Contro il decreto sicurezza approvato dal senato, per la difesa della costituzione


Contro il decreto sicurezza approvato dal senato, per la difesa della Costituzione

Manifestazione Sabato 21 a Milano. Dichiarazioni di Onorio Rosati e Nino Baseotto







E’ stata presentata oggi, in Camera del Lavoro, la manifestazione che avrà luogo Sabato pomeriggio, a Milano, per contestare le misure del pacchetto sicurezza predisposto dal Governo e ribadire il valore e l’intangibilità della Costituzione.

La manifestazione, a cui hanno aderito partiti, associazioni di

immigrati, , casa della Carità, Naga, e molte personalità del mondo culturale e dello spettacolo, tra cui Dario Fo e Franca Rame prenderà il via alle 14.30 da porta Venezia per concludersi in Piazza Duomo, dove sono previsti una serie di interventi.



Nel corso della conferenza stampa Onorio Rosati, segretario della Cdlm ha sottolineato che “ il disegno di legge sulla sicurezza approvato in Senato su proposta della Lega risponde ad una cultura xenofoba. Ancora una volta, per fini politici, si strumentalizzano le paure della gente e si criminalizzano gli ultimi e gli indigenti. Diciamo no al decreto sicurezza. Per noi un Paese è piu’ sicuro se ci sono piu’ giustizia, più solidarietà, piu’ diritti.

Con questo decreto si introducono procedure e tasse aggiuntive che, di fatto, renderanno ancora piu’ difficile la regolarizzazione dei cittadini migranti onesti, consegnando all’irregolarità ed alle organizzazioni criminali un “esercito di riserva” rendendo il Paese piu’ fragile ed insicuro.

Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia, nel suo intervento ha rimarcato :

“ abbiamo voluto questa manifestazione per dare un segno al Paese di sostegno alla cultura della legalità, della civiltà e del dialogo.

C’è una ragione in più per dire no al decreto sicurezza: in questo provvedimento c’è la logica aberrante di mettere cittadini contro cittadini. I medici contro i loro pazienti, oppure l’idea che si legalizzino le ronde come forme sostitutive della funzione e del dovere dello Stato di garantire la sicurezza dei propri cittadini. Peggio ancora se le ronde fossero concepite come una qualche forma di sussidiarietà rispetto ai compiti delle Forze dell’Ordine!

La campagna che è in atto, e che ha contenuti fortemente discriminatori, sta ricevendo nuovo alimento dai gravissimi episodi di violenza sulle donne che si sono verificati recentemente a Roma, a Bologna, a Milano.

Trovo inaccettabile che si usino toni diversi a seconda che la violenza sia commessa da un italiano piuttosto che da uno straniero.

Lo stupratore è tale, qualunque nazionalità abbia.

Così come occorre denunciare una strisciante retorica che giustifica la violenza contro le donne considerate oggetti al pari della retorica opposta che teorizza l’organizzazione di gruppi per difendere l’oggetto donna.

È tempo che si riaffermi con forza la soggettività, la dignità ed i diritti delle donne”.

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