldi della Segreteria CGIL Lombardia

“Non tutto quel che la crisi ci porta è inedito, c’è molto di antico, come il problema della casa appunto, che casomai proprio per via della crisi si aggrava”. Così dichiara Oriella Savoldi della Segreteria della CGIL Lombardia.

“Che bisogno c’è di improvvisare provvedimenti scollegati dalla realtà? O di chiamare “Piano Casa” una misura che non ha nulla a che fare con la costruzione di nuove case popolari, come invece era previsto nelle misure citate come esempio: i grandi Piani degli anni ‘60 e ‘70. Si tratta semmai di una misura anticrisi che, per quanto discutibile, potrà avere forse effetti anti-ciclici, ma non risolve i problemi della casa”. “Come sempre, se non si perdesse di vista la realtà si potrebbe rivelare come accanto ai problemi, la ricerca di soluzioni sia già all’opera; si tratterebbe solo di coglierla e sostenerla.

In altri termini si tratta di mettere al bando desideri ingordi e speculatori e di sbloccare, come ha chiesto il sindacato, opere pubbliche già decise dagli Enti Locali, ristrutturare scuole cadenti, recuperare aree abbandonate o degradate. Per uscire meglio dalla crisi senza far pagare i costi a coloro che già ne sopportano il peso, mentre i soliti noti arricchiscono. Questo dovrebbero fare istituzioni che hanno a cuore il Paese e la sua popolazione, a partire da quella più in difficoltà.

Servono case nuove - prosegue la sindacalista - case in affitto e una politica di sostegno pubblico all’affitto.

La misura del governo invece parla d’altro e lo fa imponendo alle Regioni i modi, i tempi e le quantità. Alla faccia del federalismo! In questo caso non si tratta di conquistarlo: il titolo V° della Costituzione già definisce questa materia come concorrente: lo Stato deve concordare con le Regioni le misure da adottare in questo campo.

Ma il problema non è solo la forma: è la sostanza che non va!

Altro che una stanza in più, l’aggiunta di un garage o la realizzazione di un bagno: di quel 20% che magicamente Formigoni vorrebbe raddoppiare, non c’è un solo euro o un solo metro cubo per edificare case nuove.

Che abbiano in mente di liberalizzare i sopratetti sui sottotetti già recuperati o l’occupazione dei pochi cortili non ancora invasi nei palazzi lombardi? Questo progetto non è folle: vuole rispondere all’emergenza abitativa delle aree metropolitane aumentando le opportunità per alcuni residenti e lo sfruttamento di alcuni affittuari.

Governo e Presidente della Regione dimenticano disoccupati, cassaintegrati e precari, studenti fuori sede, lavoratori immigrati, inquilini alle prese con canoni insostenibili, che pesano fino al 70-90% sui salari, o piccoli proprietari alle prese con mutui diventati troppo onerosi, ai quali non viene certo in mente di ampliare la propria casa, visto che corrono il rischio di perderla.

Quanto a comprarla, il calo che si sta registrando nella compravendita, che non riguarda le ville ma gli appartamenti per le famiglie o i singoli che vogliono investire sul loro futuro, conferma dove si situa la maggiore difficoltà.

Guardare alla sofferenza di chi vive queste situazioni, chiede risposte. Cgil Cisl Uil, le associazioni inquilini, anche in Lombardia e non da oggi, chiedono

di recuperare, di ristrutturare e di costruire case in Edilizia residenziale pubblica;
di finanziare il Fondo Sociale Affitti, come da impegni già assunti ma disattesi da troppo tempo;
di rispettare i vincoli ambientali e favorire l’utilizzo di materiali eco-compatibili in una megalopoli, come quella lombarda, che rischia di diventare sempre più sorda e invivibile.

Da tempo Cgil Cisl Uil chiedono l’investimento straordinario di un miliardo di euro in Lombardia, - conclude Oriella Savoldi - per sostenere politiche pubbliche sulla casa. Sugli affitti e sui mutui che tanto più in una fase di crisi come questa pesano sui bilanci delle persone e delle famiglie”.

 

Sesto San Giovanni 24 marzo 2009

 

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