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CGIL BRIANZA
Presidio dei lavoratori della “ Carlo Colombo “ spa di Agrate Brianza il 22 novembre davanti alla Prefettura di Monza e Brianza.
Il prossimo 22 novembre martedì i lavoratori della Carlo Colombo saranno fuori dalla sede della Prefettura per un presidio che richiami alle sue responsabilità tutte le istituzioni coinvolte nella gestione della ormai lunga vicenda della Carlo Colombo.
A tutt’oggi, dopo un anno e mezzo dalla sigla dell’accordo, i motivi di disagio e insoddisfazione da parte dei lavoratori non sono stati ancora dissipati; i cassintegrati protestano per l’inefficacia del piano di ricollocazione.
Infatti ad oggi, dei 53 lavoratori,solo qualche unità è riuscito a trovare un posto di lavoro ( tempo determinato ) grazie al percorso di reinserimento messo in campo dalla Provincia di Monza e Brianza, tramite AFOL ed altri Enti accreditati.
A inizio giugno del 2010, infatti, dopo 22 giorni di protesta, con 8 operai che, accampati sul tetto della fabbrica, contestavano l’azienda per il mancato rispetto dell’accordo stipulato, l’assemblea dei lavoratori della Carlo Colombo SpA di Agrate Brianza approvò un’intesa, firmata al Ministero del Lavoro, secondo la quale 53 lavoratori avrebbero potuto contare su di un nuovo posto di lavoro o sul prepensionamento.
L’accordo siglato, innovativo nel suo genere per il coinvolgimento di tutte le parti ( lavoratori, azienda, istituzioni ) nelle politiche attive del lavoro, prevedeva un piano di ricollocazione dei dipendenti della Carlo Colombo, oltre a misure di incentivazione per la formazione professionale e la gestione degli esuberi.
Sulla risoluzione della questione Carlo Colombo, allora, intervenne anche l’assessore regionale al Lavoro, Gianni Rossoni. « Si tratta – spiegò Rossoni – di un accordo innovativo, fortemente auspicato da Regione Lombardia, teso alla ricollocazione sul lavoro delle persone,
segno di una grande responsabilità sociale da parte dell’azienda e della disponibilità delle organizzazioni sindacali, su un percorso in cui le risorse del privato si integrano con risorse pubbliche, mutuando e valorizzando il modello lombardo di sviluppo del capitale umano»
Ad oggi, chi ha trovato un’occupazione lo ha fatto contando esclusivamente sulle proprie forze, dunque rivolgendosi ad altre agenzie o esplorando soluzioni alternative al piano firmato al Ministero il 7 luglio del 2010.
Recentemente, alla Rappresentanza Sindacale Unitaria e alla FIOM-CGIL, è stato riferito che, in occasione di un consiglio regionale, con all’ordine del giorno,- La crisi delle aziende lombarde,- il Presidente Formigoni, ha citato la Carlo Colombo come esempio di una crisi risolta positivamente, con la relativa ricollocazione, grazie ad un accordo innovativo.
Ci limitiamo a considerare che, serve rispetto vero da parte delle Istituzioni per queste persone che non hanno lavoro e che sono in una condizione, anche economica, disperata. Anzi aggiungiamo, che oltre alla “gaffe” fatta dal Presidente Formigoni, siamo, (dopo 3 settimane dall’avvenuta richiesta di incontro sindacale con l’assessore regionale al Lavoro, Rossoni ), in attesa di una risposta di convocazione.
La cassa in deroga finirà a dicembre c.a. senza sapere, cosa potrà succedere nel 2012. Tra i lavoratori c’e’ tantissima amarezza e giustificata preoccupazione.
“Bisogna chiedere a tutte le parti che hanno affrontato, nel momento di più profonda emergenza, il problema della Carlo Colombo di riprendere l’impegno, analizzando la situazione attuale e cercando di trovare ed attuare le misure possibili per completare il piano di ricollocazione dando certezza a tutti i lavoratori” sostiene Claudio Cerri, Segretario Generale della FIOM-CGIL di Monza e Brianza.
Monza, 17 novembre 2011
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