nei quali Regione Lombardia ora investe in maniera dirompente non poteva restare fuori ovviamente il sistema universitario pubblico e privato.
Chiaro dunque il disegno di Formigoni. Rilanciare l’immagine di una Regione da lui “governata” a fronte di un intervento di pesante riduzione di personale e risorse operato dal Governo centrale.
Dentro questa scelta emergono in modo inequivocabile due fattori: Il primo è legato all’idea di un governatore da intendersi quale salvatore dell’identità lombarda e impegnato per questo anche sui temi ed i sistemi d’istruzione e formazione; il secondo è quello che su questo tema così importante e strategico non possiamo/vogliamo certo pensare che ci sia dietro una esigenza di risposta in vista della prossima scadenza elettorale
Delle due questioni, e come organizzazione sindacale e non come forza politica, ci preme di più il primo.
Ma come si fa a proporre, proprio all’importante mondo della Ricerca che ha nel suo DNA il non conoscere limitazioni e restrizioni dell’operatività delle menti, che predilige il confronto a tutto campo, che pensa e opera in modo laico e a dimensione internazionale, a chiedere una visione operativa futura di ordine regionale?
Ma con chi proviamo a reggere la competitività della Ricerca italiana nei confronti degli altri paesi come quelli a sviluppo avanzato, USA, Canada, Francia, Germania e altri come quelli in fase di forte sviluppo, su tutti Cina. India e Brasile? Forse da soli?
Diciamo no a una visione autarchica della Ricerca, perché miope e segregante.
Ben vengano le risorse a disposizione degli atenei “lombardi” per carità, ma come FLC CGIL si chiede che queste siano in primis dirette verso processi di stabilità dell’intero sistema Ricerca nazionale, affinché dentro un processo di utile sussidiarietà si promuova l’intera Ricerca italiana nel mondo, lombardi compresi!
In ultimo e da buoni ultimi poniamo un semplice interrogativo: ma non è che su queste risorse che finiranno con l’interessare l’organizzazione del lavoro, la qualità dello stesso, i Ricercatori ma no solo, il loro livello delle prestazioni da riconoscere, insomma il mondo del lavoro della Ricerca, forse sarebbe stato giusto dare un’informativa alle parti sociali, quali appunto le OO. SS. e magari acquisire anche il loro parere? E ancora ci sbagliamo o no nel dire che in Lombardia oltre alla Ricerca di base delle Università esiste anche la Ricerca a cura degli EPR, enti pubblici di Ricerca, quali CNR, INFN, CRA, INAF, INGV?
Milano 23 ottobre ‘09