Comunicato stampa del sindacato Unia Ticino e Moesa

Messaggio di solidarietà alla CGIL ed ai lavoratori Italiani

Lugano, 6 settembre 2011

La regione Unia Ticino e Moesa sostiene la CGIL e la grande mobilitazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori attivi in Italia. Ancora una volta, il peso della crisi economica è scaricato integralmente sulle spalle della forza lavoro.

La ricetta del Governo ha un solo obiettivo e un solo bersaglio: difendere i profitti di pochi innalzando il tasso di sfruttamento della stragrande maggioranza della popolazione ; Aumento dell’intensità del lavoro, aumento degli orari di lavoro, diminuzione dei salari, tagli sulle pensioni e abbattimento dei diritti sindacali, in particolare in materia di protezione contro i licenziamenti. Ecco gli ingredienti del supposto piano rilancio dell’economia italiana, nell’interesse di tutte e di tutti…
La verità è un'altra! Al varo è, infatti, un potente piano di rilancio dei profitti, i cui beneficiari sono sempre gli stessi: padroni e azionisti (manager con salari sempre piú alti e sempre piú operai precari o senza prospettive).
Questa politica di aumento dello sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, non ha frontiere. Oggi, in Ticino, la soluzione degli industriali è quella di imporre l’aumento del tempo di lavoro – 2,3 e 4 ore! – senza compenso salariale. Detto altrimenti, centinaia di lavoratrici e di lavoratrici oggi, migliaia domani, devono lavorare gratuitamente! E come se non bastasse, i loro salari sono tagliati, grazie a un nuovo sistema salariale legato all’evoluzione del tasso di conversione euro/franco.
Misure (attacchi) introdotte per compensare la riduzione del margine di profitto provocato dalla riduzione dei prezzi che gli industriali hanno dovuto accordare a causa dell’apprezzamento del franco svizzero.
In Italia, il governo vuole imporre privatizzazioni, tagli sulle pensioni, abolizioni dei diritti sindacali, ecc. Cambiano le forme degli attacchi ma la sostanza è sempre la stessa: il rilancio dei profitti deve essere unicamente supportato dalle lavoratrici e dai lavoratori.
Contro queste politiche padronali, sempre più simili e sempre più dure, c’è solo una risposta: stimolare, sostenere l’autorganizzazione più ampia dei lavoratori, la lotta diretta e senza sconti. Da una parte e dall’altra delle frontiere!
Per queste ragioni, esprimiamo convinta solidarietà e seguiamo con particolare interesse la vostra lotta, un percorso duro e lungo ma che non permette scorciatoie. 

Una lotta che sicuramente darà sostegno anche a quelle che ci attendono anche in Ticino e nella Svizzera tutta.

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