Cgil Lombardia: Piano Casa? Non c’è il Piano..e neanche la Casa. Dichiarazione di Oriella Savoldi della segreteria della Cgil Lombardia.

"Il titolo del provvedimento non inganni - dichiara Oriella Savoldi della segreteria della Cgil Lombardia. La Regione ha rinunciato da tempo a condividere una politica relativa ai fabbisogni abitativi reali e al parco di case a disposizione. Si accoda alla proposta del Governo e, indifferente alla bocciatura da parte della Conferenza Stato Regioni, anticipa il provvedimento impropriamente chiamato Piano Casa. Il progetto di legge approvato oggi dalla Giunta, infatti, si limita a liberalizzare interventi di ampliamento fino al 20% di abitazioni mono e bifamiliari; resta lontano da quel che servirebbe: un vero e proprio rilancio dell’edilizia. In tempi di crisi è difficile credere che vada incontro alle esigenze delle famiglie di reddito medio basso; in tempi di crisi queste famiglie non sono certo quelle nella migliore propensione e condizione per spese straordinarie, a meno di non pensare a interventi tesi “al massimo risparmio”, pericolosi per la qualità del lavoro e delle case.
Il sindacato unitariamente aveva avanzato proposte alla Regione affinché fossero adottati provvedimenti tesi a riscattare l’edilizia e l’occupazione, dalla grave crisi che stanno attraversando: piani di manutenzione e di recupero, sblocco di opere pubbliche già programmate, costruzione di case per l’edilizia popolare e a canoni agevolati, anche con il concorso dei privati. La Regione invece liberalizza ampliamenti, sostituzione di edifici anche nelle aree storiche o di rilievo naturalistico-ambientale, ricostruzione moderna al posto di costruzioni antiche. Stanziando sempre meno risorse per le politiche abitative altro non vuol fare che offrire l’esca al risparmio privato, su un terreno che sappiamo non essere esente da spinte speculative. Si tratterà di approfondire il provvedimento e di pretendere vincoli, controllo e trasparenza. Tuttavia già l’assenza di riscontro alle richieste di confronto avanzate dai sindacati e dagli inquilini non e' certo la miglior attestazione di ricerca di soluzioni efficaci praticabili, né di volontà trasparenti verso una politica orientata al “bene pubblico”.

Sesto San Giovanni 3 giugno 2009
 

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