SPI CGIL VARESE

L'ISTAT CONFERMA
LA META' DEI PENSIONATI NON ARRIVA A MILLE EURO

LA RISPOSTA DELLO SPI-CGIL di VARESE
 

 

Dopo i dati ufficiali INPS anche quelli diffusi recentemente dall'ISTAT confermano che quasi la metà degli assegni pensionistici (31,4 per cento) è compreso tra 500 e mille euro e il 39,1 per cento degli assegni pensionistici è addirittura inferiore a 500 euro mensili

Per fortuna ora il sindacato dei pensionati non è il solo a denunciare che le pensioni sono sempre più povere, ma questo non ci rincuora, anzi ci obbliga come SPI-CGIL, unitamente agli altri sindacati confederali dei pensionati, a programmare, anche a Varese, una campagna straordinaria in difesa del potere d'acquisto delle pensioni.

Anche nella nostra provincia, molti pensionati, soprattutto quelli che sono andati in pensione parecchi anni fa, vedono il potere d'acquisto del loro assegno previdenziale ridursi anno per anno.

L'ISTAT conferma che la perdita del potere d'acquisto delle pensioni causa, anche nella industrializzata provincia di Varese, un continuo impoverimento dei pensionati (in particolare donne) e delle loro famiglie.

Inoltre i pensionati sono penalizzati anche indirettamente: il governo ha tagliato le risorse ai comuni del varesotto che a loro volta riducono le risorse destinate agli interventi sociali per gli anziani (si pensi per esempio cosa questo significhi per le famiglie con persone non autosufficienti).

Ecco perché come SPI-CGIL dobbiamo con insistenza continuare la nostra battaglia per combattere la precarietà ed assicurare alle nuove generazioni lavoro più stabile e tutelato. Solo così si potrà contrastare l'ulteriore riduzione della copertura previdenziale dovuta alla precarietà, sempre più diffusa nella provincia di Varese, fatta di bassi salari e discontinuità lavorativa.

Ancora una volta il governo parla di mettere di nuovo mano alle pensioni "per far cassa" sulle spalle di lavoratori e pensionati.

Sappiamo invece che il sistema previdenziale è in equilibrio; semmai, il problema è un altro: l'inadeguatezza delle pensioni, soprattutto quelle di quei lavoratori che hanno contratti precari e carriere fragili.

Dobbiamo inoltre evidenziare le contraddizioni presenti in alcuni settori e soprattutto nelle piccole aziende, anche a Varese, dove alcuni imprenditori da una parte dichiarano che occorre "privatizzare" le pensioni e dall'altra continuano a scoraggiare i loro dipendenti ad aderire ai fondi contrattuali di previdenza complementare per continuare ad usare il TFR al posto del credito bancario.

Per queste ragioni dobbiamo "tornare al progetto di garantire ai futuri pensionati almeno il 60% dell'ultima retribuzione".

Umberto Colombo, Segretario Generale SPI-CGIL Varese

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