Lavoro ridotto conteggiato nel mese di aprile 2009

In aprile 2009 sono state colpite dal lavoro ridotto 68′929 persone, ovvero 27′907 in più (+68,0%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è aumentato di 506 unità (+22,9%) portandosi a 2′712. Il numero delle ore di lavoro perse è cresciuto di 262′328 (+10,0%) portandosi a 2′885′058. Nel corrispondente periodo dell’anno precedente (aprile 2008) erano state registrate 56′873 ore perse, ripartite su 677 persone in 93 aziende.

I frontalieri in Ticino rappresentano il 22% delle persone occupate

Nel primo trimestre 2009, la Svizzera contava 213′500 frontalieri di nazionalità straniera, il 26 per cento in più di cinque anni prima (primo trimestre 2004: 170′100). Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il tasso di crescita annuale è diminuito, scendendo al 2,0 per cento. Il settore secondario rimane il settore economico che si avvale maggiormente di questa categoria di lavoratori. Sono questi alcuni risultati della statistica dei frontalieri realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST).

Tra il primo trimestre 2008 e il primo trimestre 2009, l’effettivo di frontalieri è progredito del 2,0 per cento. Si tratta di un chiaro rallentamento della crescita annua che, influenzata dal dinamismo del mercato del lavoro, nel primo trimestre 2008 si situava ancora al 6,1 per cento e nel primo trimestre 2007 addirittura al 9,5 per cento. Nel periodo dal 2004 al 2006 (sempre primo trimestre), il numero di frontalieri era progredito annualmente a un ritmo più attenuato (dal 2,3% al 3,5%).

Manodopera frontaliera concentrata in cinque Cantoni. Il Ticino primeggia. In Svizzera, l’impiego di manodopera frontaliera varia notevolmente in funzione della regione geografica: i tre quarti dei frontalieri lavorano nei Cantoni di Ginevra, Ticino, Basilea Città, Basilea Campagna e Vaud. La loro quota sulle persone occupate è di conseguenza elevata in Ticino (22%), nella Svizzera nordoccidentale (9,2%) e nella Regione del Lemano (8,6%). A livello nazionale, tale valore si situava al 4,7 per cento nel primo trimestre 2009.
Dal primo trimestre 2004 il numero di frontalieri è cresciuto del 26 per cento (+43′400). Nelle Grandi Regioni Espace Mittelland (+55%), Zurigo (+47%) e nella Regione del Lemano (+41%), l’aumento è stato superiore alla media, nella Svizzera orientale (+15%) e nella Svizzera nordoccidentale (+4,6%), invece, l’incremento si è collocato sotto la media. Poco superiore alla media nazionale è stata infine la progressione del numero di frontalieri rilevata nel Ticino (+29%).
 

Oltre la metà dei frontalieri risiede in Francia
Negli ultimi cinque anni la composizione della manodopera frontaliera non è pressoché cambiata: oltre la metà dei frontalieri vive in Francia (53%), una quinta parte proviene dall’Italia (22%), un ulteriore quinto dalla Germania (21%) e il 3,3 per cento dall’Austria.
Con una quota del 64 per cento, gli uomini costituiscono la maggioranza della manodopera frontaliera. Tra l’insieme delle persone occupate in Svizzera, la quota di uomini è del 55 per cento (donne: 45%). Negli ultimi cinque anni la manodopera frontaliera femminile è progredita a ritmo più sostenuto rispetto a quella maschile. Nel primo trimestre 2009, la differenza nella dinamica di crescita annua risulta tuttavia attenuata (donne: +2,1%; uomini: +2,0%).
Frontalieri sovrarappresentati nel settore secondario

I lavoratori frontalieri sono sovrappresentati nel settore secondario. Nel primo trimestre 2009, il 39 per cento della manodopera frontaliera era occupata nel settore dell’industria, il 60 per cento nel settore dei servizi. Tra le persone occupate, tali valori ammontavano rispettivamente al 23 e al 73 per cento.
Nel primo trimestre 2009 oltre 1000 frontalieri hanno sfruttato la possibilità di esercitare un’attività indipendente. Circa la metà di essi lavorava nel Cantone di Ginevra.

Frontalieri lievemente meno qualificati
Confrontando i valori relativi alla rappresentazione dei frontalieri nei nove livelli gerarchici della Classificazione internazionale tipo delle professioni con quelli degli occupati della popolazione residente permanente in Svizzera, ciò che colpisce sono gli aspetti seguenti.
Nella categoria più elevata, ossia nella categoria dei dirigenti (per es. responsabili di aziende, direttori), la quota di frontalieri (7,3%) è lievemente più elevata rispetto alla quota corrispondente degli occupati della popolazione residente permanente in Svizzera (6,6%). Nella categoria successiva, quella delle professioni accademiche ed equivalenti, i frontalieri sono nettamente sottorappresentati rispetto agli occupati residenti (rispettivamente 11% e 19%). Nella categoria più bassa, infine, quella dei lavoratori non qualificati, i frontalieri sono chiaramente sovrarappresentati: il 15 per cento di essi appartiene infatti a questa categoria professionale, contro soltanto il 5,6 per cento dei lavoratori residenti in modo permanente in Svizzera. Nelle sei categorie intermedie, infine, le differenze tra frontalieri e occupati residenti sono meno marcate.
In modo generale si può quindi affermare che a occupare posti con esigenze meno elevate sono piuttosto i frontalieri (permesso G) che gli occupati residenti in modo permanente (permesso B e C.

 

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