FILCAMS-CGIL FISASCAT-CISL
CGIL CISL BERGAMO

COMUNICATO

Forse già oggi il pronunciamento del Consiglio di Stato
CENTAX, I SINDACATI PREOCCUPATI PER I POSTI DI LAVORO

Bergamo, martedì 25 agosto 2009

“Siamo preoccupati per 120 posti di lavoro che, se il Consiglio di Stato darà torto all’azienda, rischiano di andare perduti”: così CGIL e CISL di Bergamo, insieme ai sindacati di categoria FILCAMS-CGIL e FISASCAT-CISL, commentano il caso Centax. In questi giorni (forse già per oggi) è atteso, infatti, il pronunciamento del Consiglio di Stato dopo il ricorso presentato dall’azienda di via Pignolo a Bergamo che impiega 120 dipendenti in un call center impegnato nella verifica della solvibilità degli assegni riscossi da migliaia di esercizi convenzionati.

Con un decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d'Italia, infatti, era stata disposta la cancellazione della Centax dall'elenco generale dei soggetti operanti nel settore finanziario previsto dall'articolo 106 del Testo unico bancario. Il Tar del Lazio ha già respinto la domanda di sospensione del decreto del Ministero dell'Economia presentata dalla Centax a fine luglio. L’azienda ha, quindi, notificato al Consiglio di Stato l'impugnazione della negazione del Tar alla sospensiva.

La vicenda è cominciata quando la Banca d'Italia ha svolto una serie di ispezioni. Ne è risultato che l'attività svolta dalla società bergamasca potrebbe essere considerata come rilascio di garanzie, per cui, però, sono necessari requisiti di ordine patrimoniale che mancherebbero in Centax. La conseguenza è stata la richiesta del decreto di cancellazione dall'elenco generale.

“Auspichiamo che il Consiglio di Stato tenga conto del rischio di chiusura di un’azienda che occupa tante persone e che solo marginalmente sta subendo i colpi della crisi, mantenendosi ancora sana e solida per assicurare un futuro occupazionale. Fra l’altro, potrebbe essere coinvolta anche Centax Telecom, società collegata a Centax, facendo crescere la perdita di posti di lavoro fino a quota 200” concludono i sindacati.

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