VOUCHER LAVORO IN AUMENTO. PRIME SEGNALAZIONI DI USO DISTORTO
A NIDIL-CGIL DI BERGAMO: “L’ENNESIMO STRUMENTO DI FRAMMENTAZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO”
Bergamo, lunedì 31 agosto 2009
Dopo un anno di lavoro nero ogni fine settimana in un bar della provincia, una ragazza è stata “promossa” dal suo titolare ed è passata dal “nero pesto” al “grigio scuro” dei voucher lavoro. In un altro caso un giovane studente si è sentito proporre da una piccola officina meccanica della bergamasca di lavorare i tre mesi estivi dietro pagamento di voucher. Sono due dei casi arrivati negli uffici di NIDIL-CGIL, il sindacato di categoria dei lavoratori atipici. Si tratta delle prime segnalazioni che riguardano un uso distorto dei voucher lavoro, i “buoni” previsti dalla Legge 30 ed utilizzabili per pagare lavoretti saltuari come l’insegnamento privato supplementare (le classiche lezioni private), piccoli lavori di giardinaggio, la pulizia e la manutenzione, piccoli lavori domestici, realizzazione di manifestazioni sociali, sportive e culturali, lavori agricoli stagionali.
In tutt’ Italia, oltre un milione e 155mila sono stati i voucher utilizzati da agosto 2008 a luglio 2009 come strumento di pagamento di oltre 31mila e 600 lavoratori. Lo hanno rivelato, pochi giorni fa, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua.
“L’utilizzo dei voucher si sta diffondendo sempre di più” spiega Mauro Rossi, segretario generale di NIDIL-CGIL di Bergamo. “Si tratta di una forma di lavoro prevista dalla Legge 30, che rischia, a nostro avviso, di diventare l’ennesima forma di lavoro grigio: una variante in più per molti imprenditori senza scrupoli di aggirare le norme del lavoro subordinato, sulla pelle dei lavoratori. Se in linea di principio i voucher potrebbero essere anche uno strumento utile in pochi casi ben specifici (ad esempio le lezioni private degli studenti universitari) il pericolo viene dalla vaghezza della normativa (ad esempio: qual è il limite dei piccoli lavori di pulizia e manutenzione?
) oltre che dal loro utilizzo senza scrupoli da parte di molte aziende. Oltre ai voucher la crisi economica sta facendo aumentare il ricorso ad altre forme di lavoro grigio più classiche quali contratti a progetto fittizi e “perenni” collaborazioni occasionali con ritenuta d’acconto. Non a caso i contratti a progetto sono l’unica forma contrattuale in cui le assunzioni sono in controtendenza. Il rischio è che con la ripresa, lenta o rapida che sia, non riprenderanno, come dovrebbe essere, le forme di lavoro standard o le forme di lavoro atipico tutelate (come la somministrazione di lavoro) bensì le forme di lavoro atipico para-autonome, spesso irregolari e non tutelate come le finte collaborazioni. Solo un intervento legislativo che riformi il mercato del lavoro può frenare questo rischio, per esempio superando il concetto stesso di lavoro para-subordinato / para-autonomo, riformando il vecchio concetto di lavoro subordinato (introducendo il concetto della dipendenza economica), sfoltendo la rosa di contratti subordinati non standard (basterebbero l’apprendistato, il contratto a termine e il contratto di somministrazione), utilizzabili soltanto in determinate causali stabilite dalla legge o dai Contratti Nazionali”.
Chi può essere pagato con i voucher e fino a che cifra?
I lavori ricompensabili coi voucher possono essere svolti da pensionati, studenti, casalinghe, disoccupati e cassaintegrati. Il limite massimo è di 5.000 euro annui per ogni committente (3.000 euro annui indipendentemente dal numero di committenti se percettori di indennità di sostegno al reddito). Ogni singolo voucher vale 10 euro, di cui 7,5 euro vanno al lavoratore ed il resto come contributi INPS (1,3 euro), contributi INAIL (0,7 euro), Poste per la gestione del servizio (0,5 euro)
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