LA CGIL LOMBARDIA A SOSTEGNO DELL'APPELLO MILANO 2015,
“FACCIAMO l'EXPO GIUSTO”.
UNA LETTERA DI ORIELLA SAVOLDI DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA

Vi inviamo la lettera con la quale Oriella Savoldi, della Segreteria della Cgil Lombardia, in occasione del convegno "Facciamo l’Expo giusto", iniziativa che si è svolta il 15 marzo nell'ambito della Fiera "Fa la Cosa Giusta", ha consegnato alle Associazioni di "In marcia per la pace" a sostegno del loro documento che alleghiamo per conoscenza.


Oggetto: Milano 2015, “Facciamo l’Expo giusto”: documento condiviso

Abbiamo ricevuto e approfondito con attenzione il documento condiviso dal tavolo delle associazioni “in marcia per il clima”, proposto alle realtà associative milanesi e lombarde e rivolto alle autorità locali. Le riflessioni in esso espresse risuonano fra quelle maturate nella nostra organizzazione, che per sua natura, concentra particolare attenzione oltre che sui temi dell’Expo 2015 e sul progetto complessivo, sul lavoro che sarà necessario per la realizzazione dell’evento.

Anche noi siamo convinti dell’importanza e dell’opportunità che l’Expo 2015 potrà offrire ai suoi diversi protagonisti, istituzionali, politici e sociali, di Milano e della Lombardia, tuttavia riteniamo che il progetto in via di perfezionamento debba necessariamente relazionarsi con la crisi globale che attraversa l’intero pianeta.

La realizzazione di EXPO 2015 chiede assunzione di responsabilità, più di quella che fino ad oggi ci hanno mostrato i diversi ambiti istituzionali, affinché in maniera sobria e consapevole si adottino scelte e si propongano iniziative capaci di misurarsi con la necessità di fare salva la vita degli esseri umani, uomini e donne, garantendo loro la sicurezza alimentare, e di salvaguardare l’ambiente che ci ospita. Occorre che questo evento si ponga obiettivi di equità e di giustizia verso un orizzonte di libera e pacifica convivenza per l’intera popolazione terrestre nel rispetto delle diverse civili tradizioni e culture.

Questo chiede un cambio di atteggiamento che da subito si ponga il problema della redistribuzione della ricchezza, del rispetto delle risorse naturali, di un loro diverso utilizzo. Ed anche, che le opere e le infrastrutture, non importa quanto grandi o piccole, siano essenziali e soprattutto abbiano in mente i bisogni di chi abita la città,

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