LAVORO NERO E CRISI IN LOMBARDIA.

DICHIARAZIONE DI FULVIA COLOMBINI DELLA SEGRETERIA REGIONALE DELLA CGIL

Si è tenuta nei giorni scorsi una riunione presso la Direzione Regionale del Lavoro della Lombardia per l’esame dei dati relativi al primo semestre 2009, sull’attività di vigilanza effettuata da tutte le istituzioni pubbliche preposte.

“L’esame dei dati sotto riportati mostra la gravità della situazione - dice Fulvia Colombini della Segreteria della CGIL Lombardia - perché nel 66% delle imprese ispezionate sono state rilevate irregolarità. Sono stati trovati 32.316 lavoratori cui si riferiscono irregolarità di vario genere e 5.535 lavoratori “in nero”.

L’unico dato positivo, se così si può definire, è il recupero di 154.486.091 di euro per le casse pubbliche.

Purtroppo la piaga del lavoro sommerso, irregolare, nero e grigio continua a dilagare in Lombardia e l’apertura dei cantieri per la realizzazione delle opere relative all’Expo 2015 potrebbe far peggiorare la situazione.

Le disposizioni del Ministero del lavoro sono quelle di effettuare meno controlli rispetto allo scorso anno e anche se la Direzione Regionale ha dichiarato che si sta dedicando intensamente ad attività di prevenzione e di promozione nei confronti del sistema delle imprese, la CGIL Lombardia ritiene che il livello dei controlli dovrebbe intensificarsi e non ridursi come invece prevedono i budget ministeriali.

In particolare, dopo l’approvazione della legge denominata ”pacchetto sicurezza” che introduce il reato di clandestinità, per i lavoratori stranieri non comunitari che perdono il posto di lavoro a causa della crisi, si apre il problema del mancato rinnovo del permesso di soggiorno. Con il permesso scaduto si viene considerati clandestini, quindi preda di sfruttamento e lavoro sommerso.

Inoltre in questo periodo di crisi il lavoro nero diven

ta particolarmente nefasto, perché oltre ad essere fuori dalla legalità, a produrre danno e dumping sociale, nega anche la possibilità a chi lo svolge di usufruire degli ammortizzatori sociali di sostegno al reddito e dei percorsi di politiche attive.

Irregolarità nel lavoro significa anche svolgere un lavoro meno sicuro con maggiori probabilità di incorrere in infortuni.

Per tutte queste ragioni la CGIL Lombardia ritiene che i dati che rendiamo noti debbano essere conosciuti e diffusi ed essere oggetto di misure adeguate e di intervento delle forse sindacali e sociali a sostegno della legalità, dell’emersione fiscale e contributiva di un lavoro dignitoso per tutti”.

 

VIGILANZA SVOLTA NEL PRIMO SEMESTRE 2009 IN LOMBARDIA

ENTE  IMPRESE IRREGOLARI   

IMPRESE

ISPEZIONATE   

LAVORATORI CUI SI RIFERISCONO LE IRREGOLARITA' DI CUI LAVORATORI "IN NERO" RECUPERO CONTRIBUTI E PREMI EVASI
MINISTERO LAVORO 8.153 3.851 22.478 2.480  31.919.459
INPS 6.984 6.029 3.656  2.583 114.766.885
INAIL 1.416 1.066 5.098 472  2.738.390
INPGI 14 13 24 N.D. 1.826.140
ENPALS N.D. N.D.   N.D.  N.D.  N.D.
ENASARCO 540 395 1.060  N.D. 3.235.217
TOTALE 17.107 11.354 32.316  5.535 154.486.091

Percentuale di irregolarità 66%

 

Sesto San Giovanni, 17 settembre 2009

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