Il dibattito sulle badanti

IL PUNTO DI VISTA DELLO SPI DI BERGAMO, SINDACATO PENSIONATI DELLA CGIL
 

Bergamo, lunedì 6 luglio 2009

Entra nel merito del dibattito sulla situazione di regolarità o irregolarità delle cosiddette badanti anche lo SPI di Bergamo, il sindacato pensionati della CGIL, con l’intervento di Gianni Peracchi, segretario generala provinciale.

“Si parta col considerare che due terzi delle persone anziane non autosufficienti fanno riferimento, per le cure e l’assistenza, al mercato (autoregolamentato) delle cosiddette badanti, e che non esistono (salvo qualche sporadico incentivo alla regolarizzazione) risorse pubbliche per questa immensa platea di cittadini in stato di bisogno (a parte, naturalmente, l’indennità di accompagnamento).

Qualcuno, anche nelle fila del Governo, parla dei pensionati come fossero persone al riparo dalla crisi. E, spesso, se ne parla come di vittime minacciate dai pericoli della ‘clandestinità’. In questo caso, forse più che in qualsiasi altro, si può notare quanto la demagogia facile, che cavalca i luoghi comuni, e che colpisce rapidamente l‘immaginario collettivo, sia lontana dalla realtà. I pensionati, infatti, soffrono come gli altri la crisi, anche se hanno qualche certezza in più sulle entrate (fino a quando?). Da tempo,infatti, vedono falcidiato il valore reale del loro reddito.

Salvo qualche primo provvedimento messo in campo dal Governo precedente, come la quattordicesima mensilità, nessuna azione concreta a loro difesa è stata realizzata. Promesse e parole sì, tante, troppe.

Di converso, dove nella realtà esisteva un servizio, spesso informale, fornito dalle badanti, ora con la “trovata” del reato di clandestinità si rischia di perderlo. Così come si rischia di ridurre i servizi sociali “regolari” e riconosciuti, rivolti alle persone anziane, con la riduzione delle risorse destinate al territorio e ai Comuni.

Immaginatevi cosa può succedere ad una famiglia e, soprattutto, ad una persona anziana che perdesse di punto in bianco la possibilità di ricevere cure al proprio domicilio da parte di un’assistente domiciliare. Le R.S.A. sono sostanzialmente sature e così pure i Centri diurni integrati. Si tratta quindi di scelte e di politiche sbagliate, non solo sul piano ideologico, ma anche e soprattutto su quello sociale ed economico.

Su questi problemi i pensionati unitariamente intendono riprendere una forte iniziativa per far valere le loro richieste, a partire dalla costituzione di un Fondo per la non autosufficienza, fino ad arrivare alla tutela del potere d’acquisto delle pensioni. Ma sono anche interessati a migliorare i servizi socio sanitari e a far cambiare la brutta legge sulla sicurezza.

Insomma sarebbe più opportuno organizzare meglio l’assistenza agli anziani, piuttosto che espellere chi li ha in cura. Quanto alle ronde, sarebbe forse più utile mandarle ad assistere gli anziani non autosufficienti al loro domicilio, piuttosto che in strada con il rischio di creare problemi ai cittadini e alle forze dell’ordine”.

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