CGIL LOMBARDIA
CAMERA DEL LAVORO DI MILANO
COMUNICATO STAMPA
INNSE: LA LOTTA DEI LAVORATORI HA PAGATO. DICHIARAZIONE DI DI GIACINTO BOTTI SEGRETARIO DELLA CGIL LOMBARDIA E DI NERINA BENUZZI DELLA SEGRETERIA DELLA CAMERA DEL LAVORO METROPOLITANA DI MILANO.
I 15 mesi di mobilitazione dei lavoratori dell’INNSE, culminati con la scelta, radicale ma consapevole, di quattro lavoratori e di un sindacalista della Fiom di salire sul carroponte per bloccare lo smontaggio in atto dei macchinari, ha prodotto un risultato straordinario oltre ogni aspettativa.
I lavoratori, gli operai avevano ragione: il loro lavoro, la loro professionalità, le “loro” macchine tecnologicamente avanzate dovevano essere difesi e salvaguardati dalla speculazione immobiliare e finanziaria, da uno pseudo imprenditore senza scrupoli e da un intreccio di interessi politici che in questa vicenda sono apparsi in tutta la loro evidenza.
Nuovi imprenditori hanno acquistato l’azienda e il terreno, garantendo la ripresa e lo sviluppo produttivo e i livelli occupazionali. Ma questo risultato non si deve certo all’impegno e al sostegno delle istituzioni locali, che non hanno svolto il proprio ruolo.
Si è trattato di una lotta durissima, vinta per l’unità, la coesione e la determinazione dei lavoratori e della loro Rsu, per la solidarietà concreta dei cittadini e delle forze sociali e per l’azione di rappresentanza e di sostegno offerta dal sindacato, prima di tutto dalla Fiom e poi dalla Cgil della Lombardia e di Milano.
La lotta,
assumendo dal punto di vista simbolico un valore nazionale grazie anche al ruolo svolto da quella libera informazione che il Presidente del Consiglio vorrebbe far tacere, dà forza e più convinzione alla battaglia più generale che il mondo del lavoro, il sindacato e in particolare la Cgil, stanno conducendo dinanzi ad una crisi pesante e inedita che in troppi vorrebbero scaricare sulle lavoratrici, sui lavoratori, sui pensionati e sui ceti popolari.
La fabbrica INNSE continuerà a produrre in una regione, e in particolare in un’area, quella milanese, dove nel mese di settembre si potrebbe verificare la chiusura di altre aziende e di realtà industriali con un valore tecnologico medio alto, a causa delle ristrutturazioni e delle delocalizzazioni già in corso, e della crisi e dell’impoverimento del tessuto produttivo costituito da migliaia di piccole aziende sotto i 10 dipendenti, non solo dell’industria.
E’ stata una lotta contro la svalorizzazione e la precarizzazione del lavoro, contro il processo di smantellamento di quel nucleo manifatturiero tecnologicamente avanzato in grado di competere nel mercato globale, per salvaguardare i saperi e la professionalità e per affermare la centralità e la dignità del lavoro.
Una lotta che ha messo a nudo la cecità e l’incapacità di una classe politica di intervenire con azioni e con scelte di profilo alto, allo scopo di definire un minimo di orizzonte strategico di sviluppo del paese con al centro i diritti e il lavoro.
La vicenda della INNSE è un insegnamento per tutti e apre una riflessione sul fatto che la tenacia, la convinzione e l’unità possono produrre conquiste inaspettate e difficili.
Milano 12 agosto 2009