20 giugno, giornata mondiale del rifugiato,
a Brescia in questi giorni 500 persone dal Nord Africa in rivolta
Cgil: «Basta con le approssimazioni, garantire sostegno socio psico sanitario ai profughi e informazioni sui loro diritti e doveri»
Mancanza di coordinamento tra le prefetture, lentezze burocratiche, ostruzionismo da parte di alcuni sindaci. Il 20 giugno è la giornata mondiale del Rifugiato, occasione per ragionare sull'emergenza umanitaria nazionale delle persone (profughi) in fuga dalla Libia e da tutto il Nord Africa con il conseguente arrivo a Brescia e più in generale in Italia di uomini, donne e minori.
La situazione è grave: ad oltre due mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale la gestione della crisi si caratterizza per grande approssimazione. Il risultato è che, in assenza di un intervento pubblico adeguato, la Protezione Civile si trova costretta a rivolgersi al settore privato.
Il quadro di riferimento
Attualmente non è dato sapere per quanto tempo durerà l’instabilità dovuta alla crisi in Nord Africa ed alla guerra in Libia in corso da alcuni mesi.
Il Governo italiano ha dichiarato già ad Aprile 2011, due mesi fa, lo stato di emergenza umanitaria nazionale, affidando la gestione dell’accoglienza temporanea dei profughi alla Protezione Civile. Il Governo, le Regioni, l’UPI (Unione Province Italiane), l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) hanno siglato un accordo relativo al Piano di accoglienza, richiamando tutti le Istituzioni della Repubblica Italiana ad attivarsi in tal senso. Il Governo ed il Ministero dell’Interno hanno predisposto un piano previsionale di accoglienza articolato in 5 fasi, ciascuna comprensiva di 10 mila arrivi, da ripartirsi in maniera equa su tutto il territorio nazionale in base alla popolazione residente. Al momento siamo alla prima fase, con circa 10 mila arrivi.
Il 12 maggio è stato nominato per gestire l’emergenza in Regione Lombardia il Commissario straordinario Roberto Giarola. In Lombardia, per questa prima fase, vanno accolte 1.800 persone, mentre in Provincia di Brescia dovrebbero esserne accolte circa 200 (una per ogni Comune). In questi giorni registriamo che il sistema di accoglienza predisposto si sta limitando prevalentemente a individuare soluzione provvisorie e precarie di accoglienza
.
Negli ultimi giorni Gli organi di stampa hanno indicato in 500 le persone che prevedibilmente verranno accolte – temporaneamente - nel territorio provinciale. Ricordiamo che l’accoglienza delle persone è di competenza dello Stato, del Governo ma anche degli Enti Locali di tutta Italia (e non degli enti del privato sociale).
Se i Comuni bresciani non mettono a disposizione le strutture idonee, è inevitabile che si dovrà comunque procedere all’individuazione delle strutture di accoglienza. Se i Comuni non si attivano, l’alternativa realistica (come già sta accadendo in altre province della Lombardia) è che i profughi bivacchino nelle stazioni o nei parchi pubblici, oppure si creino concentrazioni di persone in megastrutture con 200-400 posti letto (come ad esempio nel residence del Comune di Pieve Emanuele, in provincia di Milano) particolarmente impattanti sulla popolazione locale ed inadeguate sotto ogni profilo.
È evidente che in questa situazione – in considerazione anche del fatto che il Ministro Frattini nei giorni scorsi ha preso contatti con il gruppo dei ribelli della Libia per raggiungere accordi che prevedano forme di cooperazione per il contrasto all'immigrazione “clandestina” verso l'Italia – il diritto ad accedere alla procedura prevista per il riconoscimento della protezione internazionale viene messo in secondo piano. Non è un caso che molti dei profughi che si trovano sul territorio della provincia e della regione non hanno ancora avuto la possibilità di formalizzare la richiesta di protezione internazionale.
Per queste ragioni riteniamo importante che, a chi viene accolto (male, per il momento), venga garantito: sostegno psico-socio-sanitario permanente con personale infermieristico ed educativo adeguato; orientamento ed informazione legale sulla procedura di richiesta asilo, sulla normativa italiana ed europea in materia d’asilo; orientamento ed informazione legale sui diritti/doveri dei beneficiari (attivabili anche per persone in strutture temporanee), sull’accesso alla casa, sulle differenti procedure amministrative e burocratiche.
Camera del Lavoro di Brescia