ACCORDO ANASFIM E CLACS-CISL SU PROMOTER E MERCHANDISER: “DIRITTI CALPESTATI E SNATURAMENTO DEL RUOLO DEL SINDACATO”
I sindacati: “Faremo verifiche per vie legali su comportamento anti-sindacale”
Bergamo, giovedì 14 maggio 2009
Accordo contestato, non riconosciuto, da sottoporre a verifica legale, per vedere se si possano riscontrare caratteristiche di condotta anti-sindacale: proprio non piace a NIDIL-CGIL e a FILCAMS-CGIL l’accordo fra ANASFIM, l’Associazione Nazionale delle Agenzie di Servizi e Field Marketing, e CLACS-CISL, siglato sui temi della regolamentazione delle collaborazioni di natura autonoma nel settore delle agenzie di marketing operativo.
I motivi del giudizio negativo: l’accordo darebbe “una parvenza di legittimità ai tanti contratti di collaborazione a progetto contestabili del settore” e snaturerebbe il ruolo del sindacato. E come se non bastasse, l’intesa è stata siglata da un sindacato “non rappresentativo”.
“Le sigle sindacali più rappresentative nel settore del lavoro parasubordinato e perciò legittimate a trattare sono NIDIL-CGIL, ALAI-CISL e CPO-UIL. Non ci risulta che CLACS-CISL sia legittimata ne tanto meno rappresentativa del settore, almeno per la provincia di Bergamo”. Lo dicono Mauro Rossi, segretario generale provinciale di NIDIL-CGIL, insieme a Paolo Agliardi, segretario generale provinciale di FILCAMS-CGIL e Roberto Rossi per la segreteria provinciale CGIL. “Non riconosciamo alcun contenuto dell’accordo sottoscritto, ci impegneremo ad informare e tutelare i lavoratori del comparto e valuteremo legalmente se l’iniziativa costituisca ‘condotta anti-sindacale’”.
La segnalazione è arrivata da alcuni lavoratori: “Ci hanno informato” continuano i sindacalisti, “riguardo alla firma di un accordo. Ci sembra quantomeno discutibile che per mansioni di merchandising,
allestimento, promozioni, servizi hostess e steward nel campo fieristico possa prefigurarsi un genuino rapporto di lavoro parasubordinato. Non ci sembra, infatti, che lavoratori adibiti ad allestimento di scaffali di un banco di vendita o promozioni di prodotti abbiano i livelli di autonomia nei tempi, modi e organizzazione del lavoro propri di un lavoratore parasubordinato. A nostro parere si tratterebbe, invece, di lavoro subordinato”.
A preoccupare è il fatto che all’interno dell’accordo si definisca un compenso minimo di 6,20 euro orari: “Al di là del fatto che una retribuzione oraria per i lavoratori parasubordinati è spesso in contraddizione con il concetto stesso di lavoro parasubordinato, tale compenso minimo è decisamente al di sotto di ogni parametro contrattuale. Ci preoccupa, poi, il fatto che venga istituito un contributo obbligatorio automatico per l’organizzazione sindacale firmataria dell’accordo con il criterio del silenzio assenso e ripetibile ogni anno. A tal proposito raccogliamo le rimostranze di una lavoratrice bergamasca che ha inviato a una delle aziende che applica il nuovo accordo e a CGIL, CISL, UIL Bergamo una lettera in cui si contesta tale meccanismo, che non rientra negli usi del sindacato confederale”.
L’accordo contiene altri punti “decisamente discutibili”: uno di questi è l’istituzione di un Ente bilaterale che possa certificare la genuinità di tali contratti para-subordinati (cioè a progetto). “La nostra organizzazione sindacale da sempre contesta la pratica della certificazione dei contratti di lavoro a causa soprattutto della mancanza di terzietà e indipendenza”.
NIDIL-CGIL e FILCAMS-CGIL hanno già, per iscritto, avvisato l’ANASFIM dell’intenzione di agire legalmente.
L’ANASFIM rappresenta una quarantina di agenzie di marketing operativo (cioè agenzie che si occupano principalmente di inviare promoter in fiere e nei supermercati), anche sul territorio bergamasco
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