CGIL BERGAMO

CONCENTRARSI SULLA CRESCITA E SULLA RIDUZIONE DELLE DISEGUAGLIANZE

Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo in questi giorni. Dal nostro fronte, quello sociale, i segnali che arrivano sono neri, nerissimi. Gli ordini alle Imprese si sono fermati. La ripartenza della macchina produttiva sembrava cosa fatta nei primi mesi del 2011, ma oggi ha subito una brusca frenata. La ripresa non c’è e dove c’è, in alcuni settori, è ancora debole. Le banche sono nella bufera e questo non potrà non avere conseguenze nel rapporto con le Imprese. L’edilizia è ferma e, anche solo girando per i paesi della nostra provincia, tutti possiamo notare la gran massa degli immobili invenduti. Le parti sociali hanno dato un forte segnale al Paese: imprese e lavoro, insieme, hanno detto al Governo che servono interventi strutturali per incidere sulla spesa pubblica aumentandone la produttività e modernizzando il welfare, sbloccare le opere già finanziate, contrastare l’evasione potenziando la fatturazione elettronica, ridurre la pressione fiscale su imprese e lavoro, promuovere la difesa del made in Italy di qualità, definire un piano energetico per la green economy. Dobbiamo lavorare per la crescita, condizione indispensabile per creare occupazione e scongiurare altri licenziamenti. Io credo che occorra rompere con l’inerzia della riproduzione degli stereotipi del passato ed avere occhi e sguardi nuovi per “chiederci in quale società vogliamo vivere e operare” (Ciampi). E’ adesso che dobbiamo parlarne. Occorre rilanciare la crescita, ma per cambiarne la natura e la struttura, riequilibrando verso la domanda interna e i consumi collettivi sistemi produttivi oggi concentrati soprattutto sui consumi individuali. Questo significa che anziché basare il rilancio su un incremento dei consumi individuali, il nuovo modello di sviluppo deve basarsi su un grande rilancio degli investimenti in due direzioni: riqualificazione ambientale dell’apparato produttivo, beni pubblici e beni comuni. Per fare ciò occorre aumentare la progressività fiscale verso l’alto e una forte riqualificazione della spesa sociale riproponendo il welfare come motore di sviluppo. La manovra del Governo è invece una manovra contro la crescita: si tagliano le pensioni, gli investimenti pubblici, le spese sociali di Regioni e Comuni, l’istruzione pubblica. Si evita di toccare gli interessi dei ceti benestanti, delle rendite parassitarie e delle grandi ricchezze per colpire la famiglia, il lavoratore dipendente, il pensionato. Il vertice delle parti sociali con il Governo ha aumentato le nostre preoccupazioni anziché diminuirle. Lo sconcerto è generale e siamo sicuri che se la situazione peggiora ci verranno a dire che serve un’altra manovra, sempre a carico dei cittadini e della fasce più deboli. Adesso basta!

La CGIL l’ha ripetuto più volte: serve un Governo autorevole, una leadership forte, competente e rispettata che si preoccupi del Paese e degli interessi generali, che faccia delle scelte forti, dia dei segnali chiari. I sacrifici sono necessari per salvare il paese, ma questi devono essere giusti ed equamente distribuiti altrimenti il rischio di una rivolta sociale è davanti a noi.

Bergamo, venerdì 5 agosto 2011
Luigi Bresciani , Segretario generale CGIL Bergamo

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