CGIL BERGAMO
Confermata in secondo grado la sentenza della causa “storica” del maggio 2010
ANCHE LA CORTE D’APPELLO DI BRESCIA BOCCIA IL CONTRATTO CERTIFICATO DALLA “COMMISSIONE TIRABOSCHI” PER ISONZO
Ilardo, CGIL: “I giudici di secondo grado ci hanno dato ragione:
quello non era un vero contratto a progetto”
Bergamo, venerdì 4 febbraio 2011
Di nuovo una sentenza sfavorevole per la Cooperativa Isonzo Multiservices di Azzano San Paolo e per la Commissione di Certificazione istituita presso l’Università di Modena e presieduta dal professor Michele Tiraboschi: i giudici della Corte d’Appello di Brescia hanno discusso e respinto, ieri mattina, il ricorso presentato dalla Cooperativa contro la sentenza del Tribunale di Bergamo del 20 maggio 2010 che dava ragione ad un lavoratore.
La vicenda è quella di A. C., cittadino ghanese, che per Isonzo consegnava giornali alle edicole. Tutte le mattine fra le 2 e mezza e le 3 partiva con il furgone di proprietà della Cooperativa per la consegna dei giornali e delle riviste in decine di punti vendita della Valle Seriana bergamasca.
A.C. era titolare di un contratto a progetto con certificazione di legittimità rilasciata dalla Commissione di Certificazione istituita presso l’Università di Modena. Alla sua scadenza, dopo undici mesi di lavoro (da febbraio a dicembre 2008), A.C. si era rivolto all’Ufficio Vertenze CGIL di Bergamo per chiedere tutela.
Si ricorda che la certificazione, introdotta con la legge 30/2003 poi ripresa dalla legge 276/2003, è la procedura che consente di attestare la “veridicità” dei contratti atipici,
legittimando il rispetto dei criteri di ricorso previsti dalla normativa.
Con la sentenza pronunciata il 20 maggio 2010, il Giudice Monica Bertoncini del Tribunale del Lavoro di Bergamo aveva sancito:
- il riconoscimento pieno, per il lavoratore, dell’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato;
- la riassunzione del lavoratore con l’instaurazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
- il riconoscimento di tutte le differenze retributive per l’anno di lavoro (oltre 18.000 euro);
- il pagamento delle mensilità dalla notifica dell' impugnativa (circa 2 anni).
“Si mettano il cuore in pace, sia Isonzo che la Commissione di Certificazione: con questa seconda vittoria sul medesimo caso sarebbe opportuno che ammettessero i loro errori e che la Cooperativa venisse a contrattare rapporti di lavoro più stabili” ha detto poco fa Carmelo Ilardo, responsabile dell’Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo. “A maggior ragione chiediamo il rispetto della sentenza di primo grado, confermata ieri, in cui si sancì il diritto del lavoratore, tra l’altro, al riconoscimento di tutte le differenze retributive. A.C. , però, a nove mesi di distanza, non ha ricevuto i soldi che gli spettano. I sostenitori del Collegato Lavoro ne prendano atto: se ci devono essere certificazioni, lo ripetiamo ancora una volta, siano almeno serie”.
Ricordiamo che l’11 ottobre 2010 è stata pronunciata una seconda sentenza dal Tribunale di Bergamo che ha riconosciuto l’esistenza di un altro rapporto di lavoro subordinato, laddove era invece stato stipulato (e certificato) un contratto a progetto, per un collega di A.C., anch’esso al lavoro in Isonzo.