CGIL BERGAMO
Dopo l’assemblea sabato a Clusone coi parenti di ospiti della Casa di Riposo S. Andrea
RETTE, SPESE PER LA MESSA A NORMA E “IPOTESI SBAGLIATA” DI CONCENTRARE GLI AUMENTI SULLE FAMIGLIE NON RESIDENTI: LA NOTA SPI E CGIL DI BERGAMO
Bergamo, lunedì 21 febbraio 2011
Dopo l’assemblea di sabato scorso a Clusone a cui hanno partecipato, numerosi, i parenti degli ospiti ricoverati alla Casa di Riposo S. Andrea, Gianni Peracchi, segretario generale provinciale dello SPI-CGIL, e Orazio Amboni, responsabile del Dipartimento Welfare della CGIL di Bergamo, insieme firmano la nota che segue:
“Quella a Clusone è stata solo l’ultima di una serie di iniziative analoghe che hanno avuto luogo in provincia di Bergamo e nelle quali si è data voce ai timori per forti aumenti delle rette a carico delle famiglie e, nel caso di ricoverati con capacità economiche insufficienti, a carico dei Comuni.
A questi timori vanno aggiunti quelli delle famiglie che si fanno carico dell’assistenza di congiunti, a casa, a spese loro, attraverso assistenti familiari.
I tagli già effettuati sui fondi per l’assistenza sociale, infatti, cominciano a dare i loro risultati attraverso l’aumento delle rette di ricovero in casa di riposo e la drastica riduzione di provvedimenti, come i buoni e voucher socio assistenziali che molti Comuni erogano in aiuto delle famiglie per il pagamenti dell’assistenza attraverso badanti.
CGIL, CISL e UIL sono impegnate in questi giorni in una trattativa con la Regione Lombardia perché venga data attuazione all’accordo per la non autosufficienza sottoscritto il 3 novembre 2009 che prevedeva,
tra l’altro, l’aumento di posti letto di sollievo e posti di “cure intermedie”. Nella trattativa viene anche affrontata la proposta regionale di nuove regole per la compartecipazione degli utenti al costo delle rette.
In attesa, quindi, del risultato finale della trattativa è inopportuno procedere ad aumenti delle rette quando, invece, è possibile che le nuove risorse chieste dalle organizzazioni sindacali consentano alle case di riposo di affrontare in modo diverso l’attuale emergenza.
L’assemblea di Clusone ha anche messo in evidenza ulteriori problemi comuni ad altre case di riposo. Le elevate spese per la messa a norma dell’edificio e degli impianti (finalizzate a rendere più accogliente ed umana la struttura) non possono essere trasferite direttamente e pesantemente sulle rette ma devono essere gestite con una logica di ammortamento di lungo periodo e carattere pluriennale.
Va, infine, contrastata l’ipotesi, sempre avanzata a Clusone, di concentrare gli aumenti soprattutto sulle famiglie non residenti nel Comune. Sarebbe impossibile per i Comuni più piccoli, e comunque decisamente antieconomico, che ogni Comune provvedesse in proprio a queste strutture. Per le case di riposo, così come per gli asili nido, i centri per disabili e altre complesse e costose strutture assistenziali è necessario programmare in termini territoriali più ampi, almeno distrettuali, così come già si fa in alcuni Ambiti Territoriali. Per questo abbiamo chiesto al Comune di Clusone di sospendere gli aumenti e di aprire un confronto con le organizzazioni sindacali e con tutti i Comuni dell’Ambito per arrivare ad un nuovo regolamento di carattere distrettuale”.