A proposito delle dichiarazioni di Formigoni sulla Casa di Riposo di via Gleno
Il Dipartimento Welfare della CGIL di Bergamo:
“BUGIE SUL GLENO E SUL NUOVO OSPEDALE. UNO SCHIAFFO A UTENTI E LAVORATORI”
Bergamo, giovedì 28 maggio 2009
Di seguito, la nota a firma di Orazio Amboni, responsabile del Dipartimento Welfare della CGIL di Bergamo, a proposito di alcune dichiarazioni rilasciate da Roberto Formigoni durante il suo comizio in centro città a Bergamo martedì scorso, 26 maggio.
“Nella sua apparizione bergamasca in sostegno dei candidati di centro destra Tentorio e Pirovano, il Presidente della Regione Lombardia avrebbe “rivendicato al Pirellone una serie di interventi... dall’Ospedale nuovo alla ristrutturazione della casa di riposo del Gleno” (BergamoNews 28 Maggio); anzi, esplicitamente avrebbe dichiarato che “la casa di riposo non la sta rinnovando il Comune ma sono i fondi della Regione” (Eco di Bergamo 28 Maggio).
Sono dichiarazioni false. Rappresentano uno schiaffo a utenti e lavoratori del Gleno.
Circa l’Ospedale Nuovo basta guardare l’Accordo di Programma sottoscritto nel 2000 per verificare che a fronte di 415 miliardi messi dal governo nazionale (Ministro della Salute Rosi Bindi; 70% della spesa), la Regione si impegnava per 135 miliardi (22% della spesa) “comprensivi dell’alienazione delle aree ad attuale destinazione ospedaliera (L.go Barozzi e Matteo Rota)” un impegno limitato e minoritario quindi. Ma siamo sicuri che al momento dell’inaugurazione, se ci sarà ancora Formigoni, il merito sarà rivendicato ancora una volta come suo.
Le dichiarazioni sulla Casa di Riposo del Gleno sono ancora più marcatamente false.
La Casa di Riposo era stata trascinata in una situazione finanziaria catastrofica,
al punto che si stava per chiudere tutto e portare i libri in tribunale. Con uno sforzo di memoria si può ricordare chi aveva nominato quegli amministratori e chi era il vicesindaco e assessore al Bilancio che aveva avallato tutte le operazioni, cioè proprio l’attuale candidato Tentorio per sostenere il quale Formigoni è venuto a Bergamo.
A salvare il Gleno dalla catastrofe sono stati gli utenti e loro familiari che hanno pagato rette salatissime per tutti questi anni, il Comune di Bergamo e alcuni imprenditori e aziende che hanno versato quote di partecipazione per la Fondazione, alcuni benefattori che con i loro lasciti hanno contribuito a risanare i conti e infine, ma non per importanza, i lavoratori del Gleno che hanno accettato di rinunciare per anni alla loro quota di salario aziendale (anticipando di anni il dibattito attuale sulla “partecipazione” dei lavoratori).
Quando si è chiesto da più parti alla Regione di accreditare servizi ambulatoriali per consentire alla Casa di Riposo di risanarsi attraverso la produzione di servizi qualificati e necessari, dal Pirellone è arrivato un secco no. Un altro no è arrivato quando, persino dall’ASL, è stata avanzata la richiesta di accreditare posti di riabilitazione geriatrica nel Gleno. Se su questo fronte qualcosa si è fatto lo si deve solo all’accordo tra Comune e Ospedali Riuniti che ha consentito di colmare parzialmente il deficit di assistenza. Dalla Regione e da Formigoni solo no, non solo al Gleno, ma alla sanità bergamasca penalizzata, come abbiamo più volte documentato, con una quota capitaria nettamente inferiore alle altre province, con una insufficiente dotazione di posti letto in RSA e riabilitativi e, anche qui, inferiore ad altre province (leggiamo ora che a Como sarebbero stati assegnati 1250 nuovi posti in RSA)”.