la trattativa ha condotto ad un accordo che prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per un anno ed al successivo ricorso alla mobilità per 93 addetti l’estensione dell’utilizzo del part-time, forme incentivanti per dimissioni volontarie ed in particolare per coloro che possono raggiungere i requisiti pensionistici, forme di integrazione al reddito sia per il periodo di CIGS che per i diversificati periodi di mobilità.

“Tutti i vari passaggi sono stati fatti a nome, per conto e rendendo costantemente partecipi i lavoratori” commenta ancora Cavagna. “Riteniamo che il risultato raggiunto sia stato assunto dalle assemblee con grande maturità. In presenza del dramma di perdita di posti di lavoro certo non si può utilizzare il termine ‘soddisfazione’ perché non c’è niente di cui essere soddisfatti. Siamo riusciti, però a raggiungere l’obiettivo del ‘no’ al ricorso immediato ai licenziamenti tramite la mobilità. Certo, rimaniamo fortemente preoccupati per il futuro, che sta nell’innovazione del prodotto, nella qualità, nelle tecnologie utilizzate, nell’efficienza del processo produttivo. Per fare tutto ciò, serve un “capitale lavoro” all’altezza della sfida. Alla Novem di Bagnatica questi fattori ci sono sempre stati e compongono la professionalità “del capitale umano” dimostrato dai lavoratori e dalle lavoratrici che per tanti anni hanno generato utili a questa azienda”.

“Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, fermando l’azienda nelle sue intenzioni più drammatiche”. Così commenta Gabriele Mazzoleni, segretario generale della FILCA-CISL di Bergamo. “E’ importante per noi che la direzione abbia manifestato l’intenzione di mantenere Bagnatica come centro di produzione, e l’aver “dirottato” i 93 licenziamenti in altrettante CIGS ci permette di sperare in una ripresa del mercato dell’auto che possa trascinare anche l’indotto di alto livello, cui la Novem appartiene. Vista la situazione della crisi mondiale, ritengo di poter affermare che il sindacato in questo frangente abbia fatto il massimo, e infatti i lavoratori l’hanno capito, approvando il protocollo d’intesa, che, garantendo posto e ammortizzatori, intanto sposta di un anno una situazione che si presenterà sicuramente peggiore se non ci saranno interventi decisi e positivi”.