Riduzione di progetti didattici e attività di laboratorio, ritorno all’insegnamento frontale

UN’INCHIESTA DELLA CGIL NELLE SCUOLE BERGAMASCHE.
COPERTA CORTA: TUTTI I TAGLI DEL MINISTRO GELMINI

Richiesta di contributi alle famiglie, impossibile assicurare l’Insegnamento alternativo alla religione cattolica

Bergamo, venerdì 27 novembre 2009

Virtuosa razionalizzazione degli organici ed estensione del tempo pieno? Tagli alla scuola pubblica davvero una cura capace di produrre risultati benefici, come dice il Ministro Gelmini? Un'indagine svolta dallo Sportello Genitori della CGIL di Bergamo cerca di fare il punto, prendendo a campione 13 istituti comprensivi di Bergamo e provincia, pari a circa il 21% del totale, contattati nel mese di ottobre.

“Non si tratta proprio di una cura benefica. A parte il fatto che le promesse fatte dal Ministro parlavano di un incremento del 50% del tempo pieno e la realtà ci restituisce un aumento di tali scuole del solo 8%” spiega Franca Longoni, responsabile dello Sportello Genitori CGIL di Bergamo. “Dalle scuole intervistate si presenta una situazione di sofferenza e di emergenza che delinea una tendenza preoccupante di riduzione della qualità dell’offerta educativa. Secondo la maggioranza degli intervistati tale situazione diverrà insostenibile, se il triennio di cura dimagrante previsto dai Ministri del Tesoro e dell’Istruzione per la scuola pubblica sarà confermato”

Siamo infatti al primo anno dei tagli contenuti nel Piano Programmatico datato 25 giugno 2008 che prevede la riduzione a livello nazionale di 42.100 fra docenti ed ATA in questo anno scolastico, 25.600 nell’anno scolastico 2010-11 e 19.700 nell’anno scolastico 2011-12 per un totale di 87.400 unità di personale in meno.

“Tale sofferenza è resa più acuta dal lento e ritardato trasferimento delle risorse ordinarie dovute per il funzionamento delle scuole e per il pagamento delle supplenze” continua Franca Longoni. “Infatti lo Stato ha erogato solo a fine ottobre 150 milioni di euro per le sostituzioni dei docenti e 60 milioni per le spese minime quotidiane (circa 12.000 euro per le supplenze e 5.000 per il funzionamento ordinario come media per ogni scuola), spese che le scuole non sapevano più come fronteggiare, chi ritardando i pagamenti ai supplenti,

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